Visibilità senza confini

OPTIC, il telescopio smart puntato sull’operatività cloud per garantire la massima osservabilità e governance su tutti i punti dell’infrastruttura virtuale ibrida e multi-cloud

Partendo dal tema dell’accessibilità dell’informazione, che rimane l’obiettivo primario delle soluzioni OpenText, esiste oggi un tipo di informazione – quella riguardante l’operatività dell’infrastruttura cloud, i suoi asset fisici e virtuali, i suoi vari livelli di configurazione e automazione – senza la quale non ci può essere una governance efficace del modello ibrido e multicloud oggi dominante e dei suoi costi. «Tutta l’area OpenText dedicata all’IT operations management si concentra sull’informazione legata agli asset più tecnologici delle infrastrutture» – spiega il senior solution consultant Mauro Ferrami. «Dare valore al cloud significa infatti garantire la massima osservabilità e governance su tutti i punti di cui si compone la complessa infrastruttura virtuale».

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LA TRIADE DELLA OBSERVABILITY

La visibilità – secondo OpenText – si basa su una piattaforma orizzontale aperta e interoperabile le cui verticalizzazioni vanno a coprire l’intera operatività dell’IT aziendale, assicurando al contempo la piena integrabilità e interoperabilità con gli strumenti di gestione infrastrutturale o applicativa di cui il cliente può già disporre. L’ambiente OPTIC (Open platform for transformation, intelligence and cloud) viene inoltre reso disponibile in tutte le modalità, onprem e SaaS, adattandosi alle specifiche caratteristiche di ogni azienda. Quali sono i suoi elementi costitutivi? «Al centro, troviamo il sistema di configuration management costruito grazie alle funzioni di discovery dinamica e real-time dell’intero ecosistema IT sia esso legacy o basato sui nuovi modelli cloud» – spiega Ferrami. L’altro punto importante è il data lake Vertica, un repository Big Data condiviso da altri strumenti OpenText, in cui far confluire tutti i dati e i log generati dagli strumenti di operation management, sempre in modo aperto e interoperabile. Il terzo punto è il motore intelligente di orchestrazione e automazione. «Qui si possono orchestrare tutti quei processi tecnologici che intervengono sull’ambiente infrastrutturale. Pensiamo alle tipiche azioni di back end, come il provisioning delle risorse, il patching del software, fino agli interventi diretti sui singoli client in ottica RPA». La triade citata da Ferrami diventa per OpenText il fondamento della strategia nell’ambito della governance ed observability, per fornire una mappatura costante dello stato di salute dei processi che sono alla base dei servizi IT e della loro performance. «Abbiamo in altre parole la possibilità di osservare l’intera filiera del servizio, dal bocchettone di rete fino all’esperienza del suo utente finale».

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L’AI AL SERVIZIO DELL’IT OPERATIONS

Verso questa stessa direzione puntano la Cloud management platform, utilizzata anche per il controllo dei costi economici e ambientali dei servizi cloud nativi, e il nuovo ambiente di Enterprise Service Management che partendo dai singoli processi definiti in ambito ITIL oggi viene utilizzato da molti utenti anche per gestire processi in molti ambiti funzionali e amministrativi, grazie alle sue capacità di estensione e configurazione codeless. A supporto dell’intero portafoglio di soluzioni, si inserisce infine la pervasiva intelligenza artificiale di OpenText Aviator, l’assistente virtuale dell’IT operation manager. «Ci sono già diverse declinazioni di Aviator, sia nell’ambito dell’Enterprise Service Management, dove interviene per indirizzare al meglio le richieste degli utenti, agendo come un operatore di primo livello, e per affiancare gli operatori con suggerimenti basati sulla conoscenza delle policy di servizio del cliente, sia in quello del monitoraggio e dell’intervento sugli alert di natura più infrastrutturale, fornendo un valido supporto alla diagnosi e al ripristino di situazioni anomale».