Deerns fra i protagonisti del cambiamento progettuale delle infrastrutture per la gestione dei Big Data nel segno della sostenibilità
Deerns, società multidisciplinare di ingegneria specializzata nella progettazione sostenibile dei Data Center, ha curato l’implementazione di oltre 6mila data center in 135 Paesi. In Italia conta 102 data center localizzati in prevalenza nel Nord della Penisola. La crescita esponenziale della domanda di Data Center a sempre maggiore potenza impone però anche nuovi requisiti alle infrastrutture IT, come spiega Cosimo Verteramo, Life Science & High Tech Division Director di Deerns: “Siamo convinti che la sinergia tra intelligenza artificiale e pratiche responsabili sia la chiave per aprire la strada a una nuova era di eccellenza dei data center. Ecco perché oggi Deerns è pronta a essere una forza trainante nell’evoluzione della progettazione e delle operazioni dei centri di elaborazione dei big data in risposta all’impatto dell’IA generativa sul ciclo di vita e sulla struttura del comparto, facendo rete con i principali attori della catena del valore”.
Connettività pervasiva, 5G e AI trainano la crescita del comparto
Connettività pervasiva su fibra, 5G, boom dei big data e crescente richiesta di capacità di calcolo legata all’Iot e all’intelligenza artificiale faranno sempre più da volano per la crescita del mercato dei data center, che passerà dal valore complessivo di 30,4 miliardi del 2022 a 46,3 miliardi di dollari nel 2028 secondo quanto rivela il report “Global data center colocation market – Outlook & forecast 2023-2028” realizzato da ResearchAndMarkets.com.
L’impatto delI’AI
L’intelligenza artificiale generativa (IA) rappresenta una forza di trasformazione con implicazioni di vasta portata e sarà sempre più interconnessa alla crescita nella domanda di Data Center robusti, ad elevate prestazioni.
I Data Center di nuova generazione che ospiteranno l’AI dovranno, infatti, essere in grado di supportare enormi esigenze di calcolo, generando una produzione sempre più elevata di calore, che andrà recuperato e riutilizzato sotto forma di energia. Ma non solo. Si stima che anche la potenza elettrica e il fabbisogno energetico di un Data Center per l’AI raddoppieranno. E ancora: i data center dovranno offrire grandi spazi di archiviazione attraverso risorse di storage scalabili e affidabili.
Man mano che le aziende la integrano nelle loro attività, sfruttandone le funzionalità per la manutenzione predittiva, l’ottimizzazione dell’allocazione delle risorse e l’analisi avanzata dei dati, aumenta esponenzialmente la domanda di data center robusti, in grado di supportare i carichi di lavoro richiesti dal nuovo scenario.
Il settore Healthcare traina la crescita
Gli Health Big Data, che comprendono informazioni cliniche, epidemiologiche, genomiche, molecolari disponibili nei database delle organizzazioni sanitarie, ricoprono un ruolo sempre più importante nel settore. Utilizzare gli Health Big Data, mettendo un sistema sanitario in condizioni di apprendere dal proprio bagaglio informativo, è l’approccio del Learning Healthcare System (LHS) che consente di aumentare qualità e sicurezza delle cure nonché di ridurre i costi del sistema sanitario.I data center sono quindi un asset fondamentale per ospitare sistemi di gestione delle informazioni sanitarie (HIS), sistemi di imaging medico, applicazioni di telemedicina e altre tecnologie critiche per la fornitura di assistenza sanitaria.
Sempre più energivori
Dal punto di vista dimensionale, la maggior parte dei Data Center italiani è oggi di media e piccola potenza (<10MW) mentre i data center con alta potenza (>10MW) rappresentano oggi l’area di maggior sviluppo del mercato. Secondo il piano di sviluppo 2023 pubblicato da Terna, si può osservare che la prima richiesta di connessione effettuata nel 2013, è stata per una potenza in prelievo pari a 50 MW, in provincia di Milano. Per i successivi 7 anni la situazione è rimasta invariata fino a quando, nel 2020, la potenza richiesta è passata da 50 MW a 590 MW (+1080%). Dal 2020 in poi la richiesta di potenza aumenta quasi in modo esponenziale, passando da 590 MW al 2020, a 980 MW (+66%) nel 2021 e infine a 1,82 GW a dicembre 2022 (+80%).
Trasformare i modelli dei Data Center grazie all’AI generativa
“L’AI generativa richiede infrastrutture di gestione dei dati con una capacità di gran lunga superiore rispetto a quella dei Cloud convenzionali. Ciò richiede una rivalutazione strategica dell’infrastruttura esistente per accogliere il panorama in evoluzione delle tecnologie AI e ottimizzarne l’integrazione nei Data Center, che possono rivoluzionare i propri modelli operativi proprio avvalendosi del supporto dell’AI”, prosegue Verteramo.
Questo è possibile ad esempio per prevedere i modelli di carico di lavoro, ottimizzare l’allocazione delle risorse, ridurre il consumo energetico, ridurre le spese operative, migliorare la sostenibilità, analizzare l’infrastruttura dei data center per riprogettarla e ottimizzare le opzioni di layout.
Un ciclo di vita ottimizzato e sempre più sostenibile
Gli strumenti di intelligenza artificiale generativa per l’ottimizzazione degli asset consentono un approccio completo alla gestione del ciclo di vita dei data center, comprese le apparecchiature meccaniche, elettriche e idrauliche (MEP) e i server, prolungandone la durata operativa e incidendo positivamente sui costi e sulla sostenibilità. Ciò può includere persino la riduzione della spesa in conto capitale necessaria per le frequenti sostituzioni delle apparecchiature, con conseguenti risparmi sostanziali e un’allocazione più efficiente delle risorse. Il ruolo dell’intelligenza artificiale generativa si estende, infine, alle considerazioni ambientali, come la valutazione delle opportunità di raffreddamento e dello stato delle infrastrutture di rete nelle vicinanze, nonché l’esplorazione delle opzioni per il riutilizzo del calore di scarto in entità circostanti come aziende agricole, allevamenti ittici e scuole.