Baldassarra: “Il nostro è uno studio che comprende aspetti economici, giuridici e sociali dell’intelligenza artificiale e abbiamo deciso di renderlo accessibile a tutti per diffondere l’importanza di investire in un ecosistema IA italiano-europeo”
Un whitepaper sull’Intelligenza Artificiale, per fare il punto sull’evoluzione dell’industria italiana ed europea, per evidenziare quali criticità hanno determinato un forte ritardo rispetto alle Big Tech e, soprattutto, per chiedere l’adozione di una serie di misure, ora che l’Italia con la delega al governo e l’Ue, con l’AI Act vogliono tracciare il perimetro del settore. Il documento, realizzato da Seeweb – azienda italiana con Data Center nel Lazio e nella Lombardia e impegnata nel fornire infrastrutture per l’Intelligenza Artificiale – si intitola “L’economia dei dati nell’intelligenza artificiale – Una guida per combattere le diseguaglianze industriali contro ogni esternalità economica e sociale”, è stato presentato in anteprima nel corso dell’evento che l’azienda ha organizzato il 16 aprile a Roma, e adesso viene messo a disposizione di tutti gli stakeholder che vogliono intervenire nel confronto.
La delega al governo italiano e l’AI Act europeo possono rappresentare allo stesso tempo un volano per il settore, ma secondo Antonio Baldassarra, Ceo di Seeweb, il nodo fondamentale non è come i legislatori calibrano gli interventi, ma come reagiscono le aziende e gli altri soggetti che utilizzano l’AI. “Se la domanda si mostra attenta alle esigenze che Italia e Ue intendono tutelare – ha detto Baldassarra nel corso della presentazione – allora le imprese europee si troveranno in una posizione di vantaggio, dal momento che si saranno già adeguate a quelle norme. In caso contrario, si troveranno a dover competere con player internazionali che non sono tenuti a rispettare quelle regole, e questo non farà che aumentare il ritardo”.
Tra le varie proposte contenute nel whitepaper, Seeweb chiede in particolare di garantire l’accesso ai dati di input per allenare sistemi di Intelligenza Artificiale; dare maggiori poteri alle Autorità Antitrust per prevenire concentrazioni, acquisizioni di start-up AI e altri fenomeni che alterano la concorrenza; impedire che si creino posizioni dominanti sui mercati ancillari; favorire una commessa pubblica che consenta alle aziende italiane della filiera di crescere; introdurre nei programmi delle materie STEM anche lo studio dei sistemi dominanti italiani, in lingua italiana, di fornitori italiani.
L’azienda sottolinea che lo sviluppo del settore contribuirebbe ad arginare la fuga dei cervelli, un fattore che sta aumentando fortemente il gap con gli altri Paesi. “Solamente garantendo uno sviluppo industriale ed una adeguata formazione – si legge nel Libro Bianco – si potranno minimizzare le esternalità negative che portano anche fenomeni di ‘brain drain’, ovvero di fuga dei cervelli e minimizzare gli impatti sul mondo del lavoro”. Allo stesso tempo però è fondamentale che le facoltà STEM organizzino corsi anche sui sistemi sviluppati dalle imprese italiane, di modo che gli studenti non conoscano solamente quelli delle Big Tech.
Secondo Seeweb, è necessario anche ridisegnare il ruolo della commessa pubblica in Italia, che al momento non è allineata con le esigenze del settore. “Abbiamo una commessa pubblica che in nome dell’ottimizzazione in qualche maniera scavalca la realtà industriale, soprattutto italiana ma anche europea. E di conseguenza – ha spiegato il Ceo di Seeweb – pur essendo finanziata grazie ai soldi del contribuente, essa non si riflette sulla crescita industriale del Paese. È decisamente un’anomalia da correggere”.
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