Come rimettere l’industria al centro dell’agenda europea. L’IT al servizio del manufacturing e il ruolo emergente del CIO come chief ecosystem officer. L’integrazione di tecnologie all’avanguardia per un nuovo modello di produzione. Con il contributo di Bianchi Bicycles, Comau, ST Powder Coatings e Wittur Group
Che cosa hanno in comune biciclette, robot industriali, vernici in polvere e compenti per ascensori e montacarichi? Pur appartenendo a settori diversi, condividono aspetti comuni legati alla produzione, alla presenza internazionale, all’innovazione tecnologica, alla ricerca applicata con un alto numero di brevetti, alla qualità in termini di total life-cycle assessment e alla sicurezza.
Bianchi Bicycles, è il più storico e iconico marchio di biciclette, forte di oltre 130 anni di storia, oltre che modello riuscito di reshoring e trasformazione digitale. Con la riorganizzazione completata e lo stabilimento sorto a fianco di quello storico a Treviglio (Bg), a fronte di un fatturato di circa 40 milioni di euro, Bianchi ha nei piani di sfornare mille biciclette ogni otto ore, portando la forza lavoro da 180 a 250 dipendenti.
Comau, Gruppo Stellantis, opera nel settore dell’automazione industriale. Produce robot industriali, sistemi di automazione e soluzioni avanzate per la produzione industriale in diversi settori, dall’automotive all’aerospace, e interpreta il un nuovo modello di produzione che ottimizza l’automazione orientata all’uomo e alla macchina. Comau sta lavorando anche per industrializzare i processi di produzione sia di elettrolizzatori che di celle a combustibile e, più in generale, di tutte quelle tecnologie necessarie per l’adozione su larga scala dell’idrogeno.
ST Powder Coatings è un attore di primo piano nel settore delle resine in polvere. I rivestimenti in polvere sono utilizzati per proteggere e decorare una vasta gamma di materiali, compresi metalli, legno e plastica, e trovano impiego in vari settori, come l’automotive, l’arredamento, le attrezzature sportive, l’edilizia. I laboratori di ST Powder Coatings sono impegnati nella ricerca di processi a bassa temperatura e materiali di nuova concezione non derivanti dal petrolio.
Wittur Group è attiva nel settore dei componenti per ascensori. Produce e fornisce componenti e sistemi per ascensori e montacarichi, inclusi porte, cabine, sistemi avanzati con un focus crescente sull’efficienza energetica, la connettività intelligente, le alte prestazioni, la sicurezza e il comfort. La storia del trasporto verticale è sicuramente una storia di innovazione che ha contribuito a trasformare l’architettura urbana.
Quattro realtà imprenditoriali, simbolo del potenziale industriale dell’asse Italia, Francia e Germania, che convergono nell’affermazione di un futuro sostenibile e digitale. Queste aziende non solo rappresentano la forza produttiva di tre economie chiave, ma incanalano le aspettative di un’economia europea più competitiva e tecnologicamente avanzata a livello globale.
METAMORFOSI SENZA PRECEDENTI
Nel 2024, i CIO del settore manifatturiero si trovano al centro di una profonda rivoluzione. Il settore manifatturiero non è più solo il dominio dei macchinari e delle linee di produzione tradizionali. Con l’avvento delle tecnologie Industry 4.0 (IIoT, AI, analisi predittiva, cobots, visione e automazione avanzata) e verso l’evoluzione 5.0 (che spinge verso una maggiore collaborazione uomo-macchina), i CIO si trovano di fronte a un nuovo paradigma di innovazione e competitività che si concentra sull’automazione dei processi industriali e sull’integrazione delle tecnologie digitali per rendere le operazioni più efficienti e produttive. Con il crescente impegno delle aziende manifatturiere nella creazione di partnership all’interno dei loro ecosistemi e l’aumento della complessità dei sistemi e dei processi, i CIO saranno sempre più coinvolti nella definizione delle modalità di interazione della propria organizzazione con i partner. Grazie al loro unico mix di conoscenze aziendali, tecnologiche e informatiche, i CIO sono in grado di progettare e guidare le iniziative dell’ecosistema, assumendo di fatto il ruolo di “altro” CEO: il chief ecosystem officer. I confini tradizionali del manufacturing si stanno sgretolando, sostituiti da una rete complessa di fornitori, partner, clienti e altre realtà che lavorano insieme per creare valore condiviso.
