L’appuntamento annuale è incentrato sulle tecnologie che portano le aziende ad affrontare le sfide del domani
Nell’anno dell’intelligenza artificiale generativa, dei modelli di machine learning e degli algoritmi di nuova generazione che diventano alla portata di molte più aziende, il cambiamento per le organizzazioni è dietro l’angolo. Eppure, ci sono ancora degli evidenti blocchi che limitano l’adozione dell’innovazione per le società del nostro Paese. Lo afferma una ricerca di SAP Insight, proprio focalizzata sulle realtà italiane. I dati, rivelati durante un incontro nel corso dell’evento SAP Now 2023, affermano come la difficoltà ad abbandonare i tradizionali modelli di business è tra le motivazioni principali che gli intervistati menzionano quando si tratta di spiegare il perché le nuove tecnologie fanno difficoltà non tanto ad entrare in azienda ma a trasformarsi in reali opportunità di business. Silos aziendali e mancanze di competenze sono tra gli altri elementi ostativi, che vanno affrontati in questa era di profonda trasformazione dell’IT.
“Bene che arrivino nuovi sistemi intelligenti che possano aiutare le aziende ma non bisogna dimenticare la necessità di avere manager capaci di governare il cambiamento, interpretando il dato che diventa maggiormente disponibile oggi” spiega Nicola Serafin, Direttore Generale, Gruppo De’ Longhi, tra gli ospiti della plenaria di SAP Now 2023. “Le tecnologie restano fondamentali per innovare flussi e processi ma è chiaro che l’IA, tema dirompente oggi, non possa da sola gestire in toto un’impresa di prodotti o servizi.”
Al manager fa eco Alessandro Russo, AD e Direttore Generale del Gruppo CAP: “Nelle imprese siamo abituati a ragionare per silos, anche se non vengono più usati come concetto tradizionale. Se un’organizzazione è strutturata in divisioni, è naturale adottare un simile pensiero. Come fare allora per svoltare e approcciare nuovi metodi di sviluppo? Culturalmente siamo abituati a procedere per risultati ma l’IA ci obbliga a invertire la rotta. Tutto corre in maniera più veloce, le decisioni vanno prese quasi nell’immediato, senza possibilità di ripensamenti. Questo crea ansia ma, dall’altra parte, pone anche nelle nostre mani soluzioni avanzate, oggi guidate dall’IA, con un potenziale enorme per supportare le operazioni di business. Bisogna fidarsi? Più che altro c’è da affidarsi, cogliendo il meglio senza dimenticare il ruolo dell’uomo dietro la tecnica”.
Il valore del “dato”, come ricorda Carla Masperi, Amministratore Delegato, SAP Italia, valica i settori, andando a influenzare, in positivo, organizzazioni teoricamente lontane dai sistemi IT. Ad esempio Banco Alimentare. “La gestione del dato e l’abbandono del modello silos è uno scenario che seguiamo da tempo” sottolinea Salvatore Maggiori, Direttore Generale, Fondazione Banco Alimentare Onlus. “I nostri pool interfunzionali si basano in larga parte sull’IT per organizzare al meglio le attività, soprattutto se pensiamo che il Banco è supportato dal lavoro di dipendenti e di volontari, con una rete estesa che va controllata e correttamente guidata”.
L’IA è già in SAP
Qualche settimana fa, SAP ha lanciato Joule, il suo chatbot basato sull’IA generativa. “Con questa mossa, l’IA viene applicata direttamente al business. Un esempio è nell’aiuto di un sistema del genere nelle attività delle risorse umane, per ottimizzare la forza lavoro. Ma anche quando si tratta di magazzino, per ridurre gli errori dei dipendenti. Al momento, oltre 26.000 clienti di SAP usano già l’intelligenza artificiale, che con Joule accelera ed entra in una nuova fase” le parole di Masperi.
Durante la plenaria di SAP Now, l’azienda ha parlato anche di Signavio, che beneficia dei LLM per “parlare” in modo naturale con i clienti che lo usano per fare domande su uno specifico contesto. “L’IA è una tecnologia molto potente che però deve appoggiarsi ad una base dati affidabile e di valore. Per SAP, i due elementi abilitanti del futuro sono l’IA e il cloud. Per questo, abbiamo scelto di rendere disponibile le nostre innovazioni solo sulla nuvola, perché è in questo modo che è possibile sfruttare davvero i database, quando interrogati dalle piattaforme intelligenti”.