Trapasso (Eustema): «Gli accordi quadro funzionano. Ora più sforzi sull’execution»
C’è stato un cambio di passo positivo nel rapporto tra la Pubblica Amministrazione e le imprese per gli investimenti sul digitale. Il maggiore utilizzo di convenzioni e accordi quadro, gestiti dalla Consip, sta rendendo possibili la razionalizzazione della spesa, la semplificazione dei processi e una maggiore trasparenza in tutte le fasi. «Anche per le aziende partecipare a una gara pubblica oggi è più facile» dice Mauro Trapasso, direttore commerciale pubblica amministrazione di Eustema, che lavora ormai da decenni con la PA.
In che modo gli accordi quadro hanno migliorato il contesto?
Uno dei problemi che vedevamo nelle gare pubbliche era la forte litigiosità. Si partecipava, si vinceva la gara e a volte per iniziare a lavorare occorreva aspettare anche un anno perché i ricorsi di chi non si era aggiudicato l’appalto venivano gestiti con tempi molto lunghi. E in un settore veloce come quello del digitale un anno è un tempo lunghissimo, anche in termini di evoluzione tecnologica. L’introduzione 7-8 anni fa dei primi accordi quadro, nati da un’idea del Ministero dell’Economia, ha permesso una netta semplificazione delle gare per la digital transformation dell’apparato pubblico. Da lì c’è stato un significativo progresso. Con il Sac2 i raggruppamenti di aziende si aggiudicano diverse tranche dell’appalto riducendo la litigiosità e i tempi del processo di procurement. L’iter nel suo insieme quindi risulta più agile, e finalmente compatibile anche con i tempi del Piano nazionale di ripresa e resilienza.
La necessità di formare raggruppamenti apre lo spazio delle gare per la PA digitale anche alle piccole e medie imprese.
Questa è un’altra novità importante. Le aziende con fatturati rilevanti sono obbligate a presentare offerta in forma singola ovvero insieme ad imprese di taglia piccola o media, che non avevano tradizionalmente la struttura per partecipare alle gare della Pubblica amministrazione. Spesso l’innovazione in questo settore sta proprio nelle pmi o addirittura nelle startup, coinvolgerle era indispensabile.
La collaborazione “forzata” tra aziende è semplice da gestire?
In Eustema sono trent’anni che lavoriamo in gruppo, per noi è una cosa normale. Per altre imprese che si affacciano per la prima volta al mercato può essere più complicato, ma non vedo difficoltà insormontabili. Molto dipende dalla governance e dalla complessità del progetto stesso. Per molte imprese questa apertura di Consip è l’occasione per entrare su nuovi clienti, aprendo nuove opportunità. Vale anche per noi di Eustema, e non è cosa da poco.
Che cosa resta da migliorare nelle gare digitali della PA?
Oggi il vero problema è l’execution dei progetti. Consip ha fatto il suo, adesso occorre monitorare quello che viene fatto, la messa a terra dei progetti. Viviamo un problema di carenza di risorse umane: diventa difficile trovare le persone per completare i progetti. Per questo servono più investimenti sui giovani, sull’università, perché questo è un settore dove c’è bisogno sempre più professionisti capaci.