Dedagroup, la sostenibilità oltre la compliance

Dedagroup, la sostenibilità oltre la compliance

Attenzione all’ambiente ma anche al benessere dei dipendenti. L’importanza di non limitarsi alla conformità normativa, ma di adottare pratiche sostenibili come parte integrante della strategia aziendale

Tutti parlano di sostenibilità. Imprese di ogni settore e dimensione raccontano, sia al loro interno che come forma di comunicazione esterna, di aver intrapreso questo o quel progetto volto a migliorare i temi del “sostenibile”. Una definizione a cui sempre più spesso ci si riferisce non solo per descrivere l’impatto ambientale di un determinato business ma anche come indicatore della qualità della governance, del benessere tra i dipendenti, dell’impegno verso il coinvolgimento dei talenti, a favore della parità di genere. Il nuovo approccio alla sostenibilità richiede un impegno concreto per integrare le scelte nella strategia aziendale. Quell’impegno che, da anni, il Gruppo Deda porta avanti proprio per consolidare il rispetto degli indicatori ambientali, sociali e di governance.

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«Se fino a ieri si parlava di sostenibilità rispetto ai tre assi: people, planet, profit, oggi il tema del profitto è stato sostituito dal più elevato concetto di prosperità. Prosperità è benessere diffuso: per il territorio, per le persone che lavorano, per gli stakeholder, e non solo quelli vicini all’azienda ma tutta la società che ruota intorno all’operato di una determinata realtà. Questa è la nostra visione di sostenibilità su cui si fondano le nostre attività» ci racconta Francesca Sbop, Organization & Compliance director di Dedagroup.

ANDARE OLTRE LE METRICHE

«L’importante – come spiega Francesca Sbop – è andare oltre la conformità normativa o i requisiti di partecipazione a delle gare. Ragionare in termini di sostenibilità è una grande opportunità per una azienda: per analizzarsi, fare ordine, misurarsi non solo e non tanto con i competitor ma soprattutto con se stessa e con i miglioramenti che ottiene nel tempo. Dedagroup ha a cuore tutti i temi legati alla sostenibilità. Non solo il tema ambientale, ma anche tutto ciò che è legato a una buona gestione dell’azienda, delle persone e delle comunità e quindi dei territori” e anche su questo fronte l’Azienda sta lavorando attraverso investimenti mirati e collaborazioni con centri di ricerca, università, istituzioni e associazioni e altri player del settore IT. È in questo contesto che prendono vita progetti nuovi cui Dedagroup partecipa come Intacture, il primo data center in Europa all’interno di una miniera attiva a ridotto impatto ambientale, che verrà realizzato entro il 2026, sfruttandone i vuoti di cava – ovvero gli spazi derivanti dall’attività estrattiva. A portare avanti il progetto è la società Trentino DataMine, nata dal partenariato tra pubblico e privato costituito dall’Università degli Studi di Trento e un raggruppamento di imprese selezionato tramite gara pubblica e formato da Covi Costruzioni, Dedagroup, GPI e Isa».

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Guardando più al proprio impatto, per la manager di Dedagroup, anche se le società di servizi gravano meno sull’ambiente, non sono esenti dal seguire buone norme di comportamento. «Sono numerose le iniziative che coinvolgono anche le nostre persone pensate per lasciare un’impronta più leggera del nostro “passaggio”: ridurre l’acqua, scegliere materiali sostenibili e rinnovare il parco auto veicoli sono alcune delle operazioni che mettiamo in atto» – prosegue Francesca Sbop.

BILANCIAMENTO SOSTENIBILE

Il mantra di Deda è che senza governance non si va da nessuna parte. Così accade anche quando si tratta di migliorare le condizioni di vita dei dipendenti. «Per noi la cura del dipendente è al primo posto. Per questa ragione in Deda il lavoro agile è una realtà e sulla base di questo abbiamo rimodulato gli ambienti delle nostre sedi» si sofferma Francesca Sbop.

A cominciare da Milano per proseguire negli ultimi mesi con il quartier generale di Trento, Deda ha avviato un piano di ammodernamento delle sue sedi in Italia per trasformarle in veri e propri hub di incontro, formazione e scambio di idee. «Il rischio è che l’andare in ufficio venga percepito come un obbligo – spiega Francesca Sbop – e non come parte integrante di un equilibrio più ampio tra lavoro e vita personale. Per questo desideriamo dare alle nostre persone luoghi di lavoro accoglienti e stimolanti che permettano di lavorare bene e favoriscano il confronto».

Team building e corsi di aggiornamento completano il quadro di estrema attenzione al dipendente, per formare il proprio personale su tematiche come inclusione, parità di genere e sensibilizzare sulla capacità di contribuire allo sviluppo del tessuto sociale e del territorio in cui il Gruppo opera. In tale campo, alcune società del Gruppo hanno ottenuto le certificazioni SA8000 e/o UNI Pdr 125/2022, per l’adozione di policy su pari opportunità di carriera, condizioni di work-life balance adeguate, così come un ambiente di lavoro che rifiuti stereotipi, discriminazioni e proponga invece una cultura della diversità e dell’inclusione.

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