Secondo gli esperti del Team Manufacturing di IDC Insights, entro il 2025, un CIO su quattro ricoprirà anche il ruolo di chief ecosystem officer, per orchestrare l’IT e il business all’interno dell’ecosistema per soddisfare le esigenze dei clienti e ridurre i costi. Questo ruolo, inizialmente una proiezione evolutiva del tradizionale chief information officer (CIO), si sta rapidamente affermando come punto focale per l’orchestrazione e la gestione dell’ecosistema aziendale. Mentre il CEO tradizionale si concentra sulla visione strategica e sulla guida generale dell’organizzazione, il CIO diventa “l’altro CEO” che si occupa di coordinare l’IT e il Business per soddisfare le esigenze dei clienti e ridurre i costi all’interno dell’ecosistema. Nel contesto aziendale di ST Powder Coatings, il ruolo dell’IT è quello di coordinare e integrare soluzioni identificate, spesso agendo in autonomia rispetto ad altre aree organizzative. Un chiaro orientamento verso le soluzioni cloud, sebbene non sia sempre una scelta obbligata, insieme all’adozione di interfacce web per gli utenti, talvolta esterni all’organizzazione, sta permettendo una crescita senza impattare sulle infrastrutture e sui sistemi esistenti. A titolo esemplificativo – come spiega il Group CIO Andrea Lanza – è stato introdotto un sistema CRM nel Gruppo che funge anche da collettore con filiali e distributori, consentendo di raccogliere in modo uniforme dati e informazioni precedentemente disperse su diversi sistemi, talvolta poco accessibili centralmente. Questo sistema offre inoltre la possibilità di gestire con efficacia le opportunità anche in aree e mercati meno sviluppati.
In ambito più tradizionale – spiega Lanza – «la possibilità di governare, supervisionare e supportare, anche da remoto, impianti e processi complessi hanno spinto i produttori di tecnologia in ambito industriale ad adattare e proporre soluzioni digitali, dove in precedenza a prevalere erano l’attenzione alla robustezza delle soluzioni industriali». In ambito operations, ST Powder Coatings sta investendo nel rinnovamento di applicativi e sistemi al fine di migliorare la sicurezza attraverso l’adozione di soluzioni di cybersecurity precedentemente non compatibili con l’infrastruttura esistente. «Questo rinnovamento semplificherà inoltre le interfacce degli operatori, consentendo la raccolta digitale di informazioni e dati di produzione direttamente dalla fonte». In quest’ottica, la collaborazione e il confronto costante tra le diverse esigenze aziendali e le molteplici tecnologie digitali proposte sono fondamentali per identificare e selezionare i progetti più adatti, garantendo soluzioni robuste, conformi alle normative e in grado di soddisfare le necessità dei clienti.
Passando all’automotive, Comau si sta concentrando moltissimo sui sistemi di visione. «Siamo tra i pochi sul mercato che producono sia i robot che i sistemi di visione, ma offriamo anche servizi di integrazione con 50 anni di esperienza nel settore manifatturiero mondiale» – spiega Giovanni Di Stefano, head of Products and Solutions Engineering – Advanced Automation Solutions di Comau. «Abbiamo anche sviluppato una piattaforma IoT per la raccolta dei dati e la tracciabilità della produzione dei nostri clienti, che installiamo all’interno di alcune nostre soluzioni integrate come per esempio quella di saldatura ad arco, oppure sulle linee che realizziamo per i nostri clienti. Inoltre, stiamo completando la transizione al cloud, dando la possibilità al cliente di scegliere se vuole lavorare con un hardware locale di sua proprietà, oppure con un cloud privato o con un cloud di terze parti, garantendo sempre e comunque di non compromettere la sicurezza dei dati».
