ll 5G come moltiplicatore di forza per la trasformazione delle imprese. I vantaggi e gli ostacoli per la rivoluzione della connettività mobile. Il successo del 5G non dipende solo dalle reti, ma dalla sinergia tra l’ecosistema delle telco e la catena di trasmissione delle politiche per lo sviluppo
L’evoluzione della connettività mobile come connettività enterprise. Il 5G sta rivoluzionando il mondo delle reti wireless WAN. Inoltre, il 5G offre importanti vantaggi in termini di convergenza tra le reti wireless e cablate, e di supporto per le applicazioni time-sensitive. La trasformazione digitale si basa sulla capacità di connettere persone, dati e oggetti in qualsiasi luogo. Le soluzioni 5G e LTE giocano un ruolo fondamentale nell’attuazione dei processi di trasformazione sia dal punto di vista operativo che nell’ambito dell’infrastruttura IT. Con il 5G, le aziende possono sfruttare le opportunità di connettività cloud-based per la connessione delle reti intelligenti e per la distribuzione di applicazioni e servizi dal centro all’Edge.
Inoltre, il 5G consente l’implementazione di reti wireless WAN basate su software-defined networking (SD-WAN), che offrono maggiori possibilità di gestione della rete e di ottimizzazione del traffico. La rivoluzione 5G non dipende però solo dalle reti ma dalla sinergia tra l’intero ecosistema delle telecomunicazioni e la catena di trasmissione delle politiche per lo sviluppo.
LA SFIDA DELLA SOSTENIBILITÀ
Come emerge dalla nuova edizione del Mobility Report di Ericsson, il 5G è la generazione più trasformativa della tecnologia wireless e agirà come un moltiplicatore di forza per altre tecnologie innovative. A livello globale, sono 240 gli operatori che hanno lanciato servizi commerciali 5G e circa 35 quelli che hanno implementato reti 5G standalone (SA).
Oltre all’impatto tecnologico del 5G, tuttavia, occorre considerare anche l’impatto ambientale. Il fabbisogno energetico necessario per supportare la diffusione globale del 5G raddoppierà entro il 2030. Ma la sostenibilità di una tecnologia dipende dal total life-cycle assessment. Il 5G permetterà, infatti, di sviluppare innovazioni energetiche e di spingere verso l’utilizzo di fonti rinnovabili. Ericsson sta sperimentando nuovi modi per ridurre l’impronta energetica con una combinazione di software, reti e uso intelligente delle infrastrutture per consentire alle reti degli operatori di impiegare meno energia possibile gestendo l’atteso aumento del traffico dati.
Orange France ha scelto di alimentare la sua rete 5G con energie rinnovabili. Un rapporto del 2021 del GSMA evidenzia anche numerosi casi di studio di aziende di telecomunicazioni che affrontano il crescente fabbisogno energetico delle tecnologie di rete mobile avanzate. Inwit in qualità di mandataria del raggruppamento temporaneo di imprese con Vodafone e Tim, si è aggiudicata un bando del piano Italia 5G del PNRR per lo sviluppo e la diffusione del 5G in più di 1200 aree del Paese a fallimento di mercato. Nel piano sono previste anche una serie di misure volte a ridurre le emissioni CO2. Tra queste, gli investimenti in efficienza energetica, nella produzione di energia da fotovoltaico e l’acquisto di energia elettrica da fonti rinnovabili.
