Donato Cappetta: «Sempre più domanda di AI, ma interesse anche per la blockchain»
Intelligenza artificiale, machine learning, blockchain. Sono i principali filoni dell’attività di ricerca su cui lavora Eustema, sotto la guida di Donato Cappetta, responsabile dell’area Innovazione, Ricerca e Sviluppo. Tutti ambiti su cui si riscontra una certa vivacità negli ultimi mesi: «Per qualche tempo avevamo l’impressione di esserci spinti troppo avanti: avevamo una buona offerta di innovazione, ma la domanda era bassa, anche clienti grandi e molto grandi erano interessati a tecnologie come l’AI, ma non si sentivamo pronti per adottarla. Ora invece ci chiamano proprio perché ne hanno bisogno».
Quali sono i punti forti dell’offerta di innovazione di Eustema?
Siamo molto forti sull’AI applicata in ambito data warehouse, business intelligence, big data e data science, con un’offerta ricca anche per la gestione di dati strutturati e non strutturati (testuali). L’intelligenza artificiale migliora l’operatività per le attività ripetitive e il supporto alle decisioni strategiche con gli analytics. L’anno scorso, per esempio, abbiamo fornito un servizio di AI applicata a una grande avvocatura: lavora sull’analisi automatica dei precedenti, classifica le pratiche e i ricorsi, funziona come una sorta di recommendation system, svolge un lavoro routinario che di solito in uno studio legale viene affidato a un praticante avvocato.
In che modo il successo di ChatGPT ha influito sull’interesse delle aziende per l’intelligenza artificiale?
Il sistema di large language model sviluppato da OpenAI ha dato un’ulteriore accelerata a un interesse che già stava crescendo. L’accesso pubblico a questo sistema ha portato i clienti a fare richieste nuove: attività come riassunti automatici dei documenti, generazione automatica di contenuti, analisi di testi complessi. Per noi che non lavoriamo sul lato consumer, ma su quello business, questo tipo di attività comporta un grado di precisione molto elevato, e questa è una sfida molto interessante. Stiamo lavorando anche sulle regole in arrivo dall’Europa sull’AI: dobbiamo preparaci, fare in modo che nel privato e nella Pubblica amministrazione l’uso dell’intelligenza artificiale sia etico, trasparente, spiegabile e osservabile, non una scatola nera illeggibile.
Oggi si parla meno di blockchain. L’interesse è in calo?
No, magari c’è meno interesse per i bitcoin o altre criptovalute, ma sul lato delle imprese e della Pubblica Amministrazione resta alto l’interesse per l’uso della blockchain per la notarizzazione degli atti digitali. Questa tecnologia rende possibile avere una sorta di notaio digitale, con un registro immodificabile sulla storia di un file. A livello comunitario si è formato il consorzio EBSI (European Blockchain Services Infrastructure) che lavora molto bene su questi temi.
Come procede l’integrazione di SoftJam?
SoftJam sta portando grande valore alla nostra offerta aziendale. Grazie a questa acquisizione abbiamo accelerato in modo importante la nostra offerta cloud. Oggi essere gold partner di Microsoft per la piattaforma Azure facilita molto il rapporto con grandi clienti per attività nel cloud computing e allarga anche il nostro campo d’azione a imprese private, anche medio-piccole, con cui prima non ci relazionavamo. Questo ci apre anche nuove opportunità nella nostra attività tipica: magari si parte dal cloud e poi emergono esigenze di servizi sul lato dati, è un buon circolo virtuoso.