Gli Analytics predicono la resilienza degli Stati: il Crisis Sensitivity Simulator

Gli Analytics predicono la resilienza degli Stati: il Crisis Sensitivity Simulator

È possibile prevedere la reazione di uno Stato a una crisi sociale, economica o politica?

“Dovevamo trovare uno strumento che ci aiutasse a identificare meglio ciò che avrebbe permesso ai Paesi di assorbire e riprendersi da uno shock”. Con queste parole, Nate Haken, Vicepresidente per la Ricerca e l’Innovazione di Fund for Peace (il Fondo per la Pace), racchiude il senso del progetto che ha consentito lo sviluppo di un “Indice di resilienza degli Stati” e la creazione, grazie al supporto di SAS, di un “Crisis Sensitivity Simulator” uno strumento che consente alle organizzazioni per la difesa della pace, ai responsabili politici, alle organizzazioni non governative e altre realtà di identificare le opportunità per le Nazioni di trasformare le aree di fragilità in aree di forza.

“C’è stato un crescente interesse, soprattutto nella community dedita allo sviluppo, a considerare non solo quali sono i rischi per la stabilità nel mondo, ma anche quali sono le opportunità per mitigare queste minacce e promuovere lo sviluppo sostenibile in tutto il mondo”, afferma Haken.

TI PIACE QUESTO ARTICOLO?

Iscriviti alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato.

L’indice di resilienza

Fund for Peace collabora con partner a livello locale, nazionale e internazionale per sviluppare meccanismi di allerta precoce dei conflitti e risposte preventive efficaci. Dal 2006, pubblica l’Indice annuale degli Stati fragili (Fragile States Index), una risorsa fondamentale per evidenziare le normali pressioni che tutti gli Stati subiscono e identificare quando tali pressioni superano la capacità di uno Stato di gestirle.

Un indice utilissimo, che però lascia qualche “nervo scoperto” perché non consente di capire e identificare meglio ciò che effettivamente può permettere ai Paesi di assorbire uno shock e riprendersi da una crisi. Il nuovo “Indice di resilienza degli Stati” (State Resilience Index) capovolge l’obiettivo e guarda alla misura in cui i Paesi sono in grado di anticipare, gestire e riprendersi da una crisi rispetto alla gravità della stessa.

Leggi anche:  Dalmar e smeup, dalla supply alla customer chain

Il Crisis Sensitivity Simulator

I due indici sono diventati così uno strumento di conoscenza e comprensione molto utile, ma c’è di più… il Fund for Peace ha intuito che la grande svolta si sarebbe potuta ottenere unendo queste informazioni e conoscenze provenienti da angolazioni differenti. Per farlo, serviva uno strumento interattivo e una modellazione analitica che permettesse di verificare e controllare le intuizioni comparative e consentisse di fare simulazioni per aiutare le organizzazioni a prendere decisioni e definire azioni concrete.

È qui che entra in gioco SAS, chiamata a sviluppare il Crisis Sensitivity Simulator, la piattaforma interattiva di analisi delle informazioni provenienti dai due indici, con un approccio creativo che ha permesso di definire una modellazione analitica su una base dati ristretta.

“È stato un problema di modellazione molto interessante, perché si parla molto di Big Data e di come gestire insiemi di dati molto grandi, ma non sempre (come in questo caso) ci sono a disposizione grandi moli di dati”, spiega Jackie Yanchuck, consulente di SAS Solutions. “Penso che sia facile dimenticare che spesso abbiamo a che fare con casi in cui i dati sono molto ricchi di informazioni, ma si tratta comunque di un numero relativamente piccolo di data point. Questo ci ha spinto a essere davvero creativi nel costruire una soluzione”.

Il risultato è uno strumento che consente agli utenti di proiettare i probabili esiti futuri sulla base di questi dati più piccoli – esplorando come i vari gradi di “shock” influiscono sui Paesi – e quindi di incorporare le competenze specifiche del settore per agire su queste previsioni e aumentare il grado di preparazione.


Il simulatore non si basa solo sui dati dello State Resilience Index e del Fragile States Index. Si tratta di uno strumento complementare che consente agli utenti di trarre spunti di riflessione dall’uso del simulatore e poi di rivisitare gli indici per capire dove e come concentrare gli sforzi.

Leggi anche:  FINIX Technology Solutions, la formula per cavalcare il futuro

“È qui che gli utenti possono davvero iniziare a giocare con diversi tipi di scenari e identificare le opportunità chiave per promuovere la resilienza, anche in Paesi altrimenti molto fragili”, spiega Haken.

Lo strumento può anche evidenziare le sorprese in agguato, come ad esempio il fatto che anche i Paesi dotati di buone risorse potrebbero non essere così resilienti come ci si aspetta di fronte a una pandemia globale.

“Ciò che mi entusiasma di più sono le conversazioni che scaturiranno dall’utilizzo di entrambi gli indici nel simulatore per comprendere la capacità di un Paese di gestire le pressioni, identificando i punti critici specifici”, afferma John Madden, Data Science Technology Associate di Fund for Peace. “Permettere ai due indici di comunicare tra loro e avere con più facilità analisi e strumenti di pianificazione aiuterà la Politica ad affrontare meglio le sfide e attuare azioni e pianificazioni in modo dinamico”.

Ora che l’Indice degli Stati fragili ha una controparte nell’Indice di resilienza degli Stati – oltre al simulatore che li unisce – Fund for Peace spera che le fasi future di questo progetto possano aggiungere ulteriori funzionalità dinamiche per una comprensione più approfondita di come fragilità e resilienza interagiscono e identificare le leve del cambiamento.