Quella che all’inizio era una piattaforma UCaaS (Unified Communication as a Service), si è poi espansa in una UCCaaS (Unified Communication and Collaboration as a Service), con una gamma articolata di strumenti e funzionalità progettati per facilitare la comunicazione e la collaborazione in vari contesti» – spiega Guido Petillo, responsabile commerciale Sud Europa e Israele di Zoom. «I nostri clienti tutto questo lo sanno. Tuttavia una fetta altrettanto considerevole di pubblico ci conosce ancora solo così. Noi però nel frattempo ci siamo evoluti».
Una piattaforma in continua evoluzione
La piattaforma Zoom offre numerosi strumenti e funzionalità. «I nostri clienti avranno a disposizione non solo un calendario e una casella di posta elettronica proprietaria, accessibili in cloud, ma anche Zoom Docs, una soluzione per la creazione e l’organizzazione di documenti. Per esempio, potranno usufruire di un flusso di lavoro di project management e organizzarlo mediante l’utilizzo di modelli. A breve, integreremo all’interno del client anche una nuova piattaforma di customer engagement. Una sorta di social network aziendale interno, nel quale sarà possibile centralizzare la knowledge dell’azienda» – illustra Petillo. Altra novità attesa è l’evoluzione dell’assistente virtuale basato su AI che supporterà i clienti per sfruttare al meglio tutte le funzioni della piattaforma. «All’AI aggiungeremo sempre più opzioni e funzioni per aggiornare lo stato dei progetti, visualizzando le trascrizioni delle riunioni, delle chat, dei documenti condivisi e di dati da app di terze parti e dando la possibilità di creare modelli e framework per facilitare il project management. Inoltre, sarà possibile ricevere il riepilogo delle riunioni, evidenziando i momenti più importanti e suggerendo le azioni da intraprendere. Più avanti gli utenti avranno a disposizione la funzione di riassunto delle conversazioni della piattaforma Zoom Team Chat».
Il valore di business
Zoom punta sulle prospettive di crescita del mercato per aumentare il bacino di utenza business anche in Italia. Circostanza che spinge il team italiano di Zoom a spingere forte sull’acceleratore dopo il forte push di visibilità durante la pandemia. «Le nostre soluzioni sono particolarmente rilevanti per le imprese del Made in Italy e per qualsiasi settore che aspiri a instaurare connessioni dirette con clienti globali. In particolare – sottolinea Petillo – le soluzioni Zoom si caratterizzano per la loro adattabilità e flessibilità, favorendo la collaborazione remota e permettendo ai team distribuiti di collaborare in tempo reale, migliorando l’efficienza, la velocità di risposta e l’agilità aziendale. L’implementazione delle nostre soluzioni non solo migliora la connettività e la collaborazione, ma contribuisce anche a ridurre i costi operativi, un elemento cruciale per mantenere elevati standard di competitività nel panorama aziendale globale». In base allo studio condotto da Forrester Consulting, le organizzazioni che adottano la piattaforma di videoconferenze Zoom possono godere di significativi vantaggi finanziari. «In un periodo di tre anni, i benefici complessivi ammontano a 46,23 milioni di dollari, superando i costi associati di 12,81 milioni di dollari. Il valore netto è di 33,42 milioni di dollari, con un ROI del 261%. «Ancora più sorprendente è il fatto che l’investimento iniziale è stato recuperato in meno di sei mesi» – continua Petillo. «La ricerca indica altresì che Zoom migliora la resilienza organizzativa, la soddisfazione dei dipendenti e dei clienti e potenzia la collaborazione dei dipendenti».
Cambio di scenario
Secondo quanto emerge dai dati diffusi dall’Osservatorio Smart Working della School of Management del Politecnico di Milano, lo smart working ha ripreso vigore e oggi i lavoratori da remoto in Italia superano i 3,5 milioni. Dopo i picchi registrati durante la pandemia, seguiti da una graduale riduzione negli ultimi due anni, nel 2023 il numero di lavoratori in modalità remota si è stabilizzato a 3,585 milioni, mostrando un modesto incremento rispetto ai 3,570 milioni del 2022, ma tale cifra rappresenta un aumento del 541% rispetto ai livelli pre-Covid. Le proiezioni per il 2024 indicano un ulteriore incremento, con una stima di 3,65 milioni di smart worker in Italia. Uno scenario nel quale collaboratori e dipendenti sollecitano maggiore flessibilità dei modelli di lavoro. «Le aspettative si sono evolute e il modo in cui i team vivono l’organizzazione richiede pianificazione e attenzione» – osserva Petillo. Le piattaforme di comunicazione e collaborazione offrono ai dipendenti e ai collaboratori l’opportunità di potenziare le loro interazioni, garantendo una maggiore integrazione tra diverse piattaforme e una notevole flessibilità operativa. La collaborazione all’interno dell’azienda si traduce in vantaggi significativi, influenzando positivamente l’attrazione e la retention dei talenti, nonché il consolidamento delle relazioni con i clienti».
La video-collaboration unificata di Zoom reinventa gli spazi di lavoro per interagire con collaboratori e clienti sempre, ovunque e in sicurezza, centralizzando la knowledge base
Cambia il concetto di sicurezza
Il lavoro ibrido contribuisce a ridefinire completamente il concetto di sicurezza nell’organizzazione e di accesso alle risorse aziendali, introducendo la necessità di effettuare controlli ancora più efficaci. «Una necessità che ci ha spinto a sviluppare la piattaforma Zoom secondo i principi dello Zero Trust, offrendo funzionalità di sicurezza avanzate come l’autenticazione a due fattori (2FA) e il single sign-on (SSO) centrali per aiutare le organizzazioni IT a implementare questa strategia» – spiega Petillo. «In generale, i meeting online devono essere protetti da ID univoci così da non essere individuati facilmente. I link dovrebbero essere inviati solo alle persone coinvolte nella riunione, preferibilmente tramite messaggi privati o e-mail criptate, e non condivisi pubblicamente o su piattaforme di social media». Un altro strumento per evitare la presenza di estranei nello spazio di collaborazione è l’opzione “sala d’attesa” che consente all’organizzatore di far accedere solo le persone autorizzate, prevenendo l’ingresso di partecipanti non desiderati o non autorizzati. «Tra le possibilità offerte c’è anche quella di poter limitare i privilegi di condivisione dei partecipanti, consentendo solo agli host o agli organizzatori autorizzati di condividere schermi o documenti. La piattaforma integra protocolli di crittografia robusti per proteggere i dati trasmessi durante le riunioni o nei momenti di collaborazione. In aggiunta, è essenziale esaminare le impostazioni di privacy e sicurezza dell’applicazione utilizzata per il proprio spazio di lavoro digitale, garantendo una comprensione approfondita delle informazioni raccolte, del loro utilizzo e delle opzioni di controllo a disposizione». Per Zoom, privacy e sicurezza prima, durante e dopo ogni comunicazione effettuata tramite la piattaforma sono una priorità. «Il nostro impegno – conclude Petillo – è garantire la protezione dei dati in ogni momento di utilizzo della piattaforma, prima, durante e dopo le occasioni di collaborazione e comunicazione, a prescindere dallo strumento Zoom utilizzato. Zoom Trust Center fornisce informazioni dettagliate sulla sicurezza, la privacy e la conformità delle soluzioni Zoom. Il Trust Center è progettato per essere una risorsa chiave per gli utenti, i clienti e gli amministratori che desiderano comprendere gli sforzi di Zoom per garantire un’esperienza sicura e affidabile durante l’uso della nostra piattaforma».