L’AD di E-Distribuzione Vincenzo Ranieri: «Le reti energetiche come asset per la nuova rivoluzione industriale europea»
L’Italia saprà capitalizzare la stabilità politica attuale per affrontare i costi e le sfide della transizione energetica? Mentre la Regione Sardegna approva la moratoria di 18 mesi che blocca ogni nuovo progetto di energia rinnovabile, eolico e fotovoltaico compresi, stando agli ultimi dati disponibili sul mercato dell’energia, il prezzo dell’energia viaggia verso i 100 euro al megawattora che non sono sostenibili per la competitività dell’imprese. A Bruxelles, l’Italia ha sollevalo la questione della neutralità energetica nel journey carbon zero con la cattura della CO2 alla fonte e l’impegno sulle rinnovabili nucleare compreso, ma i biocarburanti sono ancora fuori dalla tassonomia europea, benché possano fare da “middleware” nel sistema operativo della transizione energetica, aiutando tutta la filiera del motore endotermico a trasformarsi.
«Le reti elettriche sono abilitanti per lo sviluppo del Paese» – Vincenzo Ranieri, amministratore delegato di E-Distribuzione e presidente di EU DSO-Entity, l’associazione europea dei Distribution System Operators. Questo significa connettività e cavi di nuova generazione, IoT e Digital Twin per controllo digitale, ma anche per e AI per il potenziamento della pianificazione data-driven, della sicurezza e di una transizione energetica più sostenibile. Le parole di Ranieri mettono in luce l’importanza di una rete elettrica intelligente e la necessità di un approccio strategico agli investimenti, elementi fondamentali per garantire una crescita sostenibile e competitiva dell’industria italiana ed europea.
«Ci troviamo davanti alla sfida della seconda elettrificazione del Paese con un piano di investimenti di oltre 12 miliardi di euro in tre anni. Gli investimenti nello sviluppo delle infrastrutture energetiche sono un moltiplicatore di ricchezza. Bisogna rafforzare il posizionamento dell’Italia nel Mediterraneo e favorire la competitività delle filiere produttive come priorità strategica».
Trasformazione digitale e transizione energetica devono concorrere a quella che Ranieri definisce «transizione industriale» – per far sì che le imprese italiane possano competere con successo.
La neutralità è un principio regolativo secondo il quale le politiche, le normative e le decisioni governative dovrebbero essere progettate in modo da non favorire una specifica tecnologia rispetto ad altre. Questo approccio si basa sull’idea che le decisioni su quali tecnologie utilizzare dovrebbero essere lasciate al mercato e agli attori privati, in modo che l’innovazione possa prosperare e le soluzioni più efficienti ed efficaci possano emergere senza interferenze governative.
In ambito energetico, la neutralità tecnologica significa che le politiche per ridurre le emissioni di carbonio non dovrebbero specificare quale tecnologia (solare, eolica, nucleare…) debba essere utilizzata. Invece, dovrebbero stabilire obiettivi di riduzione delle emissioni, lasciando che il mercato trovi le soluzioni più efficaci per raggiungerli.
«Oggi la transizione energetica in Italia è in atto in maniera diffusa e democratizzata» – conferma Ranieri, che sottolinea come le reti elettriche siano in grado di accogliere una grandissima quantità di richieste di connessione. Questo risultato è il frutto di un lavoro iniziato vent’anni fa e che ha portato le reti Enel in Italia a diventare un riferimento internazionale in termini di digitalizzazione.
Le reti elettriche moderne devono essere potenti e digitali per gestire l’intermittenza della produzione di energia rinnovabile. «L’energia rinnovabile è bella, ma è intermittente» – afferma Ranieri, evidenziando la necessità di Smart Grid capaci di gestire questi flussi dinamici. «Le Smart Grid non solo permettono di accogliere e distribuire l’energia in modo efficiente, ma garantiscono anche una gestione intelligente delle risorse, fondamentale per una transizione energetica sostenibile».
Ranieri sottolinea anche come la digitalizzazione delle reti sia stata un processo continuo, iniziato vent’anni fa, che oggi permette a Enel di anticipare e gestire efficacemente gli investimenti necessari per il Paese. «Siamo un’azienda di sistema e dobbiamo essere capaci di far crescere la filiera» – spiega Ranieri. Questo approccio non solo sostiene la crescita industriale, ma rappresenta anche una priorità politica ed economica per l’Italia e l’Europa. Per Ranieri, è cruciale che le imprese italiane ed europee possano competere a livello internazionale senza dipendere dai sussidi. «Se non facciamo in modo che la filiera manifatturiera e produttiva italiana ed europea cresca, rischiamo ancora una volta di perdere l’opportunità di re-industrializzare l’Europa. Le nostre imprese devono poter competere a darmi pari».