LA DOPPIA VELOCITÀ DEL 5G
In Italia, l’avvicinamento al 5G è cominciato nel 2017 e ha debuttato nel 2019. Nonostante l’alto livello di copertura, che le analisi DESI 2022 e GSMA attestano tra il 96% e il 99,7%, lo sviluppo di progetti 5G resta ancora lento e a macchia di leopardo, sotto accusa le procedure di realizzazione delle infrastrutture, permessi a costruire compresi, e i limiti di emissione inferiori a quelli europei. In altre parole, la velocità della messa a terra dei progetti 5G sopravanza la velocità della tecnologia. La crescita più rapida è attesa sul mercato B2B industriale con riferimento alle reti private soprattutto nei segmenti dei trasporti, della logistica e del manifatturiero per supportare le applicazioni IoT, grazie alla capacità del 5G di offrire una connessione mobile più veloce e affidabile. Uno studio di Deloitte, intitolato “5G: The chance to lead for a decade”, stima che l’adozione del 5G potrebbe aumentare il PIL globale di 2,2 trilioni di dollari entro il 2030, grazie ai suoi effetti positivi sull’efficienza, la produttività e l’innovazione in diversi settori. Grazie al 5G, il wireless WAN diverrà sempre più pervasivo come connettività di business. Ma non c’è sviluppo possibile per 5G, 4G, accesso wireless se a monte non c’è la fibra: miliardi di chilometri di fibra al prezzo medio di 7 dollari per chilometro. Nel 2018, sono stati installati 520 milioni di chilometri di fibra, nel 2023 quella cifra è cresciuta di oltre il 7%, superando le previsioni degli analisti (dati GSMA). Cinque dei primi sette operatori parlano cinese. In Europa, è leader l’italiana Prysmian, che in pochi anni ha acquisito tecnologia e brevetti da Alcatel, Nokia, Philips e Pirelli. Il tema è di portata epocale e coinvolge più tavoli istituzionali, gli investimenti PNRR, la principale compagnia di telecomunicazione del nostro Paese, ma anche la regolamentazione che riguarda in modo specifico l’evoluzione del Mobile private network basato su 5G. Secondo IDC, le imprese italiane spendono ogni anno circa 6 miliardi di euro per la pura connettività, distribuiti principalmente nell’accesso in fibra, che supporta anche la tecnologia Fixed wireless access (FWA) basata su un sistema ibrido fibra-wireless, e a seguire nel 5G e nel 4G, quest’ultimo ancora dominante sul mercato con la connettività mobile che usiamo abitualmente.
COESISTENZA DELLE RETI
La coesistenza delle reti wireless nell’architettura di connettività delle aziende italiane giocherà un ruolo fondamentale nel corso dei prossimi anni. In questo momento, il 5G supporta circa il 12-13% del totale delle connessioni mobili delle imprese italiane, il 14% circa in Europa. A livello globale, il traffico dati della rete mobile continua a crescere. Le proiezioni dicono che entro il 2028, l’80% delle connessioni FWA sarà su rete 5G. Le opportunità di crescita dei ricavi 5G per i fornitori di servizi possono essere suddivise in tre aree principali: connettività di base, adiacenze attuali e future innovazioni che spaziano dai consumatori alle imprese e ai clienti del settore pubblico. Nella connettività di base, le principali aree di attività che vengono affrontate sono: esperienza differenziata di banda larga mobile per i clienti nei mercati locali; opportunità di 5G FWA sfruttate con successo in tutte le geografie; reti mission-critical implementate in molti mercati; IoT su larga scala come opportunità di offerta aggiuntiva per consumatori e imprese. La connettività 5G e l’edge computing sono fondamentali per i programmi di trasformazione aziendale già in corso e per i relativi casi d’uso legati alla digitalizzazione, all’automazione e all’augmented e hybrid working. La copertura di banda larga mobile ad alta velocità di 4G e 5G ha aperto opportunità ai fornitori di servizi per offrire servizi di banda larga alle piccole e medie imprese tramite l’FWA. Dati di ricerca provenienti da 139 paesi mostrano che più di tre quarti dei fornitori di servizi offrono attualmente servizi di FWA: quasi un terzo tramite 5G, rispetto a un quinto dell’anno precedente, con una forte adozione di mercato in Italia, Austria e nei paesi nordici.
I ricavi dei fornitori di servizi FWA a livello globale raggiungeranno i 67 miliardi di dollari entro il 2028, con un tasso di crescita annuo composto del 16%. Il potenziale di crescita dell’FWA è particolarmente interessante poiché sfrutta in larga misura le risorse della banda larga mobile. «Le principali telco italiane sono focalizzate sull’estensione della rete 5G nelle aree rurali e sul lancio dei servizi FWA basati sul backhaul in 4G-5G, con l’obiettivo di raggiungere i clienti non sufficientemente coperti dai servizi a banda larga su rete fissa e integrare la capillarità delle loro reti FTTx, puntando a estendere la copertura ultra-broadband a milioni di abitazioni e imprese nei prossimi anni» – spiega Daniela Rao, senior research and consulting director di IDC Europe. Per sfruttare il potenziale del 5G e tornare a crescere, le telco dovranno trovare il modo di attrarre una quantità maggiore di clienti 4G, incentivando l’utilizzo di piani 5G e introdurre nuovi servizi digitali. Servizi in cui la connettività deve diventare sempre più potente, ma sempre meno visibile.
