La difesa dell’unicità e della reputazione del Made in Italy trova un alleato prezioso nella formazione in cybersecurity awareness, un mezzo essenziale per salvaguardare le produzioni di eccellenza offrendo protezione contro le minacce provenienti da un uso non consapevole delle tecnologie digitali, principale causa di attacchi cyber che mirano a favorire attività illecite e ad arrecare danno alla reputazione dei marchi italiani. Il personale, adeguatamente formato, svolge un ruolo cruciale nella promozione e nell’espansione del Made in Italy, contribuendo alla creazione di ambienti digitali sicuri per le transazioni commerciali online, garantendo la tutela delle informazioni sensibili legate alla produzione e al design, e gestendo con perizia eventuali rischi cyber che potrebbero mettere a repentaglio l’integrità dell’attività aziendale.
La piattaforma di Security Awareness Training di Cyber Guru da questo punto di vista è un esempio di Made in Italy che si fa spazio nel panorama internazionale dell’innovazione tecnologica in un settore non proprio tradizionale per un’azienda italiana. «Dal principio, abbiamo notato che coloro che si sono avvicinati alla formazione dei dipendenti lo hanno fatto con un approccio tecnologico» – spiega Vittorio Bitteleri, country manager di Cyber Guru. «Spesso avvalendosi di esperti di sicurezza che cercavano di trasmettere conoscenze attraverso un linguaggio eccessivamente tecnico e poco accessibile». Come evidenziato dalle analisi condotte, la formazione tradizionale su tematiche legate alla cybersecurity presenta un tasso di abbandono di circa il 75%. L’approccio innovativo di Cyber Guru ha preso le mosse da esperti specializzati nella formazione, con una competenza specifica in psicologia e andragogia. Professionisti – come spiega Bitteleri – in grado di trasmettere concetti in modo accessibile, rivolgendosi a un pubblico mediamente adulto, il cui tempo di attenzione solitamente risulta limitato. Da questa premessa, è emersa l’idea fondante di Cyber Guru.
La centralità del fattore umano
«Abbiamo riconosciuto l’importanza cruciale del fattore umano nella cybersecurity, distaccandoci dall’approccio esclusivamente legato a una difesa tecnologica. Le aziende in varia misura hanno dedicato risorse alle infrastrutture, ma spesso trascurano un investimento altrettanto importante nell’educazione degli utenti, ai quali è fondamentale spiegare che in determinate situazioni il loro comportamento può costituire un rischio sia per sé stessi che per l’azienda». Un percorso formativo degno di questo nome deve portare a conoscenza del destinatario tutta una serie di comportamenti rischiosi dai quali difendersi. «L’obiettivo principale – spiega Bitteleri – è dotare gli individui degli strumenti necessari per evitare comportamenti istintivi, promuovendo una comprensione approfondita e una risposta riflessiva di fronte alle sfide presentate». Tutto questo richiede tempo, programmazione e pianificazione. Passaggio obbligato e al tempo stesso attività strategica per le aziende. «Per quanto ci si possa dotare di infrastrutture di protezione, se non si agisce sui propri collaboratori l’azienda sarà sempre esposta e debole. La sfida è quella di riuscire a cambiare i comportamenti digitali degli utenti» – sottolinea Bitteleri.
Le novità della piattaforma
La costruzione della cybersecurity awareness è un processo continuo perché se cambiano le minacce, la formazione non può rimanere al palo. «I nostri clienti possono usufruire di una nuova versione della piattaforma, appositamente progettata per offrire una formazione più coinvolgente e adattiva, grazie al nostro esclusivo modello di machine learning» – ci dice Bitteleri. «La nuova piattaforma è il risultato di indicazioni raccolte direttamente dal mercato e dai nostri clienti, che ci ha spinto, ad esempio, a introdurre una formazione specifica su temi come gli attacchi con chiavette USB e i codici QR, ma anche della continua attenzione agli sviluppi metodologici. Un esempio tangibile di questo è rappresentato dall’utilizzo del feedback come strumento formativo». Un altro esempio – continua Bitteleri – è l’introduzione del cyber score, un indicatore unico che valuta il percorso formativo dell’utente o di gruppi di utenti. «La piattaforma assegna un punteggio su cinque livelli per ciascun dipendente o in forma aggregata per ciascuna funzione, fornendo dettagli essenziali per guidare azioni mirate di correzione. Questa funzionalità è stata richiesta da numerose aziende».
Formazione cyber, eccellenza italiana. Cyber Guru: numeri, novità della piattaforma e strategie di espansione per una crescita in sicurezza
Business trasversale
La nuova versione – ed è questa la seconda importante novità – sarà a breve rilasciata anche in modalità MSP. «La nostra tipologia di business non ha segmenti di mercato preferenziali» – premette Bitteleri. «Tra i nostri clienti, contiamo sia piccole imprese con meno di 30 dipendenti che grandi aziende. Il mercato potenziale è estremamente ampio, ma attualmente, i servizi offerti sono limitati. Rendere la nostra piattaforma accessibile alla nostra rete di rivenditori e partner rappresenta un’opportunità di business significativa. I partner avranno la possibilità di personalizzare il servizio e creare contenuti su misura in risposta alle specifiche richieste dei clienti. Questa scelta strategica apre nuove prospettive per Cyber Guru, permettendoci di raggiungere la scalabilità necessaria per arrivare in maniera capillare al cosiddetto addressable market» – spiega Bitteleri. Il lancio in modalità MSP avrà un duplice impatto positivo: «Da un lato, estenderà le funzionalità della piattaforma integrando una varietà di input provenienti dal mercato. Dall’altro, rafforzerà il rapporto con il canale di vendita, offrendo la possibilità di fornire servizi personalizzati. Inoltre, consentirà ai partner di aggiungere autonomamente contenuti, rispettando le linee guida stabilite».
Sbarco in Europa
In meno di tre anni, dopo una crescita significativa in Italia e con oltre 400 clienti in piattaforma, Cyber Guru ha già spiccato il salto per espandere la propria presenza in Europa. «Dopo l’apertura di due filiali a Madrid e Parigi, abbiamo avviato l’attività commerciale nelle due country» – conferma Bitteleri. «In Francia, abbiamo da poco inaugurato l’hub Cyber Guru a Parigi, situato nel Campus Cyber nel quartiere della Défense, il polo di eccellenza dedicato alla cybersecurity voluto dal Presidente Macron con l’obiettivo di riunire al suo interno non solo amministrazioni pubbliche, società di ricerca e associazioni, ma anche i principali attori nazionali e internazionali del settore». I piani di espansione di Cyber Guru non si fermano qui. «Stiamo valutando la possibilità, il prossimo anno, di sbarcare in altre country europee. Appoggiandoci almeno nella prima fase a qualche distributore che arruoleremo all’interno del nostro panorama di partner. Un percorso di reverse engineering rispetto a quel che accade normalmente quando sono soprattutto le aziende straniere che vengono a colonizzare l’Europa» – conclude Bitteleri.