Uma Shankar, CIO e membro dell’Executive Management Team di Wittur Group, evidenzia le sfide attuali nel settore della produzione dei componenti per ascensori. Tra i fattori che influenzano tale contesto, emergono la Guerra in Ucraina e la contrazione dei mercati chiave come la Cina. Ecco come l’azienda sta abbracciando l’innovazione digitale per espandere la sua presenza globale e migliorare il servizio clienti. «Abbiamo implementato una piattaforma di e-commerce per la vendita di pezzi di ricambio, facilitando l’accesso per i clienti nei diversi mercati. Continueremo il nostro impegno a espanderci verso nuovi mercati nei prossimi anni. Inoltre, abbiamo delineato una roadmap di PLM per i prossimi quattro anni, con l’obiettivo di ottimizzare il processo di sviluppo del prodotto e ridurre i tempi di commercializzazione. Questo si tradurrà in un miglioramento della collaborazione interna e dell’efficienza complessiva. Recentemente, abbiamo avviato l’implementazione di una piattaforma CRM avanzata al fine di ottimizzare la gestione dei contatti e delle offerte. Questo ci consentirà di migliorare le relazioni con i clienti, aumentare l’efficienza operativa e massimizzare le opportunità di vendita. Attraverso l’implementazione di una piattaforma avanzata di Business Intelligence, stiamo ottenendo insights preziosi per il nostro business, che ci aiuteranno nelle decisioni strategiche e a massimizzare l’impatto. Grazie a queste iniziative, crediamo di essere ben posizionati per sfruttare le opportunità globali e guidare una crescita sostenibile nel nostro settore nei prossimi anni». Su questo aspetto interviene anche Mauro Toso, CIO di Bianchi Bicycles. L’azienda ha saputo coniugare sapientemente la sua tradizione con l’innovazione, diventando un punto di riferimento nel settore manifatturiero delle biciclette di alta gamma. «Stiamo implementando un nuovo modello di B2B2C, abbiamo ridisegnato completamente la user-experience per uniformare la comunicazione del brand e prodotto Bianchi. Ora stiamo lavorando per individuare con il business le possibili applicazioni dell’AI sul mondo Commerce e Service post-vendita».
IL FUTURO DEL MANUFACTURING
Nel cuore delle economie globali, il settore manifatturiero sta vivendo una trasformazione senza precedenti, guidata dalla convergenza tra IT e OT e dal crescente imperativo della sostenibilità. Questo scenario di cambiamento rapido e profondo sta ridefinendo le regole del gioco per le aziende manifatturiere, spingendole a rivedere le loro strategie, investire in nuove tecnologie e adottare pratiche sostenibili per rimanere competitive in un mercato sempre più dinamico e interconnesso. Le tecnologie emergenti come l’intelligenza artificiale, l’Internet delle cose, le tecnologie di virtualizzazione di processi e dati, la stampa 3D e la robotica avanzata stanno rivoluzionando la produzione, la cybersecurity e la safety, consentendo una maggiore efficienza, flessibilità e personalizzazione.
Parallelamente alla rivoluzione tecnologica, c’è un crescente focus sull’integrazione della sostenibilità ambientale e sociale nei processi manifatturieri. Con l’aumento della consapevolezza sui cambiamenti climatici e sull’esaurimento delle risorse naturali, le aziende manifatturiere stanno adottando approcci più responsabili e sostenibili verso la produzione. Dall’ottimizzazione dell’uso delle risorse e dell’energia all’adozione di materiali riciclabili e processi produttivi a basso impatto ambientale, le aziende stanno ridefinendo il concetto stesso di produzione. Nel 2023, l’industria manifatturiera Made in USA ha capitalizzato sul momentum generato da tre importanti leggi promulgate nel 2021 e nel 2022: l’Infrastructure Investment and Jobs Act (IIJA), la Creating Helpful Incentives to Produce Semiconductors (CHIPS) and Science Act e l’Inflation Reduction Act (IRA).
I fondi e gli incentivi fiscali all’industria manifatturiera statunitense in vari settori hanno già stimolato un record di investimenti. Al di qua dell’oceano, il 70% della normativa italiana di riferimento per il settore della manifattura ha origine dalle direttive europee e più del 50% dell’export italiano viene assorbito all’interno dell’UE. Fabbrica Europa è il documento programmatico di Confindustria che contiene le proposte per un’Europa più competitiva, presentato in vista delle prossime elezioni Europee con l’obiettivo di rimettere l’industria al centro dell’agenda europea. Per essere in grado di percorrere lo scenario Net Zero, l’Italia deve progettare un sistema industriale più resiliente e pronto a reagire proattivamente agli shock futuri, e in grado di realizzare in modo accelerato la transizione ecologica e digitale, favorendo la sostenibilità del sistema socioeconomico. Perseguire il modello di Industria 5.0 comporta significative conseguenze per la politica industriale del Paese – come emerge dal Rapporto ASviS di primavera 2024. Occorre riprogettare i modelli di business delle aziende, con le relative catene di valore e di fornitura; è necessario sviluppare nuove forme di collaborazione per il recepimento delle politiche industriali da parte delle imprese; servono nuovi approcci alla ricerca e all’innovazione; occorre un elevato livello di coerenza verticale e orizzontale delle politiche tra tutti i livelli di governo. Infine, è fondamentale stimolare la ricerca e l’innovazione per la sostenibilità, come motori trainanti del sistema economico, necessarie per affrontare le sfide della sostenibilità a tutto campo.