Parlando di “copertura” della rete 5G bisogna tenere presente – come mette in evidenza Fabrizio Gergely, architecture sales leader di Cisco Italia – che per la massima parte in Italia si tratta di una copertura derivata non da infrastrutture dedicate, ma da tecnologie di transizione che si appoggiano all’esistente. In pratica, non c’è quella rete 5G pura, end-to-end, in grado di supportare i casi d’uso più promettenti. «Le risorse del PNRR sono un’ottima opportunità» – continua Gergely. «Abbiamo due bandi connessi al 5G che sono da sfruttare, ma il risultato finale dipenderà da molti altri fattori, quali la maturazione complessiva dell’ecosistema e la capacità di incentivare la collaborazione pubblico-privata». Sicuramente, le scelte dei prossimi due anni saranno fondamentali. Per capire come possono cambiare le cose, Gergely di Cisco cita un dato dell’Osservatorio 5G and Beyond del Politecnico di Milano, che stima per il 5G privato un valore che oscilla tra i 40 e i 200 milioni di euro per il 2025, proprio perché ci sono tutti questi vari fattori in gioco. «Per prima cosa, è importante sottolineare che in Italia la copertura 5G, pur avendo raggiunto percentuali vicine al 100% della popolazione, grazie al Dynamic Spectrum Sharing, è ancora largamente basata su una infrastruttura non-standalone».
Questa modalità ha permesso da subito agli operatori di offrire l’accesso radio 5G, utilizzando l’infrastruttura di rete (Core) 4G – spiega Alberto Nardi, account director MSP sales di Cradlepoint Southern Europe. «Per realizzare il pieno potenziale delle reti 5G gli operatori dovranno ampliare e completare la rete 5G standalone che permetterà di abilitare funzionalità specifiche come lo slicing, la qualità garantita end-to-end, le connessioni Ultra-reliable low-latency. E sarà inoltre necessario adottare delle soluzioni certificate su queste funzionalità».
Tuttavia, il pieno sviluppo del 5G richiederà ancora diversi anni. «Il PNRR già sta contribuendo sul lato infrastrutturale» – commenta Giosuè Vitaglione, director telco sales EMEA di Fortinet. «Con i piani Italia a 1 Giga e Italia 5G, il Sistema Paese può recuperare il gap di investimenti non fatti negli anni passati, a causa soprattutto dello squilibrio del mercato italiano delle telecomunicazioni tra efficienza operativa, scenario molto competitivo, costi delle frequenze e capacità di investimento. Serve una visione ambiziosa e tenere la barra dritta nei piani implementativi – continua Vitaglione – considerando l’importanza e la criticità di questa infrastruttura. In questo caso, l’innovazione parte dall’offerta, motivo per il quale operatori forti e innovativi sono un elemento essenziale per generare benefici all’intero ecosistema».
L’obiettivo del governo italiano per il 2026 è quello di offrire una connettività a 1Gbps per circa 8,5 milioni di famiglie, imprese ed enti nelle aree periferiche e ampliare la copertura 5G sul territorio nazionale. «A tal fine, sono stati dedicati circa 6,71 miliardi di euro del PNRR per realizzare interventi sulle reti a banda ultra-larga, di cui 2,02 miliardi proprio per lo sviluppo del 5G suddivisi in due bandi distinti» – spiega Manuele Groppi, solution engineer manager di GCI System Integrator. «Il primo bando è dedicato alla ristrutturazione della connettività rete fissa-radiomobile (backhauling), fondamentale per non creare colli di bottiglia e vanificare i benefici della rete 5G. La maggiore capacità verso il singolo user prevede una maggiore banda verso la rete fissa. Tutto ciò sarà possibile grazie alla fibra ottica che dovrà essere posata». Il secondo bando è rivolto all’estensione della copertura radiomobile nelle aree più remote. «Si stima che saranno necessari circa 35mila permessi e autorizzazioni per il solo piano 5G.
A parte gli ostacoli tecnici che dovranno essere superati – evidenzia Groppi – il rilascio delle autorizzazioni, non sempre in tempi brevi, potrebbe rallentare e far slittare i tempi di realizzazione previsti dal PNRR. Avere più banda indubbiamente rende più fruibili le applicazioni di tutti i giorni, tuttavia, applicazioni che necessitano di bande elevate, basse latenze e dispositivi sempre connessi rendono indispensabile la rete 5G. Basti pensare alla telemedicina».
