La presentazione della ricerca realizzata in tutto il mondo su moltissime aziende consente di discutere su alcuni trend che caratterizzano i rapporti attuali aziende-collaboratori e le tendenze in corso
Nella cornice di una mattinata di sole, ADP Research Institute, l’organizzazione di ADP che si dedica ad attività di ricerca e studio nei campi del lavoro e dell’economia, ha presentato l’edizione più recente del proprio studio sull’andamento del mercato dell’Hr (Human Resource) management. In particolare, a presentare le novità e rispondere alle domande della stampa Italiana a Milano è Nela Richardson, Chief Economist e Head di ADP Research Institute.
Settantacinque anni
«L’anno prossimo compiamo 75 anni, siamo presenti in Italia da più di 50, impieghiamo 63 mila dipendenti, di cui 20 mila fuori dall’America, abbiamo più di 1 milione di clienti e paghiamo più di 40 milioni di persone nel mondo, una su 6 in America», esordisce Lucia Bucci, Dvp Hr ADP. Dopo la rapida introduzione, entriamo nel cuore della ricerca, intitolata “People at Work 2023: a Global Workforce View”; lo studio è basato su una serie di interviste rivolte a 32.612 lavoratori provenienti da 17 Paesi di tutto il mondo (compresi 2 mila circa in Italia), durate circa 3 anni o più. «Questo è un periodo di cambiamenti importanti – commenta Richardson – che continuerà a tassi ancora più rapidi e ai quali bisogna prepararsi con la propria forza lavoro». E qual è la ricetta giusta per raggiungere questo obiettivo? Cercare di seguire la forza lavoro nelle sue evoluzioni. «Oggi i lavoratori sono molto più orientati a ottenere scatti di carriera, come prima della Pandemia – spiega ancora Richardson -. A ciò va aggiunto l’impatto dell’intelligenza artificiale, che continua a crescere, tanto che oggi ChatGPT ha la stessa preparazione di uno studente di scuola superiore (college) appena diplomato». La forza della ricerca ADP è legata alla sua estensione, dato che si basa su una massiccia acquisizione di dati (140 Paesi con oltre 40 milioni di lavoratori) che utilizzando sistemi ADP. «Inoltre i dati vengono confrontati con informazioni sul “sentiment” delle persone, cioè su come si sentono in riferimento al proprio lavoro. Il vero sforzo è stato quello di comparare i dati relativi alle persone e alle loro prestazioni sul lavoro con le tendenze principali del lavoro e dell’economia: come le persone lavorano, come operano in team, come i team influenzano le aziende e come le aziende influenzano l’economia».
Oltre 450 mila risposte ottenute da ADP nel corso di 10 anni su 28 Paesi di tutto il mondo hanno consentito di tracciare un quadro completo delle motivazioni che portano gli impiegati a scegliere e decidere di restare in certe aziende piuttosto che in altre. «Le motivazioni per restare in un’azienda sono abbastanza diverse da un Paese all’altro, anche se la prima e più determinante è chiaramente il salario – aggiunge Richardson -. In Italia, per esempio, la seconda motivazione più importante è il grado di “divertimento” che si ottiene dalla giornata di lavoro (negli Usa, invece, al secondo posto c’è la sicurezza del posto di lavoro). Sempre in Italia, i dipendenti si aspettano un 6% di aumento in busta paga nel corrente anno per continuare a sentirsi motivati sul lavoro».
Conclusioni
Il rapporto di ADP Research Institute sulla forza lavoro mondiale è uno strumento completo e sempre aggiornato, che consente alle aziende di comprendere i principali trend e di adottare le politiche di gestione del personale più consone ai Paesi in cui operano e alla situazione corrente dell’economia. «La quantità di dati che ADP Research Institute riesce a raccogliere sul mondo del lavoro ci consente di offrire un quadro dettagliato delle principali tendenze del mercato – conclude Richardson -. Sicuramente stiamo vivendo un periodo di grandi cambiamenti che influiscono in modo importante sui rapporti tra aziende e collaboratori e che occorre monitorare con attenzione per conquistare e conservare il successo nella propria attività».