Con il lancio sul mercato della nuova linea di prodotti Surface, nativamente integrati con Copilot, l’azienda punta a ridefinire la user experience sfruttando le potenzialità dell’intelligenza artificiale
«Circa un anno e mezzo fa iniziavamo a “giocare” con ChatGPT. Oggi arriviamo qui, a un momento che si può definire storico non solo per noi, ma per l’umanità intera. A un vero e proprio cambio di paradigma». Sono queste le parole con cui Vincenzo Esposito, amministratore delegato di Microsoft Italia, annuncia l’inizio di una nuova era per il colosso di Redmond, sulle ali dell’intelligenza artificiale: con i nuovi prodotti AI Surface Pro 10 e Surface Laptop 6, Copilot – dopo il debutto sul pacchetto software – diventa ora parte integrante dell’hardware. «È una rivoluzione nel rapporto tra uomo e macchina» continua Esposito «che comporta un’enorme opportunità, non solo per l’innovazione tecnologica ma anche per la crescita economica del Paese. Stimiamo infatti che un’ipotetica applicazione dell’AI all’80% dell’industria italiana equivarrebbe a un aumento del PIL di 312 miliardi di € (+18%, di fatto il valore prodotto dalla Lombardia), e a un risparmio di oltre 5,7 miliardi di ore lavorate».
Ripensare il modo di lavorare con l’AI
«È un nuovo mondo del lavoro, che passa per l’evoluzione del software, dell’hardware e della cultura stessa» gli fa eco Hrvoje Klapan, Modern Work & Surface Director of Western Europe di Microsoft. «L’approccio al modo di lavorare è stato inevitabilmente stravolto e rivoluzionato dall’avvento della pandemia, una transizione che adesso è destinata a continuare con l’intelligenza artificiale. Ci piace immaginare Copilot nelle vesti di un direttore d’orchestra, che organizza e svolge le attività quotidiane dell’utente sulle sue app consentendogli di interagire con esse in un modo più naturale. In un’era in cui siamo bombardati da una quantità soverchiante di dati, la capacità dell’AI di alleggerire il carico sulle spalle di chi la usa è un privilegio irrinunciabile: tutti, se possibile, preferiremmo delegare i nostri compiti più routinari, per concentrarci e ottimizzare il nostro lavoro». Da qui l’idea di una gamma di dispositivi sviluppati per consentire un’interazione il più possibile armoniosa con l’intelligenza artificiale: i nuovi devices sono nativamente dotati di NPU – processori complementari dedicati all’esecuzione delle funzioni AI – e di un tasto “Copilot” che permette di accedervi con un semplice click.
Il futuro passa anche dal design
«Ricordo che uno dei primi progetti a cui lavorai per Microsoft» racconta Carl Ledbetter, Lead Designer di Xbox, «fu l’ideazione di un mouse. Al tempo si trattava di un’innovazione straordinaria, perché nel 1983 l’unico modo di interagire con i primi computer IBM era attraverso l’utilizzo della tastiera: il mouse apriva quindi a un modo completamente nuovo di comunicare tra hardware e software. Oggi per un designer la sfida passa dai medesimi principi: trovare un modo naturale e intuitivo per l’utente di usare il prodotto, senza che questi sia costretto a pensare a come poterlo fare». Un’idea che oggi passa anche dal concetto di accessibilità, per permetterne la fruizione al più vasto numero di persone possibili, indipendentemente da eventuali disabilità: esempi di questa filosofia sono il controller adattivo di Xbox, o per quanto riguarda la serie Surface, il kit d’accessibilità. «Il futuro va ricercato nella “multimodalità”, ovvero nella possibilità di usare un dispositivo in una molteplicità di modi differenti. E anche in questo, l’AI apre nuove porte». Futuro che, nella cornice della Design Week milanese, Microsoft annuncia che continuerà a percorrere al fianco di Artemide, leader italiana nel design dell’illuminazione. «Condividiamo la stessa missione» commenta la CEO di Artemide, Carlotta de Bevilacqua, «connettere le persone e illuminare il futuro, reimmaginando il posto di lavoro del domani».