IL POTENZIALE DEL 5G
Le prestazioni del 5G standalone e la capacità di garantire SLA per servizi specifici end-to-end attraverso il Network slicing – spiega Alberto Nardi di Cradlepoint – consentiranno l’utilizzo completo di scenari attualmente ancora limitati, come il controllo in tempo reale dei processi industriali, la telemedicina, l’agricoltura robotizzata, la realtà aumentata e persino la guida autonoma di livello 5, senza la necessità di un conducente. «Queste nuove capacità si tradurranno in ottimizzazione dei tempi, ritorno degli investimenti e riduzione dei costi di operatività: fattori strategici per le aziende italiane per competere e vincere in un mercato globale sempre più agguerrito».
Il 5G permette di avere a disposizione connessioni più veloci e un grande numero di oggetti connessi. «Le 5G Private networks, già in implementazione in vari paesi europei, consentiranno una maggiore efficienza in molti settori» – spiega Vitaglione di Fortinet. «L’uso del 5G in tali applicazioni critiche richiede maggiore focus sulla sicurezza sia delle reti che delle applicazioni: ignorare questo aspetto rischia di rendere vulnerabili intere filiere produttive». Tre le principali caratteristiche innovative della rete 5G, rispetto a quella 4G: una maggiore banda di picco (da 2Gbps, a 20Gbps), una latenza estremamente bassa (da 10-50 millisecondi del 4G a 1-4 millisecondi del 5G) e una densità di dispositivi per chilometro quadrato maggiore (da 100mila a un milione). «Da questi dati, è evidente che tutte le applicazioni che sono diffuse capillarmente e che richiedono basse latenze beneficeranno di questo tipo di rete, anzi, in alcuni casi il 5G sarà un prerequisito fondamentale» – afferma Groppi di GCI System Integrator. «Un esempio lampante saranno le applicazioni inerenti alla sanità, come per esempio la telechirurgia, l’ambulanza connessa, il telemonitoraggio strumentalmente assistito e il teleconsulto in alta definizione». In virtù dell’elevata disponibilità di banda, bassa latenza e connettività senza limiti, il 5G pone le imprese e l’intero sistema produttivo di fronte a un nuovo percorso che inevitabilmente si intreccerà sia con la transizione ecologica e la trasformazione digitale.
«La tecnologia 5G sarà il mezzo abilitante che porterà benefici alle imprese, tra cui la riduzione dei costi di alcuni processi, e quindi delle emissioni, insieme all’aumento della produttività» – osserva Stefano Andreucci, head of Service Provider, Italy & South Europe di Juniper Networks. «L’arrivo delle reti 5G sarà sempre più determinante per la filiera delle telecomunicazioni. Le nuove reti richiederanno nuovi ecosistemi con una collaborazione tra le telco e altre realtà chiave, anche di settori differenti, per garantire esperienze d’uso di qualità. Cruciali, le competenze sia specialistiche di rete sia quelle legate ai domini verticali di applicazione del 5G. L’Edge computing in ambito automotive e manifatturiero, l’URLLC per sanità e trasporti, ma anche l’Open RAN per gli operatori telco sono alcune delle applicazioni più comuni in cui risulta fondamentale l’elaborazione integrata di una soluzione di networking e sicurezza che faccia massiccio uso dell’innovazione, legata a ML e AI, che Juniper incorpora nel suo DNA».
Il 5G rappresenta una concreta possibilità di cambiamento, anche per Eugenio Chiacchia, technical account manager di NovaNext. «I benefici offerti dal 5G hanno le potenzialità di ridisegnare i servizi di connettività di tipo fisso, con wireless last mile ad altissima capacità, e di tipo mobile, con altissimi volumi di apparati connessi. La diffusione pervasiva di oggetti che hanno la capacità di interagire tra loro e con l’essere umano, in uno scambio virtuoso di conoscenza, elimina qualsiasi barriera spaziale o tecnologica».
NUOVE FUNZIONALITÀ
La prima rete privata 5G ibrida d’Europa è stata realizzata da Vodafone Business Italia al Nardò Technical Center (NTC) per Porsche Engineering. «Questa infrastruttura di rete mobile-privata, ma completamente integrata nella rete mobile pubblica di Vodafone abilita la copertura 4G e 5G in tutto il Centro Prove pugliese – spiega Alessandro Magnino, head of Global Enterprise di Vodafone Business Italia– con l’obiettivo di consentire ai clienti del Centro lo sviluppo e il testing di un’ampia serie di applicazioni tecnologiche per la mobilità del futuro, come la capacità di un veicolo di dialogare con un altro, oppure la possibilità di scambiarsi informazioni con infrastrutture lungo la strada».
