Digital employee experience continua

Nexthink trasforma l’adozione delle applicazioni in vantaggio anche per i team IT. Produttività e ROI aumentati grazie all’AI. La DEX rivoluziona l’ambiente di lavoro

Per anni trascurata a favore di altre applicazioni critiche per il business, la Digital employee experience (DEX) diventa priorità. Secondo Gartner, entro il 2025, il 50% delle organizzazioni IT avrà una strategia DEX per garantire un’esperienza digitale fluida, aumentare la produttivittà e semplificare il lavoro dei dipendenti. L’adozione del digitale riduce la numerosità dei ticket IT emessi per problemi non tecnici e migliora la gestione delle richieste di assistenza tecnica, abilitando per esempio l’invio di una correzione “one clic” a tutti coloro che sono stati colpiti da un bug.

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Separare l’adozione delle nuove tecnologie dall’esperienza digitale dei dipendenti, tanto più se l’azienda ha intrapreso un percorso di migrazione verso un modello di lavoro ibrido e remotizzato, non è oggi più possibile. Ed è per questo motivo che, per massimizzare le performance di dipendenti e applicazioni, si rendono sempre più necessarie soluzioni con una struttura portante di Digital employee experience come Nexthink Adopt.

L’ESPERIENZA DEI DIPENDENTI

«Alla base di un progetto DEX – spiega Alamo Pizzini, senior solution lead Italia di Nexthink – serve una visione che punta a trasformare l’azienda da soggetto solo reattivo nella gestione degli incidenti o dei disservizi segnalati dai business users a soggetto proattivo, permettendo di capire dove ci sono potenziali sacche di inefficienza nella complessità del workplace. Molte aziende operano con una visione parziale perché mancano di una soluzione che ottimizzi l’ultimo miglio con un approccio centrato sulle persone. Inoltre, non dispongono di strumenti per rilevare in modo strutturato il sentiment dei dipendenti e apportare i necessari correttivi».

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In molti casi – come conferma ancora il manager di Nexthink – l’inefficienza non è neppure dovuta ad anomalie tecniche ma a problemi di esperienza d’uso e di produttività personale, problemi a cui può rispondere un modulo di Adopt che aiuta l’utente a sentirsi più confidente con i nuovi strumenti digitali grazie a una guida in app che lo segue in modalità 24×7. L’affermarsi del paradigma della Digital employee experience impone al contempo un cambio di approccio anche ai fornitori di tecnologia. «Il nostro interlocutore è diverso» – spiega Pizzini.

«Prima gestiva solo il workplace, oggi è il responsabile HR o della sicurezza o chi si occupa di project development in ambito innovativo. Le aziende devono comprendere se e come i loro dipendenti vivono una buona esperienza sia individuale che collettiva. Per questo, è fondamentale segmentare i team in base alle modalità lavorative e mappare il sentiment e il livello di soddisfazione di ciascun gruppo».

MENO ERRORI, PIÙ VELOCITÀ DI RISPOSTA

L’intelligenza artificiale apre ora un nuovo orizzonte nell’ambito della gestione degli asset IT in uso e fa da moltiplicatore delle possibilità di automatizzare una serie di processi. «Stiamo andando verso la democratizzazione dei dati e come Nexthink cerchiamo di portare l’AI al servizio dell’utente finale, aiutandolo a fare autodiagnosi del problema tecnico grazie a un procedimento integrato nella nostra piattaforma. Dal lato dell’azienda, l’intelligenza artificiale va invece vista come il vettore che comprende più velocemente l’anomalia tecnica o un problema di adozione della nuova soluzione digitale, grazie ad agenti che funzioneranno da potenziatore dei ruoli che ruotano intorno all’IT».

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