La modernizzazione applicativa su mainframe è una sfida cruciale per molte aziende, che si confrontano quotidianamente con l’esigenza di integrare nuove technologie senza sacrificare la stabilità delle infrastrutture esistenti.
Abbiamo chiesto a Daniele Gregoris, technology leader della line of business Legacy Modernization di Mauden e Francesco Nardi, principal zStack technical manager di IBM, di spiegare come un system integrator può aiutare le aziende nei loro processi di trasformazione, per sfruttare i vantaggi del digitale mantenendo la solidità e la sicurezza delle infrastrutture legacy e di come la tecnologia IBM sia la scelta strategica nella realizzazione di questi progetti affinché si traducano in successo.
Quali sono le principali sfide nella modernizzazione delle applicazioni legacy e nell’integrazione con i sistemi mainframe?
«La sfida più grande è quella di modernizzare le applicazioni in maniera granulare, permettendo di continuare a dialogare e scambiare dati con le applicazioni che non vengono trasformate» spiega Gregoris. «Offloading e rehosting hanno sempre portato a risultati non in linea con quelli attesi evidenziando problemi dovuti a latenza e tempi di risposta, oltre ad avere un consumo delle risorse mainframe superiore alle aspettative».
«Gli obiettivi dei clienti nel percorso di modernizzazione applicativa sono agilità nello sviluppo, skill gap, gestione del rischio e ottimizzazione dei costi. Gli approcci variano a seconda del contesto e del livello di maturità» aggiunge Nardi. «IBM mette a disposizione strumenti e soluzioni che coniugano innovazione e stabilità. Alcuni esempi di successo includono l’adozione di pratiche DevOps, l’integrazione tramite APIs, l’utilizzo dell’AI Generativa per il refactor e l’inclusione in una strategia hybrid cloud basata su container. In quest’ultima categoria rientra anche zCX, che permette di ottimizzare costi e performance, riducendo al contempo il rischio di trasformazione».
Come la tecnologia IBM zCX contribuisce alla modernizzazione?
«zCX è la soluzione ideale per rispondere a questo tipo di criticità» spiega Gregoris. «La soluzione permette di gestire le applicazioni progettate a microservizi o con linguaggi moderni direttamente all’interno della piattaforma mainframe, eliminando i problemi evidenziati in precedenza. In questo modo le applicazioni, senza essere modificate, possono sfruttare la vicinanza ai dati all’interno della stessa piattaforma risolvendo, quindi, problematiche di assoluta attualità come la data gravity».
Gregoris sottolinea come la tecnologia IBM, e nello specifico IBM zCX, sia fondamentale per mantenere le applicazioni modernizzate all’interno del mainframe, eliminando i problemi di latenza e di comunicazione, riducendo i consumi ed i costi della componente z/OS ma mantenendo gli stessi livelli di sicurezza e affidabilità garantiti dalla piattaforma mainframe.
Quali sono i casi pratici di modernizzazione mainframe sviluppati da Mauden?
«Mauden ha già implementato zCX in progetti di rilievo, come quello con una delle principali banche italiane. Questo è uno degli esempi più eclatanti nei quali abbiamo contribuito a definire la parte infrastrutturale necessaria alla modernizzazione di alcune applicazioni mantenendole all’interno del mainframe grazie a zCX» racconta Gregoris. «Le applicazioni sono state modernizzate e riscritte in un linguaggio più moderno, restando all’interno del mainframe, evitando tutti i possibili problemi di latenza, network, compatibilità e disponibilità dei dati. Si tratta di un progetto attualmente in produzione, perciò, a tutti gli effetti operativo». Un caso davvero di successo che rappresenta una prima volta in Italia e un esempio di innovazione a livello globale. «Quello appena descritto è uno dei dieci progetti al mondo che hanno fatto da beta-testing su questa tecnologia, a dimostrazione che in Italia, e nello specifico in Mauden, siamo all’avanguardia su questo tipo di tecnologia» aggiunge Daniele Gregoris, che cita inoltre un altro caso realizzato per un’azienda leader nei pagamenti elettronici. «Per un altro cliente in seguito ad un progetto pilota di riscrittura applicativa front-end su piattaforma zCX, che ha ottenuto risultati addirittura superiori alle aspettative, stiamo contribuendo in modo significativo al disegno e alla configurazione dell’infrastruttura zCX, sulla quale il cliente ha pianificato il passaggio in produzione di alcune applicazioni».
Quale è il ruolo di Mauden come partner tecnologico e system integrator?
Un grosso vantaggio di affidarsi a Mauden, spiega Gregoris, è la possibilità di accedere a un team di professionisti che integrano competenze su mainframe e ambiente open. «Molte aziende lavorano in silos, con team separati tra mainframe e distribuito» dice Gregoris. «In Mauden, seguiamo il progetto sia per la parte open che per la parte mainframe, affrontando tematiche critiche come la sicurezza, la rete e la connessione con i dati interni al mainframe, soprattutto in ambito DB2. Inoltre, la continua evoluzione di queste tecnologie e la grande esperienza del nostro team su queste tematiche ci permette di sperimentare e integrare rapidamente nuove funzionalità nei progetti dei clienti».
Le prospettive future per la modernizzazione delle applicazioni mainframe. Come può evolversi la tecnologia IBM zCX in futuro?
In questo caso, Nardi, sottolinea chiaramente come la parola chiave sia semplificazione. «IBM è impegnata nel semplificare sempre di più la fruizione del mainframe come asset strategico aziendale. Per questo è già disponibile z/OS Container Platform, che fornisce un approccio containerizzato ad alcuni workload tradizionali della piattaforma, mentre zCX punta ad accogliere nuovi sviluppi applicativi sfruttando le ultime innovazioni in termini di sicurezza, A.I. e resilienza».
Parlando delle prospettive di evoluzione tecnologica, Gregoris evidenzia come le nuove versioni di zCX garantiranno livelli di performance e di resilienza sempre maggiori, aspetti fondamentali per le aziende.
«La parola d’ordine in questo caso è bilanciamento: la nuova versione di zCX che stiamo per sperimentare ed implementare integra le tecnologie native del mainframe per gestire il carico di lavoro su più sistemi in caso di failover, eliminando le dipendenze verso componenti esterni e di conseguenza semplificando l’architettura complessiva» conclude. «Questo non solo facilita le attività di gestione e manutenzione, ma rende il sistema più resiliente, una caratteristica fondamentale per le realtà mainframe di oggi».
In sintesi, Mauden, grazie anche alla collaborazione con IBM di cui è Platinum Business Partner, guida le aziende italiane verso un futuro in cui la modernizzazione delle applicazioni mainframe diventa una leva di innovazione, permettendo alle organizzazioni di rispondere in modo agile alle sfide del mercato.