L’infrastruttura IT, con al proprio centro i data center, si sta trasformando. I dati sono diventati l’indiscussa valuta dell’economia digitale, mentre strumenti come l’intelligenza artificiale (AI) e il machine learning (ML) si configurano sempre più come i protagonisti assoluti della generazione di valore nella data economy.
Ma se i produttori di hardware e chip per computer hanno a lungo tenuto il passo con le nuove esigenze competitive sfruttando al massimo la legge di Moore, la quantità di efficienza e di potenza di calcolo applicabile in una singola unità sta raggiungendo i suoi limiti.
La Global Tech Trends Survey (GTTS) realizzata da Equinix nel 2023 ha rilevato che il 42% dei leader del mondo IT non è sicuro della capacità della propria infrastruttura di adattarsi al crescente utilizzo dell’AI. Indipendentemente che si tratti di più GPU, CPU o FPGA, processori più veloci o silicio personalizzato, pezzi di hardware più potenti e affamati di energia, l’effetto è uno solo: maggiore quantità di calore che rende indispensabile l’adozione di un approccio alternativo al raffreddamento.
La nuova frontiera infrastrutturale dei data center si chiama liquid cooling. La logica sta cambiando: dall’aria al liquido. Il Power Usage Effectiveness (PUE), il parametro di efficienza energetica dei data center, è stato creato in gran parte partendo dal presupposto che il raffreddamento ad aria e le ventole fossero una parte necessaria di server, switch e router. Ma dal momento che i rack di GPU per l’IA generativa possono consumare più di 30KW di potenza, il raffreddamento ad aria tradizionale non è abbastanza efficiente, scatenando la progressiva adozione di un nuovo standard: il liquid cooling.
Questa nuova tecnologia, a seconda dell’approccio, può considerare l’utilizzo di diversi fluidi tecnici per il raffreddamento, facendo sì che possa avere significati diversi per le varie organizzazioni che utilizzano una o più combinazioni di tecnologie di raffreddamento. In quest’ambito si può parlare di augmented air cooling, immersion cooling e direct-to-chip liquid cooling, e le ragioni per cui le aziende scelgono una o l’altra opzione sono molteplici e dipendenti dai server utilizzati, dai fornitori con cui si lavora e dalle esigenze di workload e ristrutturazione. L’immersion cooling, ad esempio, richiede che i server vengano immersi in una grande vasca di liquido di raffreddamento tecnico, richiedendo le modifiche più sostanziali alla tecnologia dei server e all’architettura dei data center.
Ma indipendentemente dalla modalità il concetto di base rimane lo stesso. Secondo gli analisti di Gartner, il raffreddamento a liquido può risolvere il problema della dissipazione del calore nei server ad alta densità poiché il liquido è in grado di condurre il calore oltre tremila volte meglio dell’aria, richiedendo allo stesso tempo una quantità inferiore di energia per farlo.
Questo implica un nuovo livello di sostenibilità: non solo l’utilizzo del raffreddamento a liquido può ridurre drasticamente le emissioni di anidride carbonica di un data center, anche al di là di quelle associate direttamente all’uso dell’elettricità, ma, con il giusto ecosistema, la cattura e il riutilizzo del calore potrebbero essere più facilmente impiegate a beneficio delle comunità circostanti. I data center HE3 and HE5 di Equinix ad Helsinki, ad esempio, fanno proprio questo, fornendo riscaldamento a case ed uffici.
Il liquid cooling è una novità così significativa da rendere estremamente importante la formazione continua in quest’ambito. Sebbene non sia una tecnologia di facile implementazione, con notevoli costi inziali, i data center dovranno evolvere per anticipare l’infrastruttura di cui la trasformazione digitale avrà bisogno. Ciò significa innovare il data center per aiutare i clienti a ottimizzare le prestazioni, sfruttare le nuove soluzioni aziendali come AI e ML che richiedono workload ad alta intensità di calcolo e consentire un percorso a prova di futuro per i clienti che crescono verso densità più elevate. Il supporto al liquid cooling è parte del percorso.
Emmanuel Becker, managing director Italy Equinix