Prima di parlare della NIS 2 facciamo un esperimento. Partiamo dal fenomeno Taylor Swift, una leggenda nel mondo dello spettacolo, la cui influenza si estende ben oltre le classifiche musicali, arrivando a plasmare l’economia globale. La “Swiftonomics” dimostra come una popstar può scatenare un uragano di guadagni.
L’Eras Tour ha generato più entrate di qualsiasi altro evento nella storia della musica, con oltre cinque miliardi di dollari solo negli USA. Contemporanea “regina Mida” in glitter e paillettes, Taylor trasforma tutto ciò che tocca in oro. Biglietti esauriti in pochi secondi e prezzi alle stelle; fan sfegatati all’assalto del merchandising. L’effetto valanga sui consumi coinvolge hotel, ristoranti, trasporti addirittura il mercato azionario. Persino l’impatto sull’inflazione è stato così forte che alcuni economisti hanno ironicamente coniato il termine “Swiftlation”.
Ma potere economico a parte, innegabile, la Swiftmania non è solo una macchina da soldi. I suoi concerti sono eventi di portata mondiale, capaci di riunire persone di ogni ceto sociale e provenienza. La sua musica e il suo messaggio di empowerment femminile ispirano e motivano milioni di giovani donne e non solo. Tutto questo ha un qualche legame con la NIS 2? Poiché parliamo di un fenomeno che travalica i confini musicali, forse vale la pena domandarsi se in vista del recepimento della direttiva da parte dei membri della UE sia possibile trarre qualche insegnamento dall’effetto Swift sull’economia. Un test che abbiamo condiviso con Gemini.
Il primo confronto interessante suggerito dall’intelligenza artificiale di Google è tra la propensione a spendere dei fan della cantante americana, disposti a tutto pur di accaparrarsi album e biglietti per i concerti, e l’attitudine di stati e aziende nei confronti degli investimenti in sicurezza. Come sentiremo dire sino allo sfinimento, la NIS 2 impone nuovi obblighi, ma rappresenta anche un’opportunità per modernizzare le infrastrutture critiche e renderle più resilienti agli attacchi informatici. L’invito di Gemini è di abbandonare resistenze e vincoli di bilancio per investire pesantemente nella sicurezza.
Secondo punto: la cybersecurity non è un contest per solisti ma una guerra di lunga durata che non si può combattere da soli. Tutti gli attori coinvolti devono cooperare per condividere informazioni, sviluppare soluzioni comuni e affrontare le minacce in modo coordinato. Anche qui, la mitica Swift può insegnarci qualcosa. Il successo planetario è un mix complesso di fattori. Non basta il talento, serve anche l’abilità nel collaborare con altri artisti e professionisti, sperimentare nuovi generi musicali e reinventarsi. Proprio come deve fare la cybersecurity, abbracciando l’innovazione per stare al passo con le minacce. L’intelligenza artificiale può giocare un ruolo importante, ma ancora di più – vaticina Gemini – in un futuro non troppo lontano a contare sarà la ricerca quantistica.
La Swiftonomics dimostra altresì l’efficacia di un pubblico appassionato nel promuovere la sensibilizzazione e l’engagement. Tutti riconoscono l’importanza di educare il pubblico sui rischi del cybercrimine e la necessità di coinvolgerlo attivamente. Se campagne informative, corsi di formazione e iniziative di sensibilizzazione riuscissero a catturare anche solo una frazione del rapporto che lega l’artista ai suoi fan, potrebbero davvero fare la differenza nel creare una cultura della sicurezza diffusa.
La cybersecurity da tempo non è più solo una questione di tecnologia. Proprio come il fenomeno Swift conta su fattori economici, collaborativi e d’innovazione. Se come auspica Gemini tutti i soggetti impattati dalla NIS 2 sapranno trarre ispirazione da questa popstar di successo, la direttiva potrebbe imprimere una svolta decisiva alla lotta contro il cybercrimine e creare un futuro digitale più sicuro per tutti. A questo punto, rewind e facciamo un ultimo sforzo: interroghiamo l’altra intelligenza, la nostra.