Vodafone Business Italia di recente ha annunciato anche l’avvio di un progetto con l’Università di Palermo per realizzare il primo campus universitario in 5G. «L’iniziativa – spiega Magnino – prevede lo sviluppo di progetti 5G per lo sviluppo di nuove funzionalità e approcci all’istruzione e alla formazione nelle università e negli ospedali, nonché alla creazione di un sistema di assistenza continua. Grazie all’architettura altamente reattiva e alla bassa latenza del 5G, le Mobile private network stanno aprendo la strada alle applicazioni tecnologiche del futuro nei più diversi settori».
Le reti 5G e i relativi casi d’uso non solo alimentano la connettività ubiqua, ma sono anche essenziali, in collaborazione con altre tecnologie, per creare, acquisire e contestualizzare una quantità sempre maggiore di dati operativi e orientati al cliente. «L’integrazione dell’intelligenza artificiale e del Mobile edge computing porta a nuovi livelli di automazione e di decisioni autonome che consentono all’organizzazione di adattarsi in modo più rapido e accurato alle condizioni in evoluzione» – spiega Daniela Rao di IDC Europe.
Le aziende che vogliono sfruttare il 5G per raggiungere lo status di azienda agile e connessa devono, tuttavia, tenere sotto controllo una serie di fattori tecnici e commerciali nel breve e medio termine che influenzano la disponibilità delle reti 5G e, di conseguenza, la disponibilità di casi d’uso avanzati.
«Sebbene la copertura 5G abbia raggiunto quasi l’ubiquità in alcuni mercati – continua Daniela Rao – a livello globale vi sono ancora significative lacune nella disponibilità del 5G. Le multinazionali devono tenerlo presente quando pianificano di estendere l’adozione dei casi d’uso del 5G oltre un singolo sito». La funzionalità dipende dal tipo di rete 5G che viene implementata. La versione non standalone (5G NSA) utilizza una rete di accesso radio (RAN) 5G con un core di rete LTE legacy. Il 5G standalone (5G SA) utilizza la stessa RAN, ma il traffico transita sulla rete tramite un core 5G dedicato. «Le funzionalità avanzate del 5G, molto pubblicizzate, come la bassa latenza ultra affidabile e il Network slicing, sono disponibili solo nel 5G SA» – mette in guardia Daniela Rao. «Tuttavia, fino a marzo, solo 40 delle circa 240 reti 5G commerciali attive livello globale sono state lanciate con il 5G SA. La limitata disponibilità del 5G SA potrebbe scoraggiare alcune implementazioni di casi d’uso, in particolare per organizzazioni con più sedi o multinazionali. Allo stesso modo, ci sono ulteriori perfezionamenti tecnici in corso per il 5G che continueranno a fornire miglioramenti essenziali nelle funzionalità e nelle prestazioni delle reti 5G, ma che saranno disponibili solo tra alcuni anni». Alcuni dei casi d’uso più innovativi del 5G derivano dall’uso combinato di tecnologie sovrapposte alla rete 5G: intelligenza artificiale per alimentare l’analisi predittiva, multi-access edge computing per fornire insights quasi in tempo reale e software in grado di supportare il 5G per offrire un’esperienza utente differenziata. «Tutte queste tecnologie devono maturare affinché possano unirsi in casi d’uso del 5G pienamente funzionali per ottenere risultati significativi per le aziende».
Mentre la funzionalità 5G nei tradizionali smartphone/tablet/portatili sta raggiungendo l’ubiquità, la disponibilità del 5G in altri tipi di dispositivi è ancora indietro. «Sebbene il 5G accelererà l’uso di AR/VR, c’è una carenza di visori con il 5G integrato direttamente nel visore stesso (alcuni possono accedere alla funzionalità cellulare essendo collegati a una base o a un hotspot). Il settore sta ancora lavorando per affrontare le limitazioni di dimensioni, potenza e costi che hanno impedito l’uso del 5G in applicazioni IoT più tradizionali» – spiega Daniela Rao. «Nei prossimi anni, il 5G inizierà a essere disponibile commercialmente a costi competitivi per i dispositivi IoT, ma nel breve termine molte implementazioni di casi d’uso del 5G richiederanno dispositivi personalizzati».
