In un contesto macro-economico che risulta caratterizzato da importanti trend che stanno portando crescente tecnologia digitale, massima attenzione alla sostenibilità, elevata competizione anche con Player non tradizionali, il tessuto imprenditoriale italiano sta dimostrando estrema resilienza e sta moltiplicando gli sforzi destinati all’innovazione di servizio e di processo, per rispondere prontamente alle nuove minacce, anche in termini di cyber-sicurezza.
In questo contesto, l’industria finanziaria gioca un ruolo centrale nella transizione verso un sistema economico sostenibile, sia nella creazione di servizi digitali, che consentono anche di contrastare le frodi sempre più frequenti nel cyber spazio, sia per incoraggiare la clientela corporate nell’utilizzo dei medesimi a vantaggio della propria competitività.
E ciò è ancora più evidente considerando le opportunità derivanti dall’open banking/open finance, che se da una parte hanno acuito la competizione con nuovi attori del mercato, dall’altra hanno consentito di individuare soluzioni utili per massimizzare la catena del valore delle imprese.
In tale ottica, i servizi di open banking/open finance sono pienamente digitali e, quindi, “sostenibili”; consentono anche di ottimizzare i processi, tutelando da frodi e da errori derivanti da processi human based, consentendo alle imprese di veicolare il capitale umano ed economico in attività a più alto valore aggiunto.
Ma per massimizzare le economie di scala e intercettare opportunità cross-business per gli attori del mercato sarà necessario aderire a piattaforme e ecosistemi di servizi come CBI.
CBI, società consortile per azioni e società benefit partecipata da tutte le banche italiane e sorvegliata da Banca d’Italia, da oltre venti anni svolge questo ruolo di ecosistema pre-competitivo per l’innovazione collaborativa dell’industria finanziaria creando servizi digitali di pagamento e transazionali che gli intermediari offrono a imprese, cittadini e P.A. in un’ottica B2B2C.
Tra i servizi che CBI ha sviluppato a supporto dell’offerta dei Prestatori dei Servizi di Pagamento verso la propria clientela figurano:
- Check IBAN, che consente di verificare in tempo reale la corretta associazione tra codice IBAN e Partita IVA del beneficiario del pagamento, riducendo il rischio di frode; il servizio cresce con tassi di oltre il +120% su base annua, con una previsione di oltre 5,5M di operazioni nell’anno;
- il servizio Name Check, noto anche come CoP “Confirmation of Payee”, che consente di verificare in tempo reale la corretta associazione tra l’IBAN e il nome del beneficiario forniti dall’utente debitore al proprio Intermediario di riferimento e che consentirà anche di rispondere ai nuovi regolamenti europei su Instant Payments e sui Servizi di Pagamento (PSR). CBI ha da poco attivato una specifica collaborazione con Swift per espandere il servizio Name Check a livello europeo, e non solo, attraverso l’utilizzo della funzionalità “Pre-Validation Account” di Swift. Questa collaborazione consentirà ad entrambi gli operatori di ampliare i rispettivi mercati, costituendo una rete di verifica più ampia e un maggiore livello di sicurezza per gli utenti dei servizi finanziari. Nei prossimi mesi le banche italiane potranno effettuare verifiche all’estero attraverso CBI, implementando una soluzione unica a livello nazionale e transfrontaliero;
- il servizio Database Controllo Fatture, che è stato ammesso alla sperimentazione della Sandbox Regolamentare di Banca d’Italia e che raccoglie le informazioni sulle fatture anticipate in ottica multi-banca e multicanale, al fine di aumentare la stabilità e l’efficienza del settore finanziario e di mitigare il rischio derivante dall’uso fraudolento delle fatture e dell’erogazione del credito da parte degli intermediari;
- la soluzione di Smart Onboarding – CBI GO – grazie alla quale i PSP possono consentire alle Corporate di recuperare real-time le informazioni di un utente finale mediante il dialogo telematico con la banca di riferimento di quest’ultimo e grazie all’interoperabilità in ambito interbancario garantita da CBI.
Tutto ciò anche grazie a infrastrutture evolute realizzate a supporto dell’industria finanziaria italiana: CBI ha infatti concluso con successo a fine settembre la migrazione su Cloud privato delle infrastrutture del Corporate Banking Interbancario utilizzato da oltre 3 milioni di imprese in Italia, realizzando il CBI Hub Cloud.
La infrastruttura CBI, che gestisce tutte le 60 funzioni di pagamento, incasso e informative multibanca tra le aziende italiane e verso la PA, è passata su tecnologia Cloud privata e dedicata. Gli intermediari potranno così offrire, alla Pubblica Amministrazione e ai propri clienti corporate e retail, servizi transazionali e di open finance più evoluti e in tempo reale, ampliando notevolmente i livelli di efficienza, di sicurezza e di integrazione nel mercato dei pagamenti tra tutti gli attori del nostro Paese.