Nel recente passaggio da un lavoro all’altro, Marco Moretti ha scritto un libro sul futuro digitale
Secondo Marco Moretti ci sono due tipi di “Tecnologi”. «C’è il tipo esemplificato da Elon Musk, uno che non vede l’ora di prendere in mano le cose, e viene sollecitato a farlo dagli stessi politici. L’altro è colui che sa di non potere e non dover prendersi responsabilità di governo, perché il suo compito è portare nel campo della tecnologia le persone che oggi sono tagliate fuori». Per il nostro CTO-scrittore, tuttavia, sarebbe un errore identificare queste persone in un generico pubblico di non addetti ai lavori. Oggi, la velocità di evoluzione della tecnologia è talmente forsennata – come osserva Moretti – da non consentire ad alcuni non addetti ai lavori scientifici e no di poter partecipare. E questo rappresenta un problema e un rischio. La tecnologia in mano a una cerchia troppo ristretta diventa tecnocrazia, un termine che l’autore di “Futuro. Visioni di una possibile tecnocrazia digitale” (goWare, 2023) ritiene ambiguo o comunque falsamente ottimista. «È fondamentale che noi addetti al lavoro del digitale riusciamo a coinvolgere in quella che è la matematica del dopo 2000 anche il medico, lo psicologo, il biologo, verso un’edizione digitalmente aumentata della loro disciplina».
LA GENESI DEL LIBRO
La genesi del libro risale – come racconta Moretti – all’esperienza vissuta nel corso di una delle “vacanze pitagoriche” organizzate dal matematico Piergiorgio Odifreddi per discutere in gruppo sulla scienza matematica come ponte di collegamento fra le due culture: la scientifica e l’umanistica. Da qui, l’intuizione per cui un digitale pervasivo può davvero, e relativamente a breve termine, spalancarci le porte di un futuro pieno di vantaggi. Per questo, è indispensabile abbracciare la tecnologia e i suoi strumenti nel modo giusto, senza mitizzarli, ma imparando a comprenderne il significato e la portata. Moretti fa parte della prima generazione di informatici che si è formata nell’era del personal computer. «Mi sono laureato in scienze dell’informazione nel 1993, con Gianni Degli Antoni, proprio con una tesi sulle reti neurali.
Immaginavamo sarebbero state una realtà nel 2050. Ci siamo arrivati molto prima» – commenta l’autore. Per quasi tre decenni, Moretti vive una carriera professionale intensa, che negli ultimi dieci anni, fino al 2022, lo vede a capo dell’informatica e delle tecnologie di diversi player nazionali e non, e della utility nazionale A2A. «In quello che io chiamo il nuovo D.C. – il dopo Covid – ironizza Moretti, ho sfruttato la pausa prima del nuovo incarico nel comitato olimpico per dare la mia visione tecnologica per i prossimi dieci anni».
COMPRENDERE IL CAMBIAMENTO
Nel libro, vengono per esempio spiegate, le nove onde di cambiamento che plasmeranno la nostra realtà, tra big data, IoT, nuovi materiali, green tech e, ovviamente, l’intelligenza artificiale e l’ancor più impattante “Life Science”. Il testo prosegue affrontando il problema delle nuove competenze e del lavoro, tema molto caro all’autore, che si dice convinto che non stiamo facendo abbastanza a questo livello. «Basta leggere il rapporto DESI per rendersi conto dei ritardi di un sistema nazionale italiano ed europeo che non fornisce sufficienti basi scientifiche. Mostriamo di avere una carenza cronica nella comprensione del mondo che abbiamo davanti» in particolare una strutturale mancanza delle basi “estese” e dell’unica competenza chiave del futuro, ovvero “imparare ad imparare”.
Il quarto capitolo è dedicato alla visione di una “possibile tecnocrazia digitale” per un mondo che ancora non sembra in grado di apprezzare il fattore che rende questa ennesima rivoluzione industriale diversa da tutte le altre: la velocità. Attraverso i suoi esempi, Moretti cerca di spiegare il significato di cambiamento esponenziale. Se le cose sono veloci agli occhi degli esperti nelle nove discipline del futuro, senza una sufficiente alfabetizzazione digitale la funzione rischia di diventare troppo ripida, soprattutto per i sistemi di regole e di governo che sono invece tenuti a svolgere un fondamentale ruolo di controllo e di indirizzo.
L’ebook, distribuito anche in formato Kindle, è arricchito da figure e grafici, ma Moretti ha ritenuto opportuno affiancarlo con uno spazio interattivo e condiviso che mira a rendere l’opera un work in progress partecipativo. «Il gruppo di discussione su Tapatalk che ho creato come pilota, serve anche per divulgare le ultime novità che riguardano le tecnologie presentate nel libro» – spiega Moretti, firmando il racconto di un futuro che diventa attualità.