Sferanet rilancia Olidata

Cristiano Rufini, presidente CdA Olidata e presidente CdA Sferanet

Il tre aprile 2023 Borsa Italiana riammette alle negoziazioni Olidata Spa sul mercato Euronext Milan. L’operazione è guidata da Cristiano Rufini, presidente di Sferanet. Si apre così un nuovo capitolo per uno dei marchi storici dell’IT italiano, incentrato su piattaforme, soluzioni, innovazione e sostenibilità ambientale, puntando sull’attrattività del Made in Italy

Se l’imprenditorialità è un “tic”, l’ottimismo è il suo abito mentale. Un ottimismo di una lega diversa da quello a cui si è soliti pensare, l’unico spendibile anche solo per immaginare di riuscire a risvegliare Olidata dall’arresto decretato con la messa in liquidazione nel marzo 2016. Ma il passato non determina necessariamente il futuro. Conta la capacità di fare delle scelte nel presente. Come quelle operate da Cristiano Rufini, classe 1980, dal 2008 al timone di Sferanet, per riportare in Borsa Olidata.

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UN PERCORSO IN SALITA

In questa lunga cavalcata, la data da cui partire è il 18 ottobre 2022. «Il giorno in cui il CdA di Olidata Spa ha perfezionato l’aumento di capitale che ci ha consentito la formalizzazione dell’acquisizione delle quote con l’entrata nel pacchetto di maggioranza dell’azienda» – ci spiega Cristiano Rufini, presidente CdA Olidata e presidente CdA Sferanet. Punto terminale di un percorso iniziato molti mesi prima e proseguito con l’approvazione, l’11 agosto 2022, dell’aumento di capitale misto riservato, per realizzare un’operazione di concambio con Sferanet, deliberato dall’assemblea dei soci in composizione straordinaria. «Operazione preceduta – continua Daniela Ranalletta, direttore Ufficio Legale e Risorse Umane Sferanet – dalla conclusione del piano concordatario in continuità aziendale, depositato presso il Tribunale di Forlì dalla precedente amministrazione e dall’apporto di finanza esterna da parte di Sferanet che ha permesso alla società Olidata, un marchio italiano di prestigio, centrale negli anni passati, di portare a termine il proprio risanamento senza che nessuno dei creditori fosse insoddisfatto».

Uno sforzo importante anche dal punto di vista economico. Senza il quale non sarebbe stato possibile portare a termine il concordatario di Olidata e concludere il pagamento di tutti i creditori iscritti al piano, permettendo di ripartire con una situazione debitoria completamente risanata. Arriviamo così al fatidico tre aprile con la riammissione alle negoziazioni delle azioni di Olidata Spa disposto da Borsa Italiana sul mercato Euronext di Milano. Ad annunciare il ritorno, sette anni dopo la sospensione dalle negoziazioni, il tradizionale suono della campanella azionata da Cristiano Rufini, nuovo socio di maggioranza di Olidata. Un giorno atteso da migliaia di piccoli azionisti esposti per anni al rischio di vedere le loro azioni trasformarsi in carta straccia. «Il momento della cerimonia ha regalato fortissime emozioni a tutto il management di Sferanet, che ha guidato l’operazione» – ricorda Daniela Ranalletta. «A partire dal timoniere Rufini che per molti anni, sempre convinto della possibilità di successo, ha infuso coraggio a tutti noi rispetto alle paure che ci affliggevano prima di conseguire l’obiettivo. La soddisfazione quel giorno è stata grande; ci siamo guardati negli occhi e abbiamo capito che ce l’avevamo fatta».

Daniela Ranalletta, direttore Ufficio Legale e Risorse Umane Sferanet

OBIETTIVO CENTRATO

Il controllo di Olidata da parte di Sferanet è avvenuto grazie ad un’operazione di fusione inversa (reverse merge), un processo che consente a una società privata di acquisire un’altra già quotata in borsa. Nello specifico Cristiano Rufini ha conferito il 51% delle azioni di Sferanet a Olidata, mentre Le Fonti Group, Società Benefit ha conferito 1,6 milioni di euro di liquidità. «La sospensione della società Olidata aveva dato luogo nel corso degli ultimi anni a una forte uscita del personale dipendente» – ricorda Ranalletta. «Si può dire che nel 2022 la società fosse pressoché ferma dal punto di vista dell’operatività, benché comunque attiva con due dipendenti, un CdA e un collegio sindacale presenti, ma anche con un commissario giudiziale nominato e le difficoltà di far fronte a tutto il piano di risanamento». Questa la situazione che gli advisor hanno messo a terra quando hanno suggerito al management aziendale di intraprendere la strategia di reverse merge.

Una scelta in cui ha giocato un ruolo importante anche la prospettiva di arrivare alla quotazione in tempi più brevi rispetto alla classica Initial Public Offering (IPO). «Se Olidata avesse tentato la riammissione in Borsa senza il supporto di una società come Sferanet, avremmo sicuramente trovato più difficoltà» – continua Ranalletta. «Durante le fasi di analisi da parte di Consob e Borsa Italiana siamo stati chiamati a dimostrare la capacità di Olidata di essere riammessa al mercato quotato, affinché tutti gli azionisti, detentori per molti anni di azioni sospese, riacquistassero la tranquillità necessaria per poter investire nuovamente su questa azienda. L’obiettivo è stato centrato e dopo la riammissione in Borsa, c’è stato un nuovo ingresso di azionisti».

IL NUOVO INIZIO

All’epoca della prima espansione informatica, parliamo dei primi anni 80, Olidata rappresenta senza dubbio uno dei marchi più iconici e più riconoscibili. Software house specializzata nella produzione di pacchetti applicativi nel settore contabile e amministrativo prima, system integrator, produttore e vendor di una gamma fortunata di personal computer poi, l’azienda cavalca per