A cura di Erminio Polito, direttore Energy & Utilities di Minsait in Italia
Negli ultimi anni, lo sviluppo dei prosumer (consumatori con capacità di produzione di energia) è stato frenato da due ostacoli: da un lato, la difficoltà di accesso ai sistemi di accumulo di energia, che hanno ancora prezzi elevati, rendendo difficile mitigare l’intermittenza della produzione fotovoltaica; dall’altro, la mancanza di una remunerazione interessante per la vendita del prodotto in eccesso. Costi elevati e bassa redditività costituiscono un cocktail pesante per lo sviluppo di questa figura, cruciale per la transizione verso un modello energetico decentralizzato, più efficiente e sostenibile.
Nonostante le difficoltà, il Ministero dell’Ambiente stima che in Italia ci siano già circa 1,4 milioni di prosumer, la maggior parte dei quali piccoli produttori da impianti fotovoltaici a energia rinnovabile. In Europa, l’Enea (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) stima che entro il 2050, il 45% di tutta l’elettricità verde sarà generata dai cittadini.
Una delle strade esplorate in Europa per risolvere i due ostacoli allo sviluppo dei prosumer è stata la creazione di comunità energetiche. Queste comunità sono a uno stadio ancora embrionale in Italia, ma sono destinate a crescere significativamente a seguito delle misure di incentivazione approvate dal Governo, che ha stanziato a tal fine 2,2 miliardi di euro di fondi PNRR. Esse rappresentano un’opportunità per i produttori-consumatori di raggrupparsi e, utilizzando le infrastrutture di rete pubbliche o autonomamente attraverso reti private (installando e gestendo le proprie microgrid), avere maggiore capacità di investimento e flessibilità nel consumo e nella produzione di energia rinnovabile. Questi sistemi comunitari, che includono anche asset di accumulo e servizi di ricarica, se gestiti in modo flessibile e coordinato con la produzione e il consumo, massimizzano l’utilizzo delle eccedenze e quindi il risparmio energetico.
Naturalmente, un contesto energetico comunitario aumenta la complessità della gestione, sia amministrativa che tecnica. Per questo motivo, le piattaforme informatiche per la gestione delle comunità energetiche stanno diventando sempre più importanti. Con i giusti strumenti digitali, le comunità energetiche diventano una nuova unità di gestione del sistema energetico locale, fornendo visibilità all’operatore di rete e partecipando a vari mercati che generano nuove entrate per i consumatori. Inoltre, queste applicazioni possono fornire ai membri della comunità un’ulteriore serie di informazioni sulla loro produzione e consumo di energia, consentendo loro di prendere decisioni più informate per ottimizzare le loro operazioni e di integrarsi con altri processi o sistemi esistenti.
Nei prossimi anni, le piattaforme tecnologiche integrate diventeranno sempre più cruciali per la gestione end-to-end del ciclo di vita delle comunità energetiche. Grazie all’integrazione con le apparecchiature e i dispositivi della comunità e all’uso di strumenti basati sull’intelligenza artificiale, queste soluzioni consentono la partecipazione ai servizi ausiliari di rete e ai mercati energetici e sono in grado di coprire tutti gli aspetti della gestione collettiva, dalla selezione dei membri idonei della comunità, all’ottimizzazione di asset come le batterie e le infrastrutture di ricarica per i veicoli elettrici, con l’obiettivo di massimizzare la sostenibilità e la redditività della comunità.
In sintesi, la risposta alla complessità della gestione energetica collettiva risiede nello sviluppo tecnologico. Le piattaforme integrate di gestione delle comunità energetiche si profilano come abilitatori tecnologici essenziali per ridurre “la povertà energetica” e promuovere l’inclusione territoriale. Grazie a una gestione unificata, queste piattaforme possono portare benefici significativi ai gruppi più vulnerabili e diffondere modelli energetici sostenibili nelle aree che ne hanno più bisogno. Così l’energia e, in particolare, le comunità energetiche, si trasformano in strumenti di coesione sociale, dinamismo economico, crescita sostenibile, intelligente e inclusiva.