La cybersecurity sta assumendo un ruolo cruciale nella protezione delle infrastrutture e può essere un nuovo motore di sostenibilità: questa visione porta a ridefinire gli standard operativi delle imprese e a creare nuovi modelli di business che considerano non solo gli aspetti economici, ma anche quelli sociali e ambientali in un’ottica di resilienza.
Spesso quando avviene un attacco a una infrastruttura, si tende a sottovalutare l’impatto che ha al di fuori del confine aziendale. Un attacco a un depuratore di un acquedotto – per esempio – potrebbe avere una ricaduta sulla salute degli utenti che sono serviti in quel circuito idrico; un attacco a un ospedale, potrebbe portare con sé una dilatazione nei tempi per la diagnostica, con impatto importante sulla salute dei pazienti e sull’ecosistema sociale di quel territorio. Stesso discorso vale per un fornitore di energia elettrica: l’interruzione prolungata del servizio, conseguenza di un attacco, potrebbe voler dire – per un’azienda alimentare legata alla catena del freddo – perdite aziendali importanti.
Leggere le tecnologie cyber come abilitatori dello sviluppo sostenibile vuol dire mettere la resilenza dei servizi delle aziende protette al primo posto, ridefinendo gli standard operativi e avendo come ulteriori KPI, gli SGD dell’Agenda 2030. È con questo spirito che nasce la ricerca “Cyber Security e Sostenibilità” realizzata dalla nostra azienda con la Fondazione per la Sostenibilità Digitale, che ha coinvolto oltre cento CIO, con l’intento di mettere in luce le interconnessioni tra cybersecurity e obiettivi di sostenibilità, esplorando le implicazioni ambientali, economiche e sociali.
Dalla ricerca è emerso chiaramente che la sicurezza informatica è vista come un elemento fondamentale per promuovere la sostenibilità, in modo particolare in tre aree, ciascuna delle quali influisce in modo significativo su oltre la metà degli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030.
La prima area riguarda l’integrazione tra la sfera digitale dei sistemi IT e quella fisica dell’OT (Operational technology). I sistemi informatici sono sempre più spesso responsabili del controllo di dispositivi fisici, rendendo fondamentale un allineamento tra queste due dimensioni. La protezione integrata di questi due mondi è vista come essenziale per la protezione dell’ambiente, la resilienza delle infrastrutture critiche e il loro valore economico, con notevoli implicazioni nei settori sanitario ed energetico, e in quello manifatturiero.
La seconda area è quella della privacy: in un contesto di sostenibilità, la protezione dei dati personali rappresenta non solo un obbligo etico, ma anche un’opportunità per promuovere pratiche rispettose delle persone, stimolandone la fiducia e l’utilizzo consapevole.
Infine, la sovranità digitale assume un ruolo centrale nella gestione e regolamentazione delle tecnologie e dei servizi digitali nazionali. La cybersecurity è emersa come un elemento imprescindibile, contestualmente alla necessità di investire in soluzioni di cybersecurity che siano indipendenti da influenze di nazioni estere.
I risultati della ricerca hanno portato alla luce le intersezioni tra sicurezza digitale e sostenibilità, che sono nel DNA di Gyala. La cybersecurity è un abilitatore per raggiungere gli obiettivi dell’Agenda 2030. Integrare quindi la sostenibilità nella cybersecurity e promuovere lo sviluppo sostenibile e la responsabilità sociale d’impresa rappresentano un impegno preciso e un approccio proattivo da portare avanti come Sistema Paese.
Andrea Storico, chairman & founder di Gyala