IL NUOVO MODELLO DI INDUSTRIA
Secondo gli analisti di Deloitte Research Center for Energy & Industrials, nel 2024 i produttori stanno facendo i conti con l’incertezza economica, la continua carenza di manodopera qualificata, le specifiche interruzioni delle catene di approvvigionamento e le nuove sfide generate dalla necessità di innovare i prodotti per raggiungere gli obiettivi aziendali di riduzione netta delle emissioni. La tecnologia è pronta a giocare un ruolo significativo per rispondere a queste sfide.
Le aziende sono sempre più propense ad abbracciare un approccio smart factory, sperimentando le possibilità dell’intelligenza artificiale generativa. La trasformazione digitale della fabbrica procede a ritmi diversi. Per certi attori, è già una realtà, tuttavia, la mancanza di un’integrazione e gestione OT/IT adeguatamente pianificata continua a lasciare alcune aziende esposte a minacce di ransomware (che sono aumentati) e di furto di proprietà intellettuale e dati proprietari. Allo stesso tempo, i governi stanno imponendo alle industrie di rafforzare le loro pratiche di sicurezza informatica in linea con il rischio aumentato con decreti, come la Direttiva sulla sicurezza delle reti e delle informazioni (NIS2). La direttiva si concentra sul rafforzamento dei requisiti per incorporare la sicurezza informatica nel DNA delle organizzazioni e portare più settori, inclusa la produzione.
Come emerge dal rapporto Security Navigator 2024 di Orange Business, il problema è che la maggior parte dei siti industriali non ha le risorse per valutare i rischi OT, implementare le migliori pratiche di sicurezza informatica nei loro ambienti produttivi e garantire affidabilità e resilienza della rete. La produzione è di gran lunga l’industria più colpita dagli attacchi informatici. Se il crimine informatico fosse un paese, sarebbe la terza economia più grande dopo Cina e Stati Uniti. L’orchestrazione tra ottimizzazione, sicurezza informatica e conformità normativa rappresenta l’elemento chiave per affrontare le sfide emergenti nel contesto industriale – come spiega Giovanni Di Stefano di Comau. «Seguiamo la normativa IEC 62443 relativa alla cybersecurity in ambito OT. Puntiamo a utilizzare sempre un approccio Secure By Design, ovvero effettuiamo un risk assessment con la collaborazione di terze parti e da questo ricaviamo i requirements di sicurezza. Dai requisiti di sicurezza, definiamo le specifiche in termini di funzionalità aggiuntiva per la sicurezza e in seguito realizziamo l’architettura rispondente a tali specifiche. Alla fine, eseguiamo i penetration tests per verificare la bontà delle difese apportate».
Uma Shankar di Wittur Group presenta un approccio completo alla sicurezza informatica che abbraccia governance, awareness, e implementazione di misure efficaci. Il gruppo dispone di un chief information security officer (CISO) incaricato di sviluppare strategie specifiche per garantire la sicurezza e la resilienza delle operazioni aziendali in un contesto digitale in costante evoluzione. «Utilizziamo la strategia Cloud-first con piattaforme cloud pubbliche e applicazioni SaaS. Questo approccio ci consente di garantire la protezione dei dati grazie anche a un ecosistema di partner contro gli attacchi informatici. Promuoviamo attivamente la consapevolezza sulla sicurezza informatica tra i nostri dipendenti attraverso programmi di formazione e sensibilizzazione. Organizziamo sessioni periodiche di sensibilizzazione sulla sicurezza informatica, fornendo agli impiegati informazioni cruciali sui rischi e sulle migliori pratiche per proteggere i nostri sistemi e dati sensibili. Inoltre, abbiamo implementato una strategia di segmentazione di rete per isolare e proteggere i sistemi critici. Questo approccio ci consente di limitare l’accesso ai dispositivi e alle risorse sensibili, riducendo così il rischio di compromissione dei dati e dei processi operativi».
