Qualys lancia una piattaforma cloud italiana

Qualys ottiene dall’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale la certificazione QC2

Proseguendo nelle attività di successo che hanno consolidato la propria statura di fornitore affidabile di soluzioni di sicurezza e conformità nel cloud, l’azienda lancia nuove iniziative nel nostro Paese

L’annuncio è importante: in un momento in cui diversi attori primari rivedono il proprio impegno nel nostro Paese, Qualys consolida la presenza in Italia attraverso nuove iniziative e investimenti. A partire da un nuovo datacenter: «Il nuovo datacenter è stato aperto in Italia per coprire tutte le esigenze di infrastrutture critiche e soprattutto di Data Sovereignty – spiega Emilio Turani, managing director per Italia, South Eastern Europe, Turchia e Grecia di Qualys -. Questa per Qualys è la prova che l’azienda crede nel Paese, sta investendo e ha offerto una reale evoluzione della propria offerta cloud, che oggi copre tutte le esigenze di security e mitigazione del rischio».

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Il punto di vista del Ceo

La presenza del president e chief executive officer di Qualys, Sumedh Thakar, ha arricchito la discussione sulle novità più interessanti dell’azienda. «Ormai tutte le attività delle aziende sono fortemente influenzate dalla transizione digitale: soprattutto in un periodo come questo, in cui gli attacchi hacker si moltiplicano. Non è tanto un problema di investimenti per garantire la sicurezza, quanto di tempo per implementare le soluzioni corrette. L’unica risposta possibile è l’automazione». Per questo Qualys continua ad aggiungere nuove capacità alla propria piattaforma. «Oggi i CFO (chief financial officer, ndr) vogliono conoscere il vero costo della security – aggiunge Turani -: per valutarne l’impatto sui processi di business e per ottenere un costo misurabile in un approccio di mitigazione del rischio». Inoltre, diversamente da qualche tempo fa, la decisione sull’adozione della soluzione migliore coinvolge «tutti gli stakeholder dell’azienda».

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Sumedh Thakar, president e chief executive officer di Qualys

Un aiuto dalla ricerca di mercato

La presenza di un ospite illustre all’incontro stampa con Qualys ha offerto ulteriori spunti di discussione. «Abbiamo realizzato numerose ricerche e diffondiamo oltre 300 pubblicazioni – ha affermato Alberto Manfredi, presidente e chapter leader di Csa Italy». Cloud Security Alliance (Csa) è un’associazione internazionale no-profit che si dedica allo sviluppo e alla promozione di best practice, formazione e certificazioni per la sicurezza del cloud computing. «Oltre all’attività di formazione e divulgazione, abbiamo creato diversi strumenti per la sicurezza nel cloud e abbiamo formalizzato uno standard di certificazione. Csa Star (Security,Trust, Assurance and Risk Registry), che si collega ad altri standard di mercato sulla security, come Iso 27001 e consente di garantire la sicurezza dei servizi cloud. In particolare, la collaborazione con Qualys potrebbe fare dell’Italia la prima best practice di cloud security».

Alberto Manfredi, presidente e chapter leader di Csa Italy

La possibilità si concretizza con l’inaugurazione della nuova piattaforma cloud condivisa (Scp, Shared Cloud Platform) di Qualys che sarà realizzata in Italia e ospiterà il portafoglio di soluzioni di risk management Qualys. La nuova piattaforma è in linea con il Perimetro di sicurezza cibernetico (Ncsp, National cyber-security perimeter) Italiano dell’Acn, l’Agenzia per la cybersecurity nazionale e consente inoltre di rispettare i requisiti del Gdpr, garantendo che i dati sensibili non vengano portati fuori dal Paese.

Anche le Pubbliche Amministrazioni Italiane stanno sempre più orientandosi verso il cloud, pertanto Qualys, con queste novità e con il nuovo datacenter che verrà realizzato in Italia, si garantisce un futuro di successo nel nostro Paese. Le aziende italiane devono ancora lavorare molto per realizzare una presenza sicura ed efficace nel cloud: Qualys si sta posizionando per offrire un supporto e un’infrastruttura sicura ed efficiente. «I dati nei nostri datacenter non vengono spostati tra centri in nazioni diverse -, conclude Turani -. Questo fa sì che i dati dei clienti restino dove sono loro: un’ulteriore garanzia di sicurezza».

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