IL MERCATO DEI SERVIZI
Secondo IDC, entro il 2028 le connessioni 5G rappresenteranno oltre il 65% del totale delle connessioni mobili e i relativi ricavi costituiranno circa il 62% del totale valore del mercato dei servizi di rete mobile. L’ARPU invece tenderà a decrescere e ad assestarsi su valori simili a quello dei servizi basati sulle tecnologie precedenti. «Il mercato dei servizi 5G sarà trainato dalla promozione di offerte 5G voce-dati, che offrono servizi a maggiore velocità e a prezzi competitivi, che tendono a essere simili a quelli delle tecnologie precedenti. In quest’ambito, la crescita sarà guidata dalla diffusione di device 5G e dei servizi gaming, video-streaming, broadcasting di eventi e infomobilità offerti da OTT e player specializzati, solo talvolta in partnership con le telco, che stimoleranno la domanda di consumatori e imprese di connettività mobile di alta qualità» – spiega Daniela Rao. Il segmento delle imprese, cha attualmente, in termini di connessioni rappresenta il 30% del totale delle connessioni 5G, evolverà con una progressiva diffusione delle SIM 5G e M2M nelle imprese di medie e grandi dimensioni, per l’avvio di servizi “mission-critical” delle Mobile private network e dei progetti IoT, dove la latenza e qualità dei servizi mobili è un requisito fondamentale.
«La spesa delle aziende utenti delle MPN 4G/5G ora è una nicchia di modeste dimensioni, ma destinata a crescere con un ritmo molto rilevante, passando dagli attuali 11,2 milioni di euro a 178,2 milioni di euro nel 2028. Questo sviluppo sarà generato principalmente dalla domanda di poche e grandi organizzazioni pubbliche e private che hanno infrastrutture produttive e mezzi in movimento distribuiti su vaste aree territoriali». Disporre di connettività immediata, agile, con una esperienza di alta qualità end-to-end, differenziata in base alle applicazioni ma che possa garantire i più alti standard di sicurezza è alla base delle richieste di ogni azienda. «Il 5G standalone può coprire queste necessità, nel frattempo è importante che le aziende adottino già adesso delle soluzioni enterprise capaci operare sulle reti 4G/5G esistenti, ma pronte a sfruttare tutte le potenzialità del 5G standalone» – afferma Alberto Nardi di Cradlepoint. «E sul fronte sicurezza, aspetto sempre più centrale per le imprese, serve un impegno concreto da parte di tutta la filiera». In questo scenario, l’acquisizione di Ericom, specializzata in soluzioni di sicurezza basate su cloud e Zero Trust, sottolinea l’impegno di Cradlepoint nel diventare un punto di riferimento anche in questo campo.
La connettività è fondamentale per garantire la continuità operativa. La connettività attiva il cloud. La sicurezza passa per la rete. Il 5G potrà contribuire in maniera significativa a rispondere a tale necessità. «Al momento siamo solo all’inizio con i servizi FWA» – commenta Giosuè Vitaglione di Fortinet. «Ma lo scenario si svilupperà nel tempo. La tecnologia Secure SD-WAN trarrà grandi vantaggi dal miglioramento delle connessioni. Abbiamo già osservato un notevole sviluppo in questo ambito. Il che ci conduce a un assunto molto importante: la sicurezza è fondamentale, non c’è ripresa senza resilienza. Se da un lato, infatti, la connettività apre a tutta una serie di opportunità, dall’altro consente anche agli attacchi cybercrime e cyberwar di ampliare il proprio raggio di azione: su Internet tutti gli attori confinano tra di loro, e chi ha meno protezioni sarà un bersaglio preferito».
Il 5G gioca un ruolo fondamentale come abilitatore tecnologico per una serie di nuovi servizi e applicazioni come la realtà aumentata (AR), la blockchain, il metaverso, la telemedicina e i veicoli a guida autonoma. Tuttavia, queste innovazioni pongono sfide significative in termini di profili di traffico, latenza e resilienza che devono essere affrontate adeguatamente. «Sarà perciò cruciale avere un’architettura di networking flessibile, pronta a gestire i nuovi pattern di servizio, sicura e affidabile» – spiega Stefano Andreucci di Juniper Networks. Per affrontare queste sfide, Juniper ha fatto investimenti strategici nello sviluppo di chipset proprietari che offrono la flessibilità necessaria per gestire efficacemente una vasta gamma di tipologie di traffico e applicazioni. Parallelamente, il 5G sta accelerando l’evoluzione verso soluzioni di tipo ibrido e/o multicloud – «un trend che in Italia sta subendo un’accelerazione decisa anche alla luce degli investimenti previsti in ottica digitalizzazione e modernizzazione del mondo dell’impresa e della PA, grazie al PNRR e alla creazione del Polo Strategico Nazionale» – continua Andreucci. «Secondo noi di Juniper è necessario lavorare su livelli di astrazione che siano strettamente legati al servizio, e non alla sua puntuale implementazione. Inoltre, è fondamentale mettere in pratica quello che è il nostro approccio di tipo intent-based o application-oriented networking, che permette di fornire ai nostri clienti una soluzione con un’orchestrazione centralizzata e una visione unificata end-to-end».
