Secondo Orange Business, l’80% dei dati industriali generati all’interno dell’Unione Europea non viene utilizzato. L’AI serve a colmare il gap, ma c’è bisogno di integrazione
La fabbrica intelligente è una realtà complessa ma sempre più concreta, nonostante le problematiche di integrazione IT/OT. «Sul fronte dei costruttori di macchine industriali manca ancora una piena uniformità sui protocolli da utilizzare e sulle priorità» – osserva Pier Giuseppe Dal Farra, smart industries business expert di Orange Business. «Ma l’integrazione è in corso e aumenterà, perché l’intelligenza artificiale introdotta negli algoritmi che governano la produzione richiede dati che devono essere generati, estratti, salvati, elaborati. È un trend inevitabile».
L’AUTOMAZIONE DEI SISTEMI DI FABBRICA
L’approccio più indicato per dare un senso all’imponente coacervo di dati grezzi che si possono ottenere in questa nuova fase dell’automazione dei sistemi di fabbrica è il concetto di Unified Naming Space (UNS), che Orange Business mette alla base della sua azione consulenziale insieme alle logiche di “industrial data ops” applicate alle necessità analitiche della produzione. «In collaborazione con un importante attore nel settore automobilistico, stiamo attualmente valutando un progetto ambizioso che mira a integrare e unificare alcuni sistemi di produzione, sfruttando i Large Language Model per ottimizzare le prestazioni» – spiega l’esperto. Evoluzioni di questo tipo consentiranno un livello di competitività maggiore rispetto ai concorrenti che decidono di non innovare. Da dove nasce il problema di integrazione di macchine per le quali il controllo numerico non è certo una novità? «Perché macchine, dispositivi, sensori, piattaforme IT esistenti come ERP, MES, CRM, e ogni entità software o fisica da far dialogare sono di tantissimi tipi» – risponde Dal Farra. «Alcuni protocolli nascono in contesti aziendali che, fino a pochi anni fa, non avevano alcun dialogo con l’IT. Tuttavia, oggi è essenziale avere accesso a questa vasta gamma di dispositivi per prendere decisioni informate. L’astrazione fornita dall’UNS ci consente di colmare una evidente lacuna: a livello europeo, abbiamo stimato che almeno l’80% dei dati industriali disponibili rimane inutilizzato».
IL POTENZIALE DEI DATI INDUSTRIALI
La condivisione dei dati permette di sfruttare appieno l’intelligenza artificiale e machine learning, potenziando notevolmente le capacità analitiche oltre i limiti degli strumenti convenzionali e del lavoro dell’uomo. In situazioni apparentemente banali, come la scelta di un nuovo macchinario descritto in montagne di documentazione tecnica, l’AI può avere un ruolo davvero risolutivo. «Orange Business ha sviluppato un suo proprio tool di generative AI chiamata DinooToo che io stesso utilizzo quotidianamente» – spiega Dal Farra. «In pochi secondi, posso ricavare i punti essenziali di documenti di centinaia di pagine». Nel caso del costruttore automobilistico – il partner di Orange Business HiveMQ ha messo a disposizione il middleware che permette ai sistemi IT di dialogare fluidamente con impianti industriali di nuova generazione e con le macchine legacy. Gli esperti di Orange Business collaborano con i clienti per ottimizzare i tempi di manutenzione delle linee, utilizzando dati provenienti dal bordo-macchina e altre fonti esterne come i magazzini delle scorte. Inoltre, sviluppano app per gli aeroporti che guidano i passeggeri verso i percorsi di avvicinamento più rapidi e meno congestionati, gestendo le sfide legate alla diversità e alla sicurezza delle informazioni.