Mauro Toso di Bianchi Bicycles evidenzia l’importanza di integrare la gestione del rischio cyber “by-design” e di assicurare la massima continuità operativa. «Abbiamo avuto la fortuna di partire con la costruzione di un nuovo stabilimento e dell’infrastruttura IT da zero, e questo ci ha permesso da subito di introdurre misure di contenimento dei rischi cyber, sia per le componenti IoT interne che per le classiche interazioni di business esterne. Le applicazioni critiche di produzione, magazzino e la gestione dei dati sensibili, avviene su una nuova infrastruttura server iperconvergente che garantisce lo zero downtime attraverso repliche interne, su datacenter esterni e prossimamente anche in cloud».
EFFETTO CONVERGENZA
Nel 2020, il mercato dell’industria che abbraccia l’adozione e l’integrazione di tecnologie avanzate per la trasformazione digitale e l’ottimizzazione dei processi produttivi in Italia valeva 4,1 miliardi di euro, secondo i dati dell’Osservatorio del Politecnico di Milano, trainato soprattutto dalle tecnologie IT, che rappresentano l’85% della spesa contro il 15% delle OT. Tendenza che vede una convergenza su entrambi i lati nel corso degli ultimi anni. Infatti, la corsa del mercato italiano dell’Internet of things nel 2023 ha raggiunto un valore di 8,9 miliardi di euro, +9% rispetto al 2022. Tuttavia, si registra una brusca frenata per l’ICT Industriale. Nonostante la crescita del valore di mercato, nel 2023 si è verificato un forte calo dei nuovi progetti sul territorio italiano, soprattutto a causa del dimezzamento degli incentivi. Tendenza che potrà essere invertita, in vista del nuovo Piano di transizione 5.0 per il biennio 2024-25 con 6,3 miliardi di euro di fondi che – oltre all’acquisto di beni strumentali materiali o immateriali 4.0 – dovranno essere destinati anche a beni necessari per l’autoproduzione e l’autoconsumo da fonti rinnovabili e alla formazione del personale in competenze per la transizione verde.
Inoltre, l’avvento della connettività 5G sta aprendo nuove prospettive per l’implementazione delle tecnologie abilitanti l’industria 4.0 e lo Smart manufacturing, grazie al circolo virtuoso tra AI, Edge computing e IoT. Secondo quanto riportato da Accenture, il 5G sarà uno dei principali motori trainanti per la crescita dell’economia europea, in particolare in Italia, dove il quadro congiunturale della demografia d’impresa relativa al primo trimestre 2024 presenta luci e ombre, con il numero di PMI in diminuzione nei grandi distretti industriali del Paese. Inoltre, nel 2023 secondo i dati Istat, il fatturato dell’industria è calato dello 0,5% rispetto all’anno precedente. Questa tendenza presenta un andamento non omogeno nei diversi settori, ma resta confermata anche dall’economia manifatturiera dell’eurozona che continua a contrarsi anche all’inizio del secondo trimestre 2024, secondo i dati di Eurostat. Questo significa che il calo generale della produzione industriale italiana è generato soprattutto dall’andamento negativo di alcuni specifici settori come beni di consumo, i beni intermedi (che impattano molto sulla capacità di produzione) e l’energia. Segnali positivi si registrano invece in altri settori come la produzione di prodotti farmaceutici, la costruzione di mezzi di trasporto e la produzione di beni strumentali. Questa situazione è il risultato diretto e indiretto di una serie di fattori che interessano non solo l’Italia, ma l’Europa nel suo complesso, ed è alimentata dalla sensazione di incertezza riguardo alla crescita economica. Fattori che saranno al centro dell’agenda della Presidenza italiana del G7 insieme all’intelligenza artificiale e i suoi meccanismi di governance.
