Presentate al Salone dei Pagamenti 2023 le prime evidenze di una ricerca sull’Embedded Finance a livello Europeo realizzata da Forrester Consulting per Fabrick e Mastercard
L’Embedded Finance, ovvero l’integrazione di servizi e prodotti finanziari nell’offerta di società non finanziarie si conferma a livello europeo uno dei principali filoni evolutivi delle imprese.
È quanto emerge dalle prime evidenze presentate oggi al Salone dei Pagamenti 2023 di una ricerca – realizzata da Forrester Consulting per Fabrick e Mastercard – per fotografare lo stato attuale del fenomeno, comprendere esigenze e aspettative dei decision maker, individuare i loro driver di scelta.
La ricerca, i cui risultati completi saranno presentati a gennaio 2024, è stata realizzata attraverso una survey quali-quantitativa condotta a partire da settembre 2023 che ha coinvolto oltre 600 decision makers di aziende cross-industry (es. assicurativo, manifatturiero, automotive, fashion retail, consumer goods, logistica e trasporti ecc.) italiane, spagnole, francesi, tedesche e britanniche.
A conferma della centralità assoluta del tema per il target, il 71% delle organizzazioni intervistate ha dichiarato che investirà o aumenterà gli investimenti nei prossimi 24 mesi in soluzioni di payment orchestration (75%), digital wallet (prioritari per l’80% dei player operanti nel fashion retail) e sistemi di loyalty (73%), digital cards e soluzioni in grado di gestire pagamenti embedded multi-country (71%).
Il 76% dei decision maker considera la capacità di coprire il ciclo di pagamento End to End come il secondo fattore più importante (dopo la qualità del portafoglio API) nella scelta di un fornitore di soluzioni di pagamento/Embedded Finance. La percentuale raggiunge un picco del 91% per i player assicurativi.
Riconoscendo le opportunità che l’Embedded Finance porta con sé in termini di incremento dei ricavi e miglioramento della relazione con il cliente, ciò che preoccupa maggiormente le organizzazioni europee nei prossimi 24 mesi quando si parla di gestione di flussi di pagamento è il rischio frodi e sicurezza, indicato dall’82% come priorità, seguito dall’ottimizzazione dei costi di payment processing per l’80% e dall’ottimizzazione del capitale circolante in azienda per il 76% degli intervistati, insieme alla difficoltà di gestire le differenze da un punto di vista normativo fra una country e l’altra.
Il 66% del campione trova inoltre particolarmente sfidanti: la gestione della complessità legata all’integrazione e all’interoperabilità fra vendor e tecnologie lungo la value chain, i processi di riconciliazione dei pagamenti e l’avere una vista unificata di pagamenti fisici e digitali.
L’Italia mostra una particolare sensibilità e urgenza verso le soluzioni di riconciliazione automatica avanzata (77% del campione) e verso i pagamenti account to account (71%). Per questi ultimi, il 60% del campione ha dichiarato che aumenterà il proprio budget IT di oltre il 20%.