L’app anti X deve già fronteggiare i contenuti fuorvianti
Meta ha scoperto che la funzionalità di ricerca di Threads, per i paesi dove l’app concorrente di X è attiva, sta causando più problemi che vantaggi. L’app ha deciso di bloccare le ricerche per una serie di parole “potenzialmente sensibili”, tra cui “vaccini”, “covid” e altre varianti che in precedenza erano state collegate alla disinformazione sulle piattaforme di Meta. I limiti, segnalati per la prima volta dal Washington Post, sono un evidente tentativo di impedire la diffusione di contenuti controversi sul nuovo osical. L’azienda ha bloccato vari termini associati a contenuti potenzialmente sgradevoli come ” sangue”, nudo” e “sesso”, confermando la volontà di limitare le ricerche in una dichiarazione al Post, definendola una misura temporanea. “La funzionalità di ricerca temporaneamente non fornisce risultati per parole chiave che potrebbero mostrare contenuti potenzialmente sensibili”, ha detto un portavoce. Adam Mosseri, il capo di Instagram che supervisiona anche Threads, ha twittato che la società “sta cercando di imparare dagli ultimi errori e crede che sia meglio tendere a fare attenzione mentre lanciamo la ricerca sul social”.
La storia di Meta mostra che l’azienda ha buone ragioni per essere cauta nella ricerca su Threads. La controparte su Instagram è stata ampiamente criticata come vettore di disinformazione e per la sua capacità di condurre gli utenti verso tematiche cospiratorie. La ricerca dell’app è stata particolarmente utilizzata come arma durante i primi giorni della pandemia, quando promuoveva account anti-vax che pubblicizzavano la cospirazione nei risultati migliori per query semplici come “vaccino” e “5g”. Allo stesso tempo, è significativo che Meta stia ora scegliendo di bloccare tutte le ricerche contenenti parole chiave “potenzialmente sensibili”, anche i post che non contengono contenuti che infrangono le sue regole.
L’approccio è decisamente più direto rispetto a quello adottato in passato. Sebbene Meta abbia precedentemente limitato le funzionalità di ricerca sia su Facebook che su Instagram, la società è generalmente intervenuta quando i termini di ricerca erano esplicitamente collegati a contenuti che infrangevano le regole, come hashtag specifici relativi a QAnon. In altri casi, il social ha lavorato per ripulire i risultati per argomenti come i vaccini, pubblicando annunci di pubblica utilità in-app indirizzando gli utenti a risorse ufficiali. Come sottolinea il Washington Post, il risultato del blocco totale dei termini di ricerca legati al covid è che agli utenti è anche vietato cercare informazioni, risorse e conversazioni che non infrangono le regole della piattaforma, il che potrebbe costituire un ostacolo per chi cerca consigli o informazioni credibili da parte di esperti.