POTENZIARE LA PRODUTTIVITÀ
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) si configura come un catalizzatore fondamentale per l’avanzamento della transizione digitale ed energetica delle imprese manifatturiere. Questo obiettivo chiave del piano sta cominciando a tradursi in risultati tangibili per le aziende. Secondo i dati dell’Osservatorio MECSPE sull’industria relativi al terzo quadrimestre 2023, con previsioni sul 2024, più del 60% degli imprenditori dichiara che senza gli incentivi previsti dal PNRR non avrebbero investito, o lo avrebbero fatto in misura minore, soprattutto riguardo a temi cruciali come la trasformazione digitale, la ricerca e sviluppo, la formazione e la sostenibilità. Sempre secondo i darti dell’osservatorio, quasi il 70% degli imprenditori indica una crescita digitale da media ad alta per le proprie aziende negli ultimi anni. Le tecnologie introdotte nel 2023 includono soprattutto sicurezza informatica, cloud e IoT. L’interesse verso l’intelligenza artificiale è in aumento, con il 13% degli imprenditori che pianifica l’introduzione di questa tecnologia, seguito da ulteriori investimenti in sicurezza informatica e robotica collaborativa. La maggioranza degli imprenditori esprime opinioni positive sull’intelligenza artificiale, con oltre il 60% che prevede benefici dalla sua implementazione. Circa il 25% delle aziende ha già introdotto o intende farlo, mentre il 38% sta valutando questa possibilità. Gli incentivi 4.0 per la crescita e la digitalizzazione delle imprese evidenziano la prontezza delle aziende ad adottare le nuove misure del Piano Transizione per integrare sostenibilità e digitalizzazione.
Giovanni Di Stefano di Comau sottolinea il ruolo strategico giocato dall’IoT e dall’intelligenza artificiale a bordo linea. «Abbiamo installato qui in Italia la prima linea completamente automatica per la produzione dei nostri robot, usando i robot per produrre i robot, e in questa linea abbiamo installato la nostra piattaforma di IoT per tracciare la produzione e la qualità del processo produttivo. Stiamo dedicando considerevoli risorse all’implementazione dell’intelligenza artificiale per potenziare gli algoritmi dei nostri sistemi di visione e semplificare il processo di installazione. Inoltre, stiamo concentrando gli sforzi sulla Generative AI per rendere più agevole la consultazione e l’utilizzo dei nostri manuali. Infine, abbiamo attivato diverse iniziative per esplorare l’utilizzo dei metalinguaggi, ovvero sistemi di autogenerazione del codice con l’obiettivo di tradurre automaticamente la sintassi umana in sintassi robotizzata, per semplificare al massimo la programmazione dei nostri robot».
Uma Shankar dl Wittur Group rimarca gli investimenti per potenziare la produttività e l’efficienza della catena di approvvigionamento e della produzione, identificando tre pilastri fondamentali della loro strategia. «Negli ultimi anni, abbiamo avviato un’importante iniziativa di implementazione di un sistema ERP basato su cloud, che mira a coprire l’intero gruppo entro i prossimi cinque anni. L’obiettivo principale di questa iniziativa è l’armonizzazione dei processi aziendali, al fine di migliorare l’efficienza operativa a livello globale e ridurre i costi totali di gestione. Inoltre, l’ERP ci permetterà di sostituire i sistemi legacy esistenti, semplificando il panorama IT e rafforzando la sicurezza informatica attraverso una piattaforma centralizzata e sicura. Con la nostra piattaforma di Business Intelligence, estraiamo insights preziosi dall’ampia mole di dati generati dal nostro ERP e da altri sistemi. Analizziamo principalmente l’andamento delle vendite e i prezzi dei prodotti, il comportamento dei clienti e le performance operative, prendendo decisioni basate sui dati che guidano la crescita e l’innovazione. Inoltre, stiamo investendo nelle aree dell’IoT e della Generative AI. L’IoT, in particolare, ci consentirà di monitorare in tempo reale le performance e ottimizzare i processi produttivi. Per aumentare ulteriormente la produttività, stiamo esplorando il potenziale dell’Intelligenza artificiale, concentrandoci soprattutto sulla (Gen AI, per la quale stiamo finalizzando alcuni casi d’uso in ambito Knowledge management».
Per Mauro Toso di Bianchi Bicycles, le priorità di punta riguardano l’implementazione del gemello digitale, il miglioramento dei processi di picking e l’adozione di sistemi avanzati per la pianificazione e la schedulazione della produzione. «Prima, abbiamo introdotto un digital twin della nuova fabbrica in costruzione, per analizzare e correggere in anticipo eventuali problemi e inefficienze. Poi abbiamo rivisto la logistica interna con un sistema avanzato di picking guidato e stiamo attualmente introducendo un innovativo APS a supporto della pianificazione della produzione e degli acquisti dal medio/lungo termine fino alla schedulazione giornaliera delle operazioni sul nuovo impianto».