Il 5G è in grado di supportare applicazioni che prima erano fruibili solo con connettività cablata. «L’utilizzo massivo dei Big Data in real-time garantisce l’evoluzione dei servizi, la crescita della competitività e il miglioramento della customer experience» – afferma Eugenio Chiacchia di NovaNext. «Le aziende pubbliche, per esempio, possono realizzare un insieme di servizi urbani che migliorano l’assistenza, la sicurezza e la riduzione delle emissioni. Le aziende private, invece, possono implementare in maniera diffusa servizi in grado di aumentare la produttività migliorando, al contempo, la qualità lavorativa dei collaboratori. Applicazioni come l’IoT, l’AR, l’automazione, la telemedicina, la mobilità, la sicurezza fisica, l’efficientamento energetico, dei processi, dei consumi e delle emissioni sono aspetti fondamentali per le aziende e necessitano quindi di soluzioni avanzate, realizzabili solo se supportate da una connettività affidabile, performante e pervasiva».
Vodafone ha svolto un ampio programma di sperimentazioni sul 5G, riconoscendone da subito le grandi potenzialità. Come risultato, le aziende stanno investendo in modo significativo per trasformare in modo sostanziale la propria infrastruttura digitale, abbracciando appieno le opportunità offerte dal 5G.
«Le reti 5G e in particolare le reti MPN dedicate per le aziende saranno sempre più rilevanti in diversi settori – spiega Alessandro Magnino di Vodafone Business Italia. «In campo industriale, per la logistica, per le utilities, per la pubblica amministrazione o ancora nel settore sanitario o della formazione. Nel manifatturiero queste reti possono collegare impianti e macchinari per la raccolta istantanea di informazioni per migliorare i processi produttivi».
LA PROMESSA DEL 5G
Il 5G porta con sé la promessa di rivoluzionare i processi di innovazione e digitalizzazione. «La promessa del 5G di connettere una miriade di oggetti, oltre alle persone, con ampiezza di banda, bassissima latenza e grande capillarità, inizia a concretizzarsi con gli investimenti delle grandi imprese distribuite per la realizzazione di reti mobili private (MPN) basate su tecnologia LTE e 5G» – spiega Daniela Rao di IDC Europe. «In prospettiva, le reti private 5G, rappresentano un vero passo avanti nella connessione di device e sensori, superando molti limiti delle reti cablate e del Wi-Fi: capillarità, stabilità, bassa latenza e sicurezza delle connessioni, insieme all’integrazione sono le sfide da affrontare. Tuttavia, in Europa, la connettività della maggior parte dei grandi progetti IoT è ancora supportata dalle reti basate sulle tecnologie mobili NB-IoT e LTE-M (delle precedenti generazioni mobili) e dalle reti LPWAN su spettro non licenziato. Nel frattempo, le più importanti implementazioni della tecnologia 5G avverranno a livello delle infrastrutture di rete, non visibili da consumatori e utenti finali, ma fondamentali per sostenere il Fixed wireless access e offrire servizi a banda ultralarga in aree territoriali non economicamente raggiungibili dalla rete fissa». In definitiva, nei prossimi il 4-5 anni sarà ancora lo standard 4G a sostenere la maggior parte delle comunicazioni su rete mobile, anche se gli smartphone 5G si diffonderanno più velocemente arrivando a rappresentare il 90% delle unità vendute nel 2025. Stando agli ultimi aggiornamenti, secondo IDC, la previsione di spesa delle organizzazioni end-user per infrastrutture LTE/5G nel mondo passerà da 1.990 milioni di dollari nel 2022 a 5.237 milioni nel 2027, con un CAGR del 21,5%. Ma nell’arco del 2024 – spiega Daniela Rao – «vedremo diverse imprese italiane implementare MPN LTE/5G con un patchwork di architetture e modelli di distribuzione, il contributo di più fornitori e un probabile allungamento dei tempi di realizzazione in ragione dei costi e delle complessità dello sviluppo di questi progetti». Tra le cause dei ritardi accumulati, c’è anche la soglia dei limiti di emissione elettromagnetica italiana, la più bassa in Europa – spiega Daniela Rao. In Italia, i limiti sono a 6 volt per metro quadrato, soglia fissata 20 anni fa e 10 volte inferiore a quella applicata nei paesi dell’Unione Europea, tra cui Germania, Francia e Spagna. Tuttavia, per associazioni di cittadini e organizzazioni, come Legambiente, i limiti elettromagnetici non vanno modificati. Al momento, il governo sta studiando modifiche al Codice delle comunicazioni e un decreto legge da 1,5 miliardi che prevede limiti all’elettrosmog più alti. «La rivoluzione 5G non dipende solo dalle reti – commenta Daniela Rao – ma dalla capacità di imprese e istituzioni di digitalizzare i processi e lanciare nuovi servizi e applicazioni che permettano davvero l’interazione online e il dialogo esteso anche tra persone, oggetti e macchine connesse: un percorso lungo, molto complesso che è cominciato ma che diventerà visibile sul mercato di massa solo nell’arco dei prossimi 4-5 anni».
