Le aziende italiane investono in sicurezza? Non a sufficienza per tutelarsi. Check Point Software e Westcon-Comstor, insieme per proteggere le PMI e innalzare la cultura della sicurezza a livello di sistema
Non è una novità: approcciare la cybersecurity non è da tutti. Non lo è per vari motivi, per lo più numerici. Ci sono molte più minacce di un tempo, variegate, e le soluzioni offerte si moltiplicano di giorno in giorno. In un’era precedente, quella del networking, le modalità di protezione si contavano su un paio di mani: si analizzava il perimetro dell’azienda, si contavano gli endpoint e i dispositivi e su questi si chiudevano le possibilità di azione degli attori malevoli. Internet, e soprattutto il cloud, hanno cambiato tutto.
«Non si discute più il sé ma il quando, sempre che non sia troppo tardi» – ci dice Roberto Pozzi, vice president Southern Europe di Check Point Software Technologies. La suddetta complessità crea quindi evidenti problemi a chi desidera approcciare la cybersecurity. «Gli anni passati, anche a seguito della pandemia, hanno posto una necessità su tutte: l’ottimizzazione. Sul medio e lungo termine, l’ottimizzazione della gestione dell’infrastruttura diventerà una priorità. I CEO e i CISO dovranno governare la loro rete in maniera diffusa ma specifica. Il nostro ruolo sarà sempre più consulenziale, orientato a offrire una soluzione allargata e completa, come lo è già».
IL RUOLO DEL DISTRIBUTORE
Sinergia è una keyword in questo ambito sfidante per l’IT. Quando un’azienda si affida a decine di fornitori di sicurezza, diventa necessario conoscere le soluzioni che si stanno adottando, scegliendo player pronti ad affrontare le criticità. In tale scenario, assume un ruolo fondamentale quello del distributore. «Parlando di evoluzione, vale la pena citare un dato su tutti: la tassonomia degli attacchi informatici è aumentata di due ordini di grandezza. La pericolosità è proporzionale alla complessità, quindi la consulenza da parte dei distributori è una competenza non più accessoria ma obbligata» – sottolinea Maurizio Lavagna, managing director South Europe di Westcon-Comstor. «Dobbiamo dare la possibilità ai clienti e ai system integrator di orientarsi in un mercato ricco di proposte. In che modo? Prima di tutto creando una community. In Westcon, abbiamo fondato la comunità di Tech Expert nella quale vengono dibattuti temi di sicurezza informatica ma anche e soprattutto di integrazione». Westcon-Comstor, tra i suoi progetti, vanta anche il laboratorio virtuale 3D Lab con cui replicare scenari multivendor reali, per rendersi conto di come le diverse soluzioni possono interoperare e con quale livello di efficienza. «Siamo divenuti degli enabler, facilitatori di innovazione tecnologica in ambito IT, collante tra le tante figure presenti sul mercato».
LO SCENARIO ITALIANO
Come ricorda Lavagna di Westcon-Comstor, in un panorama eterogeneo, anche il canale ha cambiato aspetto. «Vediamo il sorgere di molte modalità di offerta, nelle quali i ruoli spesso si fondono e si confondono». Quando poi entrano in gioco anche gli hyperscaler, la complessità aumenta ulteriormente. La domanda è allora sempre la stessa: le aziende italiane investono in sicurezza? «Non a sufficienza per tutelarsi» prosegue Pozzi di Check Point Software. «Attualmente, il 70% degli attacchi avviene ancora tramite le e-mail. Questo vuol dire che mancano piattaforme basilari di difesa. In Italia, dove il grosso delle imprese è concentrato nelle PMI, bisogna stare vicino alle organizzazioni, consolidando la collaborazione tra vendor e distributore». Ed è il distributore, per Pozzi, che può seguire le realtà più piccole, per le quali l’aspetto consulenziale è determinante. «Più copriamo la fascia medio-bassa del mercato più si mette in sicurezza l’intero sistema Paese». La dimensione del business rappresenta dunque un aspetto di differenziazione concreto. «Non a caso, in Westcon abbiamo fondato una Academy, con cui formiamo system integrator e utenti finali. Specialmente in Italia, il distributore assume un ruolo di formatore, così che la sua rete possa passare i messaggi corretti agli utenti. Questo perché nessuno degli aspetti che determinano la sicurezza in azienda può essere trascurato. Farlo vuol dire tenere aperta una breccia per gli aggressori e vanificare il lavoro fatto, in termini di tempo, risorse e investimenti. Bisogna invece portare la “conoscenza” in tutti gli angoli dell’organizzazione. Un mantra che segna la storia e il futuro di Westcon-Comstor».