Intesa Sanpaolo ha scelto tra gli altri SAS per accedere ai dati in maniera più veloce e trasparente, aprendosi alle possibilità offerte anche dall’intelligenza artificiale
Spesso si parla dei vantaggi di un approccio data driven al business. Ma, nel concreto, questo cosa vuol dire? Non c’è miglior esempio di quanto realizzato da Intesa Sanpaolo con SAS. Un caso di come il concetto di una struttura “guidata dai dati” si fondi con una cultura dell’innovazione, tenendo ben in mente l’obiettivo di cambiare i processi, spesso sfidando le tradizioni, anche con un pizzico di incoscienza. All’interno di Intesa Sanpaolo, la Direzione Pianificazione e Controllo di Gestione ha assunto nel tempo il compito di portare in azienda innovazioni volte non solo a seguire trend tecnologici ma anche ad ottimizzare i flussi operativi, con il fine di liberare le risorse dai compiti più ripetitivi. “Qualche anno fa, abbiamo avviato un percorso di innovazione, sia come Gruppo, sia come Direzione Pianificazione e Controllo, per mettere a punto un sistema unico e centralizzato di identificazione e raccolta dei dati gestionali e delle informazioni, in modo da poter essere attivi e proattivi nelle analisi di dettaglio sui dati anche senza dover richiedere sempre l’intervento dell’IT” spiega Massimo Modolin, Senior Director della Direzione Pianificazione e Controllo di Gestione. “A livello di processi ordinari questo vuol dire liberare tempo e risorse in generale e dare la possibilità alle varie funzioni aziendali di farsi promotrici di innovazione”.
Si tratta di una necessità reale se si pensa che, solo nella struttura dedicata alla Pianificazione e Controllo, ci sono numerose persone con competenze differenti, da quelle più tecniche alle funzionali e di analisi. Il filo comune? La cultura del dato, “radicata nel modo di lavorare”. Se l’informazione si pone come elemento centrale per prendere decisioni e fare scelte, questa deve essere corretta, solida, affidabile, accessibile, “parlante”. Tutte qualità che è possibile mettere in pratica anche grazie a SAS. Per Modolin, la condivisione delle idee, anche in modo un po’ destrutturato, è una condizione imprescindibile per il miglioramento continuo che però va guidato con cura. “Nella scelta delle tecnologie, per esempio, la mia struttura spesso si fa promotrice di idee e proposte, da sottoporre poi al vaglio delle nostre strutture IT per una futura applicazione”. Ci sono sicuramente delle “buone pratiche”, che vanno dalla “cura” del dato stesso all’utilizzo diffuso dei sistemi di intelligence, BI, Analytics più avanzati, fino all’IA.
Oramai tutte le funzioni aziendali hanno a che fare con il dato. Per questo, poter utilizzare piattaforme che da questo traggano il beneficio maggiore diventa scelta cardine. “Nel nostro ruolo è di vitale importanza la tecnologia, sia per le figure con competenze più tecniche, sia per utenti non tecnici, come lo sono io. Parto dall’assunto che ormai è del tutto impensabile riuscire a fare analisi sull’enorme patrimonio di dati che abbiamo senza uno strumento potente, solido e affidabile”. Per Modolin, se non si ha una piattaforma ad hoc pensata per aiutare le persone a estrarre valore dai dati, diventa difficoltoso pensare di poter prendere decisioni “data-driven”.
“Performance e produttività si traducono con flessibilità; quella che abbiamo raggiunto nella nostra struttura proprio anche grazie alle caratteristiche della tecnologia SAS” prosegue Modolin “Non solo in termini di potenza e prestazione ma di semplicità e facilità di utilizzo”. Pur non essendo un utente tecnico, il manager è riuscito a utilizzare la piattaforma SAS in tutte le sue funzionalità, senza necessità di un corso di formazione specifico. “In questo mio percorso, la data visualization e le interfacce intuitive hanno certamente giocato un ruolo fondamentale: io sono l’esempio concreto del fatto che se una tecnologia è ben progettata, pur essendo complessa nel suo DNA, diventa facilmente accessibile a chiunque”. Nella struttura è divenuto fondamentale consultare i dati in modo autonomo e dinamico. Questo significa poter modificare i parametri e le modalità di costruzione delle informazioni pur non essendo vincolati ad una reportistica predefinita. “È questa flessibilità che ci consente di rispondere più rapidamente alle esigenze delle funzioni di governance e business e, allo stesso tempo, suggerire analisi e reportistica. Nel nostro processo quotidiano, stiamo anche esplorando attività e fasi di sperimentazione legate all’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale per analizzare casi d’uso specifici. In questo modo, cerchiamo di portare innovazione alla governance e di offrire costantemente nuovi modi per accedere a insight e conoscenze di valore per le decisioni aziendali”.