In questo contesto, la formazione interna riveste un ruolo fondamentale per garantire che i dipendenti siano aggiornati sulle ultime tecnologie e pronti ad affrontare sfide sempre più complesse. Secondo Giovanni Di Stefano di Comau, la formazione è un elemento chiave della strategia aziendale, specialmente quando si tratta di questioni legate all’intelligenza artificiale e alla sicurezza dei dati. Allo stesso tempo, Uma Shankar di Wittur Group sottolinea l’importanza della collaborazione basata su pianificazione condivisa, esperienze diverse e gestione Agile dei progetti per promuovere l’innovazione e migliorare l’efficienza aziendale. Mauro Toso di Bianchi Bicycles, CIO, aggiunge che la sinergia tra Business e IT è fondamentale per il successo della trasformazione digitale, con il business coinvolto non solo nell’attuazione, ma anche nella conduzione strategica dei progetti.
«Sicuramente la formazione è centrale nella nostra strategia, poiché il nostro lavoro richiede alti tassi di specializzazione e questo non consente a tutta l’organizzazione di essere costantemente aggiornata su tematiche di IT» – spiega Di Stefano di Comau. «Per garantire la formazione continua dei dipendenti lanciamo tante iniziative durante l’anno, legate sempre e comunque alle nostre procedure e ai nostri processi. Il tema più importante in questo momento è sicuramente la gestione dell’intelligenza artificiale in abbinamento con la sicurezza dei dati, tema sul quale abbiamo diramato una procedura ad hoc, unitamente a una formazione dedicata e alla selezione di strumenti corporate volti a guidare gli utenti ad utilizzare nuove tecnologie nel modo più sicuro possibile».
Per Uma Shankar di Wittur Group, l’IT svolge un ruolo cruciale nei processi decisionali relativi alle priorità degli investimenti, all’allocazione delle risorse e alle strategie di crescita. «Collaboriamo strettamente con il Business per favorire una forte collaborazione tra Business e reparti IT, con l’obiettivo di guidare l’innovazione e migliorare l’efficienza. Partecipiamo attivamente alle sessioni di pianificazione strategica per garantire l’allineamento delle iniziative tecnologiche agli obiettivi aziendali. Inoltre, promuoviamo una comunicazione aperta e trasparente tra il business e IT a tutti i livelli. Formiamo team multifunzionali che comprendono personale sia del business che dell’IT, promuovendo la collaborazione su progetti. Riunendo individui con prospettive ed esperienze diverse, i team possono sviluppare soluzioni complete che affrontano sia le esigenze aziendali che le considerazioni tecniche. Misuriamo regolarmente le metriche di performance relative alla consegna del progetto, alla soddisfazione del cliente, all’innovazione e all’efficienza operativa per identificare aree di miglioramento e celebrare i successi. Da poco, abbiamo cominciato ad adottare metodologie di gestione dei progetti Agile per facilitare lo sviluppo iterativo, la presa rapida di decisioni e la risposta rapida ai cambiamenti delle esigenze aziendali. Questo approccio incoraggia la collaborazione tra gli stakeholder del Business e i team IT durante tutto il ciclo di vita del progetto».
Anche Toso di Bianchi Bicycles punta sulla sinergia tra Business e IT. «Da subito, la nostra trasformazione digitale ha coinvolto il business, delegando non solo la realizzazione, ma anche la conduzione strategica dei vari stream di progetto. In questo modo, abbiamo avuto il massimo coinvolgimento delle persone e del management sulle innovazioni strategiche, riducendo drasticamente i tempi e le complessità. La funzione IT ha avuto un ruolo di governance/quality e supporto alle decisioni e alle scelte durante tutte le fasi di realizzazione, dalle software/system selection all’individuazione dei partner, fino alla realizzazione sfruttando la metodologia Hybrid Agile». L’importanza della formazione interna, della collaborazione sinergica e della governance condivisa tra IT e Business emerge come elemento chiave per il successo della trasformazione digitale nelle aziende manifatturiere. Attraverso queste strategie e pratiche, le aziende sono in grado di affrontare le sfide sempre più complesse del mercato, adattandosi rapidamente alle nuove tecnologie e alle mutevoli esigenze dei clienti. Mantenendo un approccio agile e orientato al risultato, le aziende possono non solo migliorare l’efficienza operativa e la produttività, ma anche promuovere l’innovazione continua e mantenere una posizione di leadership.
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