Numeri in crescita e nuove soluzioni per consolidare l’uso dell’IA, anche per difendere le reti e generare codice
È un bel momento per Oracle. L’azienda, reduce dal CloudWorld 2024, sta portando a casa un successo dopo l’altro. “C’è una coincidenza di fattori che rende Oracle una compagnia primaria nel mondo dell’IT. Si tratta di una conseguenza del lavoro che abbiamo portato avanti negli ultimi anni” sottolinea Carlota Alvarez Pedreira, Chair of the Board & Country Manager, Oracle Italy e VP Legal, Oracle Southern Europe. “I risultati finanziari, annunciati durante la kermesse di Oracle a Las Vegas, sono andati ben oltre le aspettative”.
Parliamo di percentuali di crescita molto ampi, con ricavi superiori al 20% per il cloud e +45% di crescita per la sezione infrastrutturale. È invece di oltre il 10% la crescita dell’offerta applicativa. Un mercato globale che si rispecchia anche sullo scenario italiano.
Vale la pena ricordare che nel merito del Polo Strategico Nazionale, Oracle di recente ha stretto un nuovo accordo con Tim Enterprise per l’apertura di una seconda cloud region dedicata (DRCC, Dedicated Region Cloud@Customer) a Torino e basata sull’offerta Oracle Alloy. Inoltre, sempre con l’Università di Torino e in partnership con Tim Enterprise e Technology Reply, Oracle ha aperto un laboratorio di intelligenza artificiale per rendere più concreta l’applicazione della tecnologia a partire dalla ricerca. Questo a dimostrazione, di come la strategia IA di Oracle voglia partire dal basso. Una seconda cloud region di cloud pubblico/commerciale aprirà sempre a Torino con TIM Enterprise.
E lo spiega bene Michele Porcu, Vice President, Business Value Services & Strategy EMEA di Oracle. Il primo è l’essere spiccatamente B2B, nel senso cioè di voler vedere dietro il trend delle applicazioni concrete. “Poi – prosegue – l’esistenza di un approccio allargato al sistema, che preclude il terzo step, calare in use case precompilati le progettualità legate all’intelligenza artificiale”.
Le innovazioni tecnologiche
Il multicloud è stato uno degli annunci più importanti arrivati dal CloudWorld 2024. “La lucidità con cui oggi si manifesta la strategia multicloud di Oracle va di pari passo con il concetto di cloud distribuito” afferma Andrea Sinopoli, Vice President, Cloud Technology Country Leader Italy di Oracle. “L’erogazione di OCI nei data center di Azure ha seguito la stessa strategia rispetto a Google Cloud e di AWS. In questo modo, ricreiamo un pezzo di OCI nei server degli altri provider per fornire servizi specifici in maniera estesa e senza latenza. Riusciamo a supportare necessità di connessioni avanzate con una sicurezza perimetrale consolidata”.
La sicurezza con l’IA
Una novità che si sposa con il tema della capillarità. E qui arriva la possibilità di avere dentro i data center di clienti e partner tutti i servizi di Oracle all’interno di tre soli rack. “Il nome che meglio descrive tale opportunità è butterfly, ossia l’opportunità di estendere ulteriormente le capacità dei servizi cloud, arrivando laddove realmente servono. Qualcosa che è reso possibile dalla riprogettazione del cloud da parte di Oracle, che sin da subito ha sviluppato la propria piattaforma da zero, rendendola by default dinamica, accessibile e protetta.
Non a caso, chi ha necessità di livelli di sicurezza ancora maggiori, l’end-to-end offerto nel cloud pubblico può essere esteso anche nel private e ibrido. AI + security è il binomio che Oracle ha utilizzato per descrivere le novità relative alle soluzioni di difesa, potenziate appunto dall’intelligenza artificiale. “Entro il 2025, tutte le nostre applicazioni SaaS utilizzeranno la tecnologia autonomous per ridurre i rischi di sicurezza” prosegue Mario Nicosia, Technology Software Country Leader di Oracle Italy. Riconoscimenti biometrici, doppia autenticazione, addio alle password è già una realtà per Oracle, soprattutto in Italia, con l’idea di portare tutto il business dell’organizzazione verso i cosiddetti database biometrici, che permetteranno di sfruttare la biometria per applicazioni a valore aggiunto, come quelle finanziarie”. Quindi informazioni biometriche per garantire un accesso sicuro ma anche per un uso validato delle applicazioni.
Oracle ha implementato una infrastruttura di generazione di codice, basata su vari standard, come Apex, che non genera codice ma direttamente la logica applicativa dietro le informazioni. “L’intento è quello di ridurre le vulnerabilità e alzare il livello di sicurezza” conclude Nicosia.
Gli agenti IA
L’evoluzione data da Oracle agli applicativi si basa in misura quasi totale sull’IA. “La volontà è quella di dare ai clienti piattaforme funzionali, senza criticità, con una copertura end-to-end orizzontale, compresi erp, crm e supply chain. Healthcare, pharma, utilities, abbiamo applicativi verticali che rispondono a ogni richiesta di nicchia dei segmenti” conferma Giovanni Ravasio, Cloud Applications VP & Country Leader, Oracle Italy & Iberia. Per Oracle, qualsiasi soluzione di Oracle è presente nel quadrante di innovazione di Gartner, a maggior dimostrazione dell’impegno dell’azienda a 360 gradi su un’innovazione funzionale.
A 9 mesi dal lancio di ChatGpt, Oracle ha rilasciato circa 50 feature legate al linguaggio generativo. Successivamente, sono arrivate altre 50 funzionalità dedicate al contesto. Il motivo? Razionalizzare le potenzialità dell’IA, declinandole a bisogni reali.
Ulteriore ondata legata alla tecnologia GenAI riguarda il “reasoning”. Oracle è infatti impegnata a disegnare nuovi processi di business ideati dall’uomo ma mossi dall’IA. “Il tema forte è potersi basare su una infrastruttura proprietaria, con livelli di security e privacy definiti all’interno e dunque con LLM implementati che non hanno contatti con internet. Durante l’addestramento, riceve una grossa quantità di dati per tradurre le risposte ma una volta live, l’IA non ha alcuna inferenza con l’esterno. Il che risolve un bel problema dell’attuale scenario IT.