Telefonia, cloud e sicurezza tra gli ambiti toccati dalle soluzioni del gruppo nato negli anni ‘90
Reti mobili e sicurezza, comunicazione unificata e libertà di accesso. Tutti sinonimi di quella che è oggi la produttività aziendale. Tenendo anche in considerazione quel marker temporale che è stata la pandemia, le organizzazioni a livello globale hanno dovuto accelerare la loro adozione tecnologica, nel migliore dei casi svecchiarla, per dar seguito alle esigenze della digitalizzazione. Un excursus che Sicab ha fatto proprio, proseguendo in quello che fa da sempre: la proposta di tecnologie abilitanti il lavoro, dal substrato delle infrastrutture di rete alle piattaforme più consolidate sul mercato.
Come ci spiega Luca Crippa, della Direzione Commerciale di Sicab: “A differenza del focus sulla scelta degli apparati, oggi l’idea di integrazione è essenziale per un CIO. La semplificazione è qualcosa che va delegata all’esterno e che l’organizzazione non può gestire da sola. C’è sempre più bisogno di piattaforme che siano semplici da usare, versatili e veloci. In una sola frase: che democratizzino l’accesso alla tecnologia”.
Sicab nasce nel 1992 e, nel tempo, si pone come partner di fiducia per le imprese che vogliono adottare tecnologie all’avanguardia per migliorare il business. Nel 2006, entra in azienda Andrea Travisani, della Direzione Progetti, che contribuisce a rendere Sicab quella che è oggi: un’eccellenza italiana in grado di proporre soluzioni innovative e robuste di comunicazione unificata, integrazione audio-video, sicurezza informatica ed infrastrutture di rete.
Proprio la sicurezza diventa elemento cardine del portfolio della società milanese. “Subito dopo aver consolidato la posizione nell’offerta dell’audio-video” continua Travisani “ci siamo resi conto della necessità di calare tutto il nostro portafoglio di tecnologie nel più ampio discorso della sicurezza. Qualcosa di cui già ci occupavamo da tempo, ma che abbiamo deciso si ampliare verso il resto delle proposte”. Il motivo? Non vi è attualmente un solo comparto aziendale che non sia interessato ai temi della sicurezza. Quando si tratta di accessi, di archiviazione sul cloud, di utilizzo di servizi tramite internet, è chiaro che il panorama del “sempre-connesso” evolve in qualcosa di molto complesso ed eterogeneo da governare. “La nostra esperienza si è consolidata negli anni in diversi mercati verticali. I principali sono il settore finanziario, quello produttivo, dei servizi e il farmaceutico. Una particolare specializzazione è presso magazzini o depositi con movimentazione di merce”.
Il boom del cloud
Nei loro 18 anni di permanenza in Sicab, i due manager hanno assistito a molti cambiamenti, compresa la rivoluzione causata dal Covid. “In tal senso” sottolinea Crippa “sono nati anche dei paradossi sostanziali. Restando nel campo della sicurezza, ad esempio, si nota il trend di mercato verso l’accorpamento delle aziende, così che gli attori diminuiscono ma cresce il bisogno di difesa. Il motivo? I perimetri si ampliano e così gli endpoint, gli uffici, i magazzini, con l’esigenza non solo di mettere in sicurezza tutti gli aspetti della vita aziendale ma anche di rendere più semplice il controllo e il monitoraggio degli stessi”. E qui torna, prepotentemente, il tema della semplicità nel gestire la tecnologia, per non esserne sopraffatti, in maniera passiva.
Tornando al primo “amore” di Sicab, quello dell’unified communication, il modus operandi è quello di integrare la telefonia classica con gli sviluppi del cloud, che vedono attualmente in Cisco Webex e Microsoft Teams due delle principali piattaforme. “Un altro settore che si è evoluto molto nel tempo è quello dei call center” confermano Crippa e Travisani. “Si arriva all’affermazione della comunicazione multicanale in cloud, dove il call center di un tempo viene declinato su più livelli, per raggiungere l’utente ovunque esso si trovi, nei punti di contatto più comodi e usuali”.
Molto, se non tutto, dipende dalla tipologia di investimento che, nell’accezione di Sicab, non deve per forza guardare all’introduzione di qualcosa di nuovo e l’abbandono di quello che c’è già. “Non è detto che la strada migliore per il cliente sia la sostituzione delle tecnologie che usa da tempo. Il tutto parte da un assessment accurato del parco applicativo e hardware, per capire come sfruttare al massimo gli asset che si possiedono. Un esempio significativo di questo approccio è la WiFi Survey, che Sicab propone da anni con successo in Italia e presso le sedi estere dei suoi clienti; un audit volto a comprendere gli eventuali “buchi” di copertura nella connessione wireless, soprattutto in caso di magazzini e impianti su vasta scala. Solo a seguito di tale survey viene proposta la soluzione con cui migliorare la situazione e risolvere le eventuali criticità”.
Per concludere, l’idea che anima e guida Sicab è quella di semplificare l’adozione delle nuove tecnologie, per seguire un percorso graduale e coerente verso la digitalizzazione delle aziende.