Servizi finanziari: le sfide secondo CBI

Servizi finanziari: le sfide secondo CBI
Liliana Fratini Passi, Direttore Generale CBI

L’industria dei servizi finanziari ruota oggi intorno alla condivisione dei dati. In questo contesto il mercato è caratterizzato da una crescente attenzione verso tecnologie e strumenti innovativi, quali l’Intelligenza Artificiale e il Machine Learning, che possono consentire di sviluppare servizi sempre più evoluti e tarati sulle esigenze della clientela.

L’open banking, ovvero la condivisione tra i prestatori di servizi di pagamento dei dati bancari dei clienti, previo consenso degli stessi, si sta evolvendo verso un nuovo paradigma, l’open finance, in cui il set di dati condivisi si estende anche a prestiti, mutui, risparmi, investimenti, pensioni e assicurazioni. Anche in questo caso l’obiettivo è garantire soluzioni “plug & play” più personalizzate ed efficaci per gli utenti.

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A fronte di questo fermento tecnologico, tuttavia, si sono aperte nuove sfide, legate soprattutto al tema della sicurezza. Il settore finanziario e, in particolare, il sistema dei pagamenti sono tra i principali bersagli dei criminali informatici, che fanno leva su tecniche sempre più sofisticate per carpire le informazioni sensibili dei clienti con finalità fraudolente. Ne consegue la necessità di garantire una maggiore protezione dei dati e sicurezza delle transazioni. In quest’ottica si presenta un ulteriore scoglio, rappresentato dalla frammentazione tra le normative dei vari Paesi coinvolti, da cui consegue la necessità di una maggiore armonizzazione.

In Europa, su questo fronte, sono in fase di esame nuove proposte normative particolarmente attente alla tutela della sicurezza dei consumatori. Tra queste la Payment Service Regulation (PSR), che punta a migliorare l’esperienza di pagamento di consumatori e imprese, e la Financial Data Access Regulation (FIDA), volta invece a stimolare la crescita del mercato dell’open finance. Con riferimento ai pagamenti, inoltre, è entrato in vigore lo scorso aprile il nuovo Regolamento sugli Instant Payments, in base al quale banche e prestatori di servizi di pagamento dell’UE dovranno garantire che i bonifici vengano immediatamente processati, indipendentemente dal giorno o dall’ora, e che il denaro arrivi sul conto del beneficiario entro dieci secondi.

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Affinché queste iniziative regolamentari siano efficaci, occorrono servizi innovativi e, dunque, un approccio che tenga conto degli orientamenti del mercato e degli strumenti proprietari già sviluppati e sperimentati con successo a livello corporate. Da questo punto di vista, CBI, da sempre attenta al tema della sicurezza sia a livello infrastrutturale e di processo che nello sviluppo di nuovi servizi in ambito open finance, ha già proposto sul mercato soluzioni coerenti e allineate a quanto richiesto dai legislatori europei.

È il caso dei servizi CBI Name Check e Check IBAN: CBI Name Check convalida la titolarità di un IBAN in relazione ad uno specifico utente finale attraverso una funzione di ricerca basata sul nome/denominazione del titolare del conto/azienda; Check IBAN, anche nella sua declinazione cross-border, consente invece di verificare in tempo reale la corretta associazione tra codice IBAN e Partita IVA del beneficiario del pagamento.

Nel segmento delle soluzioni antifrode si colloca anche il servizio CBI Safe Trade, attualmente in fase di lancio, che raccoglie le informazioni sulle fatture anticipate in ottica multi-banca e multicanale, al fine di aumentare la stabilità e l’efficienza del settore finanziario e di mitigare il rischio derivante dall’uso fraudolento delle fatture e dell’erogazione del credito da parte degli intermediari, anche sulla base di sviluppi di architetture di tipo DLT (Distributed Lender Technology).

CBI, inoltre, è a lavoro per favorire il servizio Request to Pay a livello europeo in conformità con lo schema dell’European Payments Council, partendo da tutti i pagamenti verso la Pubblica Amministrazione. La RTP consente a consumatori e imprese di richiedere e ricevere pagamenti direttamente dal proprio conto bancario, indipendentemente dalla banca o dal fornitore di servizi di pagamento utilizzato. Anche questa soluzione può supportare i servizi antifrode grazie a processi strutturati e verifiche in tempo reale.

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È importante sottolineare come il successo di questi servizi derivi anche dalla capacità di aggregare vari player dell’ecosistema finanziario al fine di beneficiare degli effetti della cosiddetta “Network economy”, secondo il principio per cui quanti più utenti utilizzano un servizio, maggiore è il suo valore per tutti gli utenti. L’economia di rete facilita la collaborazione tra diverse aziende e settori, promuovendo standard comuni che facilitano l’interoperabilità tra diversi sistemi e piattaforme e stimolando l’innovazione e lo sviluppo di nuovi prodotti e soluzioni, che possono essere anche personalizzati in base alle esigenze specifiche degli utenti, migliorando l’esperienza complessiva. Inoltre, la condivisione di risorse e infrastrutture può ridurre i costi operativi generando economie di scala e contribuendo a ridurre i rischi associati alle operazioni commerciali, migliorando la resilienza complessiva del sistema.

CBI crede fortemente nell’importanza della collaborazione. Per questo, ha all’attivo accordi di interoperabilità con molteplici piattaforme internazionali che consentiranno l’interoperabilità tra i Prestatori di Servizi di Pagamento europei. Il tutto a beneficio della stabilità del sistema dei pagamenti e della sicurezza della clientela finale.