Cegeka lancia GRACE, il primo AI Sales Agent

Cegeka lancia GRACE, il primo AI Sales Agent

Grazie al suo funzionamento proattivo, che aggira la necessità di prompt specifici, il nuovo agente di vendita basato sull’AI generativa promette di rivoluzionare la user experience

Bella, misteriosa, in abiti da supereroina e con quello sguardo – nel suo caso celato da una maschera – che tanto ricorda il personaggio di Eva Kant: se non fosse già abbastanza chiaro dal suo nome, proprio come la coprotagonista di Diabolik, la nuova AI Agent lanciata da Cegeka è ispirata nientemeno che a Grace Kelly, immortale icona di femminilità, stile e indipendenza. Una scelta volutamente evocativa, racconta Fabio Betti, AI Strategist di Cegeka, che mira a comunicare un’identità precisa e distinta dalle schiere di Chatbot prive di volti. Un’identità ereditata direttamente dall’azienda, IT provider che nonostante la sua dimensione globale continua ad attenersi al suo slogan “pensa globalmente, agisci localmente”. Proponendo, in altre parole, soluzioni personalizzate in base alle diverse necessità dei singoli mercati. GRACE, allo stesso modo, è pensata per adattarsi in modo dinamico alle esigenze di clienti e aziende: non si limita a risposte generiche, ma offre informazioni mirate e pone domande specifiche all’utente, che poi sfrutta per raccogliere ulteriori dati e sviluppare un’interazione quanto più possibile naturale, sicura ed efficace.

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Una struttura modulare e altamente scalabile

Oltre alla libreria virtuale maturata dalle registrazioni e dall’elaborazione dei dati di tutti i meeting a tema AI da luglio 2023 a oggi, GRACE trae le sue potenzialità da una struttura strategica costruita su più livelli. Un primo agente detto “orchestratore”, infatti, serve da torre di controllo e coordina le attività di una serie di sub-agenti con diverse funzioni, chiamando in causa di volta in volta quello più adatto a soddisfare le richieste del cliente: l’”educatore” risponde a tutte le domande a tema AI appoggiandosi al database; il “coach” pone domande per identificarne gli interessi e di conseguenza personalizzare le proposte; l’”assessment” interroga invece le banche dati dell’azienda per poi tarare le soluzioni sulla base della sua maturità tecnologica.

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Esiste infine un ultimo sub-agente dedicato ai temi “dell’altro”, che risponde ai topic non inerenti all’AI e riporta la conversazione sui binari desiderati. «Questa tipologia di struttura», spiega Betti, «per quanto non strettamente necessaria a raggiungere i risultati quando le richieste sono semplici, è ciò che ci permette di conferire valore aggiunto alla user experience e rende il framework altamente scalabile per realtà più complesse».

Esempi di use case effettivi: l’impatto sui costi e sulla produttività

Grazie a queste caratteristiche, GRACE si presta a essere adottata nell’immediato da un’azienda, senza obbligare quest’ultima a cambiare infrastruttura e agevolando di conseguenza la transizione verso una data-driven company, integrandosi in modo agile con i sistemi preesistenti come ERP e CRM.

Parlando di possibili sviluppi, Betti cita l’esempio di un progetto in fase di implementazione per un cliente attivo nel settore dell’automotive, che si occupa della riparazione e sostituzione dei cristalli: «nel loro caso, il 25% delle richieste viene fatto online, il 25% attraverso chiamate e il restante direttamente nei punti vendita. Ma il 90% degli utenti che provano a fare domanda online abbandonano la pagina scoraggiati dalla complessità del questionario». Per ovviare a questo limite nasce Glassy, assistente AI “sorella” di GRACE, integrata con Whatsapp e pensata per offrire supporto 24/7 e reggere ai picchi di afflusso. Ed ecco che, invece di dover riempire 22 campi distinti, grazie a essa bastano un paio di input e l’invio di un video della vettura danneggiata, per ottenere una risposta più rapida e precisa. I benefici stimati? Sull’anno, con Glassy, i costi passerebbero da una media di 2.00€ a richiesta a circa 0.30€: una riduzione potenziale dell’85%.