Dalla riorganizzazione aziendale ai nuovi progetti di interconnessione sottomarini: Prysmian fa scuola
Multinazionale italiana con lo status di pubblic company, 30mila dipendenti in organico, Prysmian rappresenta un’eccellenza su scala globale nel mondo dei cavi sia quelli destinati al trasporto di energia che quelli utilizzati nelle telecomunicazioni. La convergenza tra settore dell’energia e delle telecomunicazioni pone Prysmian in una posizione di vantaggio competitivo davanti alla doppia sfida della connettività per l’aumento delle capacità di trasmissione da mettere a disposizione degli operatori e dell’efficientamento energetico. Prysmian è un esempio emblematico di come una grande azienda, attraverso un attento intervento di “review” abilitato dalle tecnologie, può cambiare pelle e trasformarsi da puro produttore di cavi a fornitore di soluzioni complete per l’industria Telco & Energy.
La convergenza tra i cavi ad altissime prestazioni destinati al trasporto dell’energia e quelli utilizzati nelle telecomunicazioni rappresenta un’evoluzione importante nel mondo delle infrastrutture e giocherà un ruolo critico nello sviluppo delle smart city, delle reti intelligenti e della connettività globale. La società italiana ha messo nel mirino tale convergenza per sfruttare la posizione di vantaggio strategico che le deriva da un know-how di primissimo piano in questo campo e ha supportato questo disegno con un piano di investimenti corposo, culminato nella riorganizzazione in quattro business unit e nel recente go-live del nuovo sistema informatico che centralizza i plant e permette di condividere le informazioni in tempo reale, grazie anche all’artificial intelligence.
In questo processo di cambiamento – come spiega Giovanni Cauteruccio, Group chief information and digital officer di Prysmian Group – «il fattore governance è fondamentale. Intraprendere progetti a rischio zero è la classica raccomandazione che arriva dal vertice aziendale e il time-to-market è oggi sempre più importante anche nei progetti di innovazione digitale. Serve quindi partire da sistemi solidi ed innovare velocemente, prendendo qualche rischio in modo controllato». Il settore dei cavi è un business complesso ma può diventare anche «sexy» – come ha ammiccato Cauteruccio, citando un articolo del Financial Time. «Sexy perché la sfida dell’efficientamento energetico passa sì dalla ricerca e sviluppo ma richiede anche grande propensione a creare qualcosa di nuovo e di grande impatto». Il progetto del cavo sottomarino “Tirrenia Link”, ad esempio, che collegherà la Sicilia e la Sardegna al continente per aumentare il livello di sicurezza energetica delle due isole e porre le basi per la produzione e gestione di energia rinnovabile delle stesse, risponde perfettamente a questa volontà di fare costantemente innovazione, alla cui base non può che esserci un’adeguata infrastruttura digitale. «In un cavo – spiega il CIO e CDO di Prysmian – possono esserci oltre 6600 fibre, con una capacità trasmissiva e un’affidabilità elevatissima anche dal punto di vista della cybersecurity. I dati sono il fattore abilitante della convergenza tra IT, OT e Business e richiedono necessariamente più potenza di calcolo, più capacità di connessione, più sicurezza e anche più compliance. Ma oggi si può costruire una nuova infrastruttura impattando in misura molto marginale sull’ambiente».
Per raggiungere questo risultato, è indispensabile il coraggio di chi gestisce e governa le tecnologie. Mai come in questo momento i CIO non possono essere considerati una commodity. «Il nostro ruolo – continua Cauteruccio – è sempre più centrale. I CEO si rivolgeranno a noi per comprendere come stiamo cavalcando la trasformazione digitale e l’intelligenza artificiale. Spetta a noi il compito di intercettare le esigenze del business e individuare le soluzioni tecnologiche più adatte per soddisfarle».
Stand-up! Dal posizionamento alla presa di posizione
«Siamo in un momento in cui se il vostro CEO non vi ha ancora cercato probabilmente vi cercherà perché il nostro ruolo sta riconquistando centralità. Io sono passato da una situazione nella quale non si voleva neanche sentir parlare di digital, ad una in cui veniamo costantemente chiamati ad illustrare cosa fa la nostra azienda sulle nuove tecnologie come l’artificial intelligence. Anche i vostri CEO verranno presto chiamati da clienti, fornitori, dal mercato a rispondere su cosa fa la vostra azienda con le nuove tecnologie, quindi cercate di essere preparati ed incominciate a lavorarci senza spendere troppi soldi, facendo dei pilot e cercando di indirizzare con le nuove tecnologie quello di cui l’azienda ha bisogno. Non portate il drone al CEO, che non sa cosa farsene, ma cercate di stare più vicino al Business ed aiutarlo nelle nuove sfide!».