IL RUOLO CHIAVE DELLE TELCO
Investimenti, formazione, sicurezza delle applicazioni e protezione dei dati. Quali sono le sfide che le imprese devono affrontare nel passaggio al 5G e nella trasformazione delle reti wireless WAN? Molti verticali sono interessati alle reti mobili private 5G, ma cresceranno a ritmi diversi a seconda della criticità dei casi d’uso e dei risultati finanziari delle implementazioni delle reti mobili private. Tra le sfide principali ci sono la complessità operativa, la carenza di personale qualificato e la bassa implementazione dello spettro industriale in tutta Europa. «Le implementazioni delle reti mobili private possono essere complesse, specialmente se la nuova rete fa parte di un più ampio programma di trasformazione digitale, che comprende la gestione dettagliata del progetto, le competenze in radio, rete, sicurezza, cloud e applicazioni. Inoltre, la gamma di competenze necessarie per costruire e mantenere le reti private continuerà a essere scarsa» – spiega Daniela Rao di IDC Europe. «Le organizzazioni dovranno rivolgersi ai partner giusti per acquisire le competenze che non possiedono internamente o che non considerano come competenza principale».
E alcuni fornitori non saranno in grado di supportare implementazioni in tutti i paesi europei. «Le organizzazioni che operano in più paesi europei – continua Daniela Rao – si trovano ad affrontare problemi di eterogeneità riguardo allo spettro, poiché questi paesi utilizzano diverse bande di frequenza e l’acquisizione dello spettro è soggetta a processi e tempi diversi. Le organizzazioni potrebbero essere costrette a implementare una serie di architetture e modelli di distribuzione diversi, lavorare con una gamma di fornitori o ritardare il rollout. Anche se lavorare con una gamma di fornitori potrebbe in alcuni casi contribuire a mitigare il rischio, tuttavia, l’eterogeneità potrebbe aumentare i costi iniziali e continui delle reti mobili private e aggiungere complessità».
La trasformazione della connettività deve avvenire senza aggiungere complessità e senza peggiorare le sfide già presenti. «Il cliente che si orienta al 5G si aspetta di avere una tecnologia radio complementare rispetto ad altre tecnologia di rete, come il Wi-Fi 6 e con la possibilità di avere una policy coerente di accesso» – spiega Fabrizio Gergely di Cisco Italia. «I vendor tecnologici possono facilitare il mercato, come già stanno facendo, attraverso lo sviluppo di offerte sempre più competitive per sfruttare il 5G in questa fase di passaggio, ma soprattutto integrando nella proposta architetturale in modo nativo, tutti quegli elementi necessari per fare sì che i livelli di prestazioni previsti siano mantenuti, per esempio, sviluppando la full stack observability, la sicurezza nativa sulla rete, algoritmi predittivi capaci di anticipare potenziali problemi e ridirigere il traffico in modo ottimale, soluzioni all’Edge della rete per consentire un’elaborazione scalabile di dati in tempo reale».
Le competenze sono molto importanti, in particolare per la cybersecurity. A tal proposito, Fortinet sta investendo non solo in tecnologia, ma anche in formazione gratuita per clienti e partners con l’obiettivo di formare un milione di esperti entro il 2026 a livello globale «Il 5G rappresenta un’opportunità senza precedenti per l’ammodernamento del nostro Paese e, a partire dalla tecnologia Wireless WAN, diventerà un elemento competitivo di primaria importanza per l’infrastruttura digitale nazionale» – conclude Giosuè Vitaglione di Fortinet. «In questo contesto, gli operatori telefonici hanno un ruolo chiave e devono essere sostenuti negli investimenti. Ma allo stesso tempo, non vanno disperse le competenze, necessarie per l’innovazione».
Cradlepoint: 5G e Wireless WAN