Claudio Bassoli delinea il presente e il futuro delle tecnologie made in HPE
La ripresa del mercato italiano si legge nei numeri degli analisti. Il cloud rimane il fattore principale di crescita, tale da portare lo scenario nostrano digitale a recuperare punti su altri paesi in Unione Europea, con previsioni molto rosee, fino al +5% entro il 2026. “Il Pnrr ha dato una forte spinta al Paese” afferma Claudio Bassoli, AD di Hewlett Packard Enterprise Italia. “Ma potrebbe non bastare. Un ruolo essenziale è svolto dalle aziende private, che offrono la possibilità di mettere a terra l’innovazione, in applicazioni concrete”. Bassoli ha incontrato la stampa in un appuntamento con cui fare il punto circa i risultati raggiunti da HPE e le sfide per il futuro. “Altro tema importante è la sicurezza informatica, che con l’intelligenza artificiale dovrebbe crescere di ben il 38% in due anni, superando il miliardo di valore”. L’Europa, rispetto a USA e Cina, rimane molto indietro su tali ambiti e questo, per l’AD, penalizza il panorama continentale e, di riflesso, quello nazionale.
Dai server allo Spazio
In tale proiezione, HPE ha effettuato delle mosse importanti di investimento in Italia, grazie al fermento generale. “Supportiamo la trasformazione digitale per tutti i segmenti della nostra società, dalle PMI all’enterprise e PA” prosegue Bassoli. “All’interno dell’edge computing, su cui lavoriamo da tempo, abbiamo spostato tutta la parte di connettività, cloud, 5G core e tutte le infrastrutture per gestire l’archiviazione, gestione e lavorazione dei dati”. Nel 2017, HPE è stata la prima azienda ad aver portato nella stazione ISS la sua soluzione di HPC, per dare agli astronauti la possibilità di eseguire esperimenti con maggiore velocità e una riduzione degli errori. “Prima del nostro arrivo, l’elaborazione dei dati dallo Spazio alla Terra poteva richiedere anche due giorni. Con le tecnologie di HPE abbiamo ridotto tale tempistica a pochi minuti”. Aver messo capacità e intelligenza sui razzi che viaggiano nello Spazio è un’ulteriore declinazione dell’edge per HPE, qualcosa di impossibile fino a pochi anni fa.
Nel 2014, HPE ha cominciato ad utilizzare l’IA nel cosiddetto AIOps, come modo per applicare gli algoritmi predittivi per prevenire i guasti nei data center. Nel corso del tempo, le soluzioni si sono evolute, anche grazie alle acquisizioni, per ottimizzare l’offerta SaaS, e dare ai clienti l’opportunità di verificare in tempo reale alcune metriche, con l’inferenza stessa dell’intelligenza artificiale. “Ma non dimentichiamo le infrastrutture e il supercalcolo. Abbiamo le macchine più potenti al mondo, sia nel contesto del calcolo che per le applicazioni di IA, tradizionale e generativa. Siamo una società guidata dagli ingegneri e per questo realizziamo hardware completo e funzionale, mettendo assieme i mattoncini della CPU, GPU, networking e storage”.
Il futuro di HPE
Al suo interno, HPE segue un codice etico molto ferreo, anche quando si parla di IA. “Il primo punto è che l’IA non deve essere superiore all’uomo, deve essere trasparente e in grado di spiegare le sue scelte. Inoltre, gli algoritmi devono certificare le fonti della generazione di contenuti ed essere sostenibili, dal punto di vista economico ed energetico. Per questo, nel portafoglio dell’azienda si stagliano sempre più indicazioni su come la tecnologia debba ridurre il suo consumo, prelevando il più possibile dall’energia rinnovabile. Una sfida se si pensa che l’IA generativa pone a forte rischio la green economy, pesando e non poco sull’utilizzo di elettricità. Ad oggi, HPE detiene sei dei 10 calcolatori green al mondo.
In Italia, HPE conta su 5 mila partner, con i quali lavora in due modi. Il primo segue l’offerta di soluzioni pacchettizate, il secondo è invece la realizzazione di piattaforme ad-hoc, o quanto meno personalizzate per certe necessità. “Punteremo sempre più sul green lake, portando alle PMI le stesse soluzioni sofisticate delle grandi imprese ma con costi alla portata” conclude l’AD.
HPE sta inoltre aggiornando Frontier, il suo supercalcolatore usato, tra gli altri, dall’amministrazione degli Stati Uniti per motivi di sicurezza e previsioni meteorologiche. Il successore sarà El Capitan, che raddoppierà le performance dell’attuale. A marchio HPE è anche la macchina IA più potente al mondo, dedicata a ricercare nuove soluzioni farmacologiche, a beneficio di tutta l’umanità.