Cyber Guru, piattaforma di Security Awareness Training, fa il punto sulle truffe più comuni per aiutare gli utenti a riconoscere i segnali d’allarme e difendersi in modo efficace dai cybercriminali
Nel mondo digitale di oggi, le promesse di guadagni facili e veloci si trovano ovunque, dalle e-mail personali alle pubblicità sui social media, ai messaggi privati su WhatsApp. Arrivano sotto forma di offerte di lavoro, dove fanno leva sul desiderio di lavorare da remoto delle persone, schiacciate tra la necessità di mantenersi e avere tempo libero a disposizione. Purtroppo, dietro queste offerte seducenti si nascondono spesso truffe ben orchestrate, progettate per ingannare e sottrarre denaro o dati personali. Cadere in questi tranelli è più facile di quanto sembri, per questo motivo, Cyber Guru, piattaforma di Security Awareness Training, fa il punto sulle truffe più comuni per aiutare gli utenti a riconoscere i segnali d’allarme e difendersi in modo efficace dai cybercriminali.
Se è troppo bello per essere vero… molto probabilmente è una truffa
Tra le trappole più diffuse degli ultimi mesi c’è la task scam, una truffa che propone false offerte di lavoro, con l’obiettivo di sottrarre denaro e informazioni personali.
Tutto inizia con un messaggio, SMS, WhatsApp o Telegram,
che promette guadagni dai 50 ai 500 euro all’ora per delle semplici attività, come mettere “like” su un post, seguire profili social, completare sondaggi o guardare video. Le vittime iniziano così a guadagnare piccole somme, ma alla fine il vero obiettivo dei criminali è sottrarre loro i dati personali, o, in alcuni casi, ottenere un pagamento anticipato per continuare il lavoro o sbloccare fantomatici pagamenti più grandi, precedentemente aperto per ricevere i pagamenti.
Quando si entra in contatto con questi messaggi è importante ignorarli, non cliccando mai sui link e non fornendo in nessun caso dati personali.
Molto simile è la truffa che coinvolge finte collaborazioni social dove fantomatici recruiter offrono ai malcapitati compensi e visibilità per diventare ambassador dei loro prodotti, gioielli, abbigliamento o anche prodotti di bellezza. Generalmente, le vittime vengono contattate tramite Direct Message (i DM come si chiamano su instagram) o inserite addirittura in chat di gruppo, allettandole con la possibilità di un radioso futuro da influencer. Peccato che sia tutta un’illusione: non esiste nessun programma di ambassadorship. Esistono solo truffatori che, nel migliore dei casi, cercano di affibbiare i loro prodotti – spesso di scarsa qualità – a utenti che li paghino di tasca propria, o ne paghino almeno la spedizione, frequentemente più cara del prodotto stesso, in cambio di pubblicità gratuita. Nel peggiore dei casi, dopo il primo acquisto e la promessa dell’invio di articoli gratuiti a cadenza mensile, spariranno e smetteranno di rispondere.
Oggi questo metodo risulta ormai consolidato, ma può ancora trarre in inganno chi ha poca dimestichezza con la tecnologia. Tuttavia, è possibile smascherare i criminali leggendo ad esempio i commenti sulla pagina “ufficiale”: sono positivi o negativi? Sembrano provenire da persone vere o da bot? E se questo non bastasse, digitare sui principali motori di ricerca il nome del brand per capire se esistono precedenti di truffa, o recensioni negative. In estrema ratio, se dopotutto il messaggio vi sembra affidabile, chiedere fin da subito se è previsto il pagamento della spedizione.
A queste strategie si aggiungono anche i finti trading guru che, spacciandosi per esperti, promettono guadagni elevati e rapidi attraverso investimenti in vari strumenti finanziari, come criptovalute, azioni o altri asset. Queste truffe possono assumere molte forme, ma il risultato finale è sempre lo stesso: la vittima perde il suo investimento, mentre i truffatori si dileguano nel nulla. Nella circostanza in cui la proposta di investimento avvenga tramite una piattaforma dedicata, un modo per fiutare subito la truffa è verificare se sia regolamentata da un’autorità finanziaria riconosciuta.
Attenzione poi alla truffa del “money mule” (letteralmente “mulo di denaro”), in cui titolari di conti bancari vengono ingannati o coinvolti consapevolmente nel trasferimento di denaro, generalmente rubato o derivato da attività di riciclaggio. Le vittime, in questi casi, vengono adescate con annunci di lavoro che promettono interessanti guadagni. Per ottenerli è sufficiente fornire un proprio conto corrente, dove verranno versati dei soldi che andranno poi inviati ad un altro conto o ritirati per consegnarli a qualcuno.
In tutti questi casi, si configura un vero e proprio reato finanziario, quindi è importante evitare di accettare proposte di questo tipo che promettono soldi facili, non condividere i propri dati bancari e, nel caso in cui si sia già stati reclutati, denunciare subito alle forze dell’ordine.
“Per difendersi da questo tipo di truffe è fondamentale mantenere un approccio sempre critico e consapevole verso le offerte eccessivamente vantaggiose. È importante verificare sempre l’autenticità delle proposte di lavoro o di collaborazione, facendo ricerche sull’affidabilità delle aziende e diffidando di quelle sconosciute o prive di una chiara presenza online” – spiega Maurizio Zacchi Academy Director di Cyber Guru. “In particolare, non bisogna mai pagare per partecipare a programmi, recensire prodotti o aprire account per ricevere pagamenti, poiché queste richieste di denaro in anticipo sono spesso segnali di truffa. Proteggere i propri dati personali e finanziari è fondamentale, non bisogna mai condividerli a meno che non si sia certi della legittimità della richiesta. Inutile ricordare di non cliccare su link sospetti ricevuti tramite e-mail o messaggi, che potrebbero portare a siti di phishing o installare malware sui dispositivi”.