Infrastrutture resilienti, multicloud ibrido, GenAI, biometria. Così si reinventa la sicurezza fisica

Infrastrutture resilienti, muticloud ibrido, GenAI, biometria. Così si reinventa la sicurezza fisica

Coniugare innovazione e praticità, nel rapporto Genetec la roadmap più aggiornata

Innovazione sì, ma con i piedi ben piantati per terra. È questo uno dei messaggi più chiari ad emergere dal rapporto Genetec State of Physical Security 2025, in questo momento l’istantanea più nitida e attendibile di un settore, quello della physical security, alla continua ricerca di un equilibrio stabile tra rinnovamento e pragmatismo. Basato su un’indagine condotta su scala globale coinvolgendo oltre 5.600 professionisti operanti in aziende, partner di canale, system integrator e consulenti, nel report, giunto alla sua quinta edizione, troviamo altresì un’analisi dettagliata delle tendenze che ridisegneranno il panorama della sicurezza fisica e più in filigrana come contesto economico, innovazioni tecnologiche e necessità operative ridefiniscono le priorità di aziende e organizzazioni.

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Indicative in tal senso le risposte di quasi la metà degli intervistati che segnala ritardi nell’implementazione di progetti di sicurezza fisica, causati principalmente dall’incerta congiuntura economica. Nonostante le aspettative per il 2024 fossero di segno positivo, solo il 44% delle aziende interpellate dichiara un aumento o la conferma dei budget assegnati. Pur in un quadro di moderato ottimismo, l’outlook complessivo evidenzia anche per il prossimo anno preoccupazioni legate a congiuntura e instabilità politica che continueranno a impattare su modalità e tempi di realizzazione di molti progetti. Una tendenza puntellata al ribasso dal permanere della minaccia cyber, tema solo parzialmente percepito in miglioramento grazie all’adozione di pratiche di sicurezza più efficaci, una più intensa formazione del personale, il rafforzamento delle infrastrutture, e il sostegno – almeno per quanto riguarda l’area UE – che arriverà dalla spinta di normative più stringenti come la NIS2.

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La spinta del multicloud

La transizione al cloud per la sicurezza fisica si conferma un pilastro dell’evoluzione del settore, pur presentando sfide significative. Nei prossimi cinque anni, il 43% delle organizzazioni prevede di adottare modelli ibridi che integrino cloud e soluzioni on-premise, mentre il 18% punta su un approccio completamente cloud-based e il 17% rimarrà su sistemi esclusivamente on-premise. «Dati – sottolinea Rafael Martín Enríquez, Sales Director Southern Europe Genetec – che evidenziano la crescente richiesta di soluzioni flessibili, capaci di bilanciare innovazione e pragmatismo. Le aziende sempre di più adottano strategie ragionate di migrazione al cloud, che coniughino esigenze operative, costi variabili e requisiti di sicurezza in evoluzione».

L’attenzione delle aziende si concentra inoltre sull’ottimizzazione dei sistemi di sicurezza fisica già presenti. Controllo accessi e videosorveglianza continuano a dominare le priorità di investimento, con una crescente richiesta di tecnologie avanzate per la gestione degli accessi (37%) supportati dall’impiego di sistemi biometrici (39%). Il 50% prevede di aggiornare i propri software nei prossimi anni, concentrandosi su tecnologie che migliorino l’efficienza e la sicurezza, come credenziali crittografate e soluzioni mobile-friendly. Questi aggiornamenti rispondono alla crescente domanda di interoperabilità tra sistemi di sicurezza fisica e piattaforme IT, capaci di supportare esigenze normative e operative in rapida evoluzione. L’obiettivo è di elevare il livello di sicurezza ma al tempo stesso raggiungere una maggiore efficienza attraverso l’uso strategico dei dati di sicurezza, raccolti dai sistemi esistenti. Un trend che si sta affermando come elemento fondamentale per supportare le decisioni aziendali e migliorare la collaborazione interdipartimentale.

Ancora sul fronte organizzativo a emergere dal rapporto è la crescente convergenza tra sicurezza fisica e IT. Il 77% delle realtà coinvolte nel sondaggio riporta una più fattiva collaborazione tra funzioni, con oltre il 50% tra aziende, system integrator e consulenti che registra un coinvolgimento maggiore dei team IT nelle decisioni di acquisto dei sistemi di sicurezza fisica. «Se il fattore che può condizionare il deployment della sicurezza fisica rimane la connettività di rete, la strategia per accelerare tale convergenza passa attraverso una maggiore collaborazione tra IT e sicurezza fisica nella progettazione iniziale della soluzione «dal punto di vista architetturale (client-server, rete, apparati di rete, storage, ecc.), nelle scelte di sicurezza logica e del partner tecnologico» osserva Enríquez.  Un cambio di passo – conferma lo studio – fondamentale per ottimizzare l’uso delle tecnologie esistenti e rafforzare la resilienza organizzativa.

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AI tra promesse e responsabilità

Sul fronte tecnologico il rapporto registra un aumento significativo dell’interesse verso le potenzialità dell’AI applicate alla sicurezza fisica. Nel 2025, il 37% delle organizzazioni prevede di integrarla nei propri sistemi, rispetto al 10% dell’anno precedente. Tra i vantaggi attesi l’automazione delle attività no-core, il miglioramento della risposta alle emergenze e più in generale la semplificazione delle procedure di sicurezza. Lo studio di Genetec, in linea con altre ricerche sul tema, evidenzia infine come le preoccupazioni etiche legate alla progettazione e all’adozione responsabile di queste tecnologie continuino a rappresentare un significativo ostacolo alla loro diffusione su larga scala. Temi quali la percezione dei rischi associati a privacy, uso improprio dei dati e sorveglianza massiva contribuiscono a frenare facili entusiasmi, sottolineando al contempo la necessità di un approccio in grado di bilanciare innovazione e responsabilità sociale per favorire una maggiore accettazione da parte del mercato.