Previsioni 2025 sul fronte business e della tecnologia secondo Pure Storage

Previsioni 2025 sul fronte business e della tecnologia secondo Pure Storage

Il 2024 si sta per concludere e le previsioni business e tech per il 2025 rimangono da sempre tra le più attese per gli innovatori del mercato digitale. Patrick Smith, Field CTO, EMEA di Pure Storage, ha condiviso alcune interessanti spunti per il 2025

Business

Si prevede un’esplosione della spesa nel 2025

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Il 2024 è stato un anno elettorale per molti Paesi, il che ha generato molta incertezza su scala globale. Tutto è stato sospeso, dalle decisioni su policy e debito globale agli investimenti pubblici, in attesa di chiare indicazioni da parte dei nuovi governi. In molti settori si è dunque accumulata una richiesta di spesa che verrà concretizzata nel 2025.

A livello di singoli Paesi molti parlano di come poter affrontare il debito globale e allo stesso tempo investire in infrastrutture. Vedremo come sarà affrontato questo tema nel prossimo anno quando i nuovi esecutivi in carica cercheranno di portare avanti i loro progetti con investimenti pubblici stimolando nel contempo gli investimenti privati.

Tecnologia

Il 2025 vedrà una selezione più puntuale dei progetti AI mentre la bolla inizierà a scoppiare

Le aziende inizieranno a essere maggiormente selettive nei loro progetti AI. Se nel biennio trascorso dal lancio di ChatGPT c’è stata un’esplosione di investimenti a favore della AI, prevedo che nel 2025 le aziende taglieranno le spese prima che subentri una certa stanchezza.

Mi aspetto che il mercato si riallinei: la traiettoria di crescita attuale potrebbe farsi insostenibile quando il ROI non dovesse concretizzarsi lasciando spazio a un sano realismo. Molte aziende non riusciranno a convincere i business leader a investire in nuove tecnologie quando i progetti AI o GenAI in corso non siano riusciti a concretizzare i vantaggi promessi. Anche se la paura di restar tagliati fuori rappresenta ancora un’importante spinta agli investimenti, prevedo che questa motivazione verrà attenuata nel 2025.

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Le soluzioni AI non customizzate perderanno il favore del pubblico nel 2025. La RAG diventerà un requisito non negoziabile per le aziende e si diffonderà come “il” metodo per implementare la AI. Poiché i business leader vorranno toccare con mano il ROI prodotto dagli investimenti speculativi compiuti a favore della AI, la RAG diventerà essenziale per il successo di questi progetti. Il motivo risiede nel suo approccio standard alla customizzazione, nel miglioramento dei risultati e nella riduzione della possibilità di allucinazioni evitando di dover costruire, addestrare e ottimizzare singoli modelli da zero.

La sostenibilità sarà messa a rischio dalla AI e dalla nuova ondata di data center

Con la continua crescita della domanda di AI e relativo storage, la sostenibilità sarà ancora una volta sotto i riflettori. La AI ha stimolato un maggior utilizzo di risorse informatiche con un impatto negativo sugli obiettivi di riduzione dei consumi energetici, mettendo in disparte la sostenibilità. Ma ora il tema torna a farsi vedere sulle agende delle aziende: il modo di approcciare e implementare pratiche sostenibili è di nuovo all’attenzione del senior management. Da qui possiamo fare alcune previsioni:

  • Aumenterà l’attenzione alla transizione energetica, con le aziende che inizieranno a porsi la questione di come alimentare le crescenti richieste dei data center. Vi sarà maggiore attenzione su questo punto considerando come alcuni giganti del settore intendano adottare l’energia nucleare per soddisfare questo fabbisogno.
  • Il cosiddetto Impact Accounting si diffonderà a livello senior come metodo per evidenziare l’impatto sulla sostenibilità. Concentrando l’attenzione sui temi ambientali e sui relativi costi, diventerà il metodo de facto per misurare i vantaggi prodotti dalle iniziative di sostenibilità in un linguaggio comprensibile da senior manager e consigli di amministrazione.
  • In molti Paesi ci sarà un impulso a costruire ulteriori data center, motivato in parte dall’entrata in vigore di normative nazionali per il cosiddetto cloud sovrano. Resterà sul tappeto la questione di come alimentare questi data center rispettando contemporaneamente gli obiettivi di sostenibilità, nonché di come assicurare sufficiente energia per il fabbisogno sia dei privati che delle aziende.
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Il cloud ha raggiunto il punto di picco?

Si sta diffondendo una visione realistica circa la diffusione del cloud. Con crescenti aspettative sul fronte normativo, maggior conoscenza dei lati negativi, consapevolezza dei costi con conseguente rimpatrio dei dati e vincoli di natura geografica, il 2025 potrebbe essere l’anno in cui il cloud raggiungerà il suo zenith.

Sul lato normativo, l’entrata in vigore del regolamento europeo DORA a inizio 2025 metterà sotto i riflettori le azioni dei cloud service provider, che avranno bisogno di comprovare quanto fanno per assicurare la compliance condividendo per esempio con le autorità i loro piani di test e resilienza. I cloud service provider e gli hyperscaler avranno responsabilità inedite e la non-compliance costringerà a intraprendere azioni correttive nel settore dei servizi finanziari. Mi aspetto che alcuni casi di violazione siano trasformati in un esempio per incoraggiare un maggior rispetto al nuovo regolamento.

Un altro elemento apportatore di cambiamenti deriverà dagli effetti provocati dall’acquisizione di VMware da parte di Broadcom. Nel 2025 sapremo se i clienti accetteranno il destino preparato per loro o se passeranno ad altre alternative. Molti clienti sono ancora impegnati a capire cosa va bene e cosa no nelle opzioni disponibili; l’anno prossimo sapremo se le alternative possono soddisfare completamente le esigenze delle aziende o se queste ultime preferiranno piegare la testa e restare con le soluzioni che già conoscono.