A Milano un convegno Italian Insurtech Association per spiegare il ruolo della GenAI nel mercato assicurativo. Sempre più digitalizzato
Forse ancora più che nell’ambito bancario, la tecnologia sta dando una grossa mano all’evoluzione del mercato assicurativo italiano. E secondo Simone Ranucci Brandimarte, presidente di IIA, Italian Insurtech Association, la trasformazione digitale, in particolare con il contributo dell’intelligenza artificiale – tema su cui IIA ha organizzato un importante evento, il 12 aprile a Milano – avrà un ruolo fondamentale nel cambiare il modo in cui la nostra cultura tende a percepire lo strumento assicurativo. «L’AI generativa può aiutarci a spiegare meglio le motivazioni sociali dell’essere assicurati. Nei paesi di cultura nordica e anglosassone si sottoscrive una polizza anche per ragioni di responsabilità, per non pesare sulla comunità e sulla cerchia familiare o professionale: non è solo uno strumento di investimento o tutela personale».
Ma questo, per quanto importante, è solo un aspetto del peso che informatica, cloud, Internet delle cose stanno avendo non solo sulla gestione interna delle compagnie, ma soprattutto sullo sviluppo di nuovi servizi assicurativi e sui canali distributivi, commerciali e promozionali. E su tutti un ecosistema di accordi, alleanze e compartecipazione a un mercato che con il fenomeno della cosiddetta “polizza embedded”, vedrà crescere sempre di più la presenza di operatori e aziende che non appartengono, in origine, a questo settore.
«L’associazione è nata nel 2020 per volontà di compagnie e broker assicurativi, startupper di settore, fornitori di tecnologie e consulenti, proprio per sostenere la rapida e profittevole digitalizzazione del settore» ricorda Ranucci Brandimarte, che è anche fondatore di Yolo, un mediatore tecnologico che offre agli assicuratori innovazione di processo ma è al tempo stesso veicolo di prodotti innovativi verso i clienti finali. «In quattro anni siamo arrivati a 300 soci, che insieme rappresentano la quasi totalità del mercato. L’idea è creare un ecosistema, la nostra community, che favorisca lo scambio e la condivisione di best practice e casi d’uso, aiutando a creare le competenze che servano a digitalizzare senza traumi, strappi e in modo sostenibile».
Nel lavoro di IIA non c’è solo una rete di discussione e contatti: nell’arco dell’anno vengono infatti promossi eventi come quello in calendario ad aprile e la pubblicazione, in collaborazione con istituzioni come il Politecnico di Milano di dieci ricerche che puntano a realizzare una fedele mappatura del mercato analizzando numeri concreti e linee di tendenza. «Seguiamo i numeri italiani in una prospettiva di confronto internazionale e col loro aiuto – dice il Presidente – cerchiamo di definire i percorsi evolutivi che compagnie, broker e partner tecnologici possono seguire».
Un’altra parte di attività è focalizzata sul matching di nuovi talenti sulla formazione. «Collaborando con 14 atenei italiani organizziamo master e workshop per attirare l’interesse dei giovani universitari verso una carriera che non viene considerata come un tempo. Negli anni 90 la professione dell’assicuratore era tra i primi cinque obiettivi degli iscritti al primo anno, oggi è solo quattordicesima». La digitalizzazione, insomma, può diventare un elemento di appeal, ed è importante, avverte Ranucci Brandimarte, che il non facile cammino di trasformazione parta dal basso: dai clienti che vogliono acquistare una polizza attraverso i canali online, da settori come il retail o il turismo che oggi integrano nei loro prodotti anche un servizio di tipo assicurativo. «Le ultime analisi di IIA dicono che la percentuale di premi che transitano sui canali digitali passerà dal 20% del 2020 all’80% del 2030, con una crescita annua del 30%. Tutta la filiera sta investendo pesantemente» afferma il Presidente dell’associazione.
Lo stesso impegno riguarda il finanziamento delle startup tecnologiche, le insurtech. Dai 50 milioni di euro investiti nel 2020 siamo già arrivati a 800 nel 2023 e il 2024 dovrebbe essere l’anno del superamento di quota un miliardo. Oggi la spesa per il rinnovamento del settore si divide in tre grandi aree. Una di questa è appunto l’investimento in startup da parte di compagnie e società di brokeraggio. Ma non meno importante è la spesa tecnologica che questi operatori fanno per la digitalizzazione interna. E un terzo ambito riguarda la collaborazione tra compagnie e fornitori tecnologici per la realizzazione di progetti di creazione e disseminazione di dati.
In questo ecosistema, sottolinea Ranucci Brandimarte, la crescita è reciproca e l’obiettivo non è solo il consumatore digitale. C’è anche un aspetto B2B legato ai tanti operatori, IIA ne ha contati almeno 200, che hanno cominciato a integrare prodotti assicurativi nei loro “funnel” non assicurativi. «Parliamo di utilities, telco, banche, ma anche del settore viaggi, del trasporto e del retail. Perché la Decathlon di turno non deve includere una polizza pensata per chi acquista un paio di sci o una bicicletta? Oltre a essere un elemento valorizzante e differenziante, attraverso l’assicurazione embedded l’operatore ricava informazioni molto dettagliate sui consumatori. Dal punto di vista assicurativo sono prodotti molto specifici, devono essere semplici e standardizzati».
A questo proposito, prosegue il Presidente di IIA, sta emergendo con chiarezza un mercato a due marce: da un lato questi prodotti semplificati, più facili da digitalizzare completamente. Dall’altro avremo polizze molto più complesse, dove l’intervento umano avrà ancora molta importanza. Le persone si abitueranno a spendere 20 euro di polizza assicurativa prima di recarsi sulla pista di sci, e al ritorno dalla settimana bianca chiamerà il suo agente per informarsi su un prodotto per sé o per la sua famiglia. La sfida sarà formare questo mercato e la sua maggiore consapevolezza nei confronti dell’assicurazione. «Tra l’altro è inevitabile che l’aumento dei prodotti embedded abbia un impatto dal punto di vista regolamentare, perché Decathlon da sola non può vendere polizze ma ha bisogno di una struttura organizzativa che glielo consenta».
L’obiettivo auspicato, quello della crescita generalizzata del volume di polizze consumate dalle imprese e dai privati cittadini (in un’economia in cui il settore rappresenta pur sempre il 7% del PIL nazionale), non deve a nessun costo essere raggiunto attraverso un allentamento di normative e controlli, osserva tuttavia Ranucci Brandimarte. È solo una questione di adattare il sistema di regole alle nuove opportunità del digitale. «Ho sempre visto IVASS [l’istituto di vigilanza sulle assicurazioni – NdR] attenta, presente e curiosa nei confronti delle novità. L’istituzione ha seguito il comparto insurtech dal giorno zero e ha cercato di favorirne lo sviluppo partecipando alla creazione di un sandbox regolamentare in cui sperimentare nuove soluzioni».
Il Presidente di IIA si riferisce al progetto del MEF realizzato in collaborazione con IVASS, Banca d’Italia e CONSOB nel 2021, attraverso il decreto attuativo del “Decreto Crescita” del 2019. Si tratta di un ambiente controllato nel quale operatori tradizionali e del fin/insurtech sperimentano prodotti e servizi tecnologicamente innovativi beneficiando di un regime semplificato transitorio, in costante dialogo e confronto con le Autorità di vigilanza. Questo secondo IIA – che evita accuratamente ogni pressione o lobby in materia di norme – è l’approccio giusto: fatto senza strappi, seguendo modelli operativi in linea con la normativa. Lo sviluppo non si ferma mentre si portano avanti certe riflessioni di natura tecnica. Anzi, più sono i nuovi entranti chiamati a rispettare il sistema di regole del mercato, maggiori sono la tutela di tutti e la cultura assicurativa in generale.
«La nostra funzione è facilitare il dialogo con queste istanze innovative e aiutare a risolvere il problema delle competenze, nel settore e nel consumatore finale,» conclude Ranucci Brandimarte. L’evento sulla GenAI, il più importante mai organizzato sull’argomento per questo specifico comparto, mira proprio a questo. A esso partecipano i top player del mercato e i grandi e piccoli protagonisti della tecnologia e tanti esperti che spiegheranno come l’AI generativa può aiutare a migliorare il trattamento dei dati, inventare prodotti più dinamici e in linea con le esigenze del consumatore e, ultimo ma non meno importante, affiancare i comunicatori e i formatori che dovranno indirizzare i clienti verso la cultura della polizza come responsabilità verso il prossimo.