Guida all’agilità su larga scala per il successo aziendale

Guida all’agilità su larga scala per il successo aziendale

Verso l’agilità organizzativa, dai metodi tradizionali ai framework scalabili. Modelli IT-driven vs Business-driven. L’approccio Scaled Agile per mettere tutti d’accordo

Nel corso degli ultimi 20 anni, nell’ambito del project management e in particolare negli ambienti Digital, sono nati diversi approcci di lavoro definiti “Agili” che offrono un’alternativa alle classiche modalità waterfall di organizzazione dei progetti. L’introduzione di framework di Scaled Agile, come per esempio SAFe, consente di estendere queste modalità di lavoro al mondo enterprise. Le sfide della digital transformation stanno portando al ripensamento degli attuali modelli organizzativi all’interno del mondo enterprise. Le aziende di medie-grandi dimensioni si sono strutturate nel corso degli anni per ottenere economie di scala e efficientare i processi aziendali, spesso sacrificando la flessibilità dei modelli organizzativi, la capacità di innovare e di adattarsi ai cambiamenti esogeni ed endogeni.

TI PIACE QUESTO ARTICOLO?

Iscriviti alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato.

I framework di Scaled Agile (SAFe, Spotify, LeSS, etc.), puntano a ristrutturare le attività con un focus sul prodotto anziché sul progetto, passando da un’organizzazione a silos delle varie unità di business ad una struttura basata su filiere composte da tutte le risorse necessarie per curare il ciclo di vita end-to-end di un prodotto. Per esempio, rispetto alle altre metodologie, SAFe non si limita al focus sulla delivery del prodotto, ma abbraccia tutta l’organizzazione, tramite un insieme incrementale di competenze da adottare in base alle esigenze dell’azienda. Prima di tutto, fornisce strumenti dedicati ai C-level, come per esempio il “Lean Portfolio Management”, orientato al supporto alle scelte di investimento su prodotti e servizi strategici e innovativi. In questo SAFe si ispira ai concetti del Lean, adottando i Value Stream: il portfolio viene quindi rappresentato come un insieme di “Development Value Stream”, che tramite i processi SAFe vengono gestiti e monitorati.

La metodologia OKR (Objective & Key Results) risulta essere vincente e pratica per la declinazione delle priorità dei piani industriali e per il monitoraggio delle attività strategiche. La forza degli OKR risiede nella possibilità di collegare le scelte strategiche aziendali con gli aspetti operativi di team. Inoltre, SAFe mette a disposizione un insieme di pratiche per l’ottimizzazione dei processi aziendali per traguardare il concetto di “Organizational Agility”, affrontando il tema dell’adozione del cambio di approccio in azienda e della necessità del continuo aggiornamento con le pratiche della Continuous Learning Culture. In sintesi, in SAFe si trovano integrate in un framework strutturato e scalabile molte delle migliori pratiche nate nelle metodologie Lean e Agile: dal Design Thinking, all’approccio a Sprint, alla metodologia OKR che Google ha contribuito a diffondere. Non esiste un unico path da seguire identico per tutti i clienti ma questi framework sono pensati per poter essere personalizzati secondo l’esigenza.

Leggi anche:  L’energia delle imprese per competere

L’adozione di queste metodologie in azienda è quindi facilitata dalla possibilità di introdurre incrementalmente queste competenze. In ogni caso, il passaggio a questo nuovo modello organizzativo non deve essere affrontato con leggerezza, e va invece disegnato e supportato da esperti che aiutino a scegliere quali practice adottare in base al contesto e alla vision strategica, abbracciando sia Digital Unit che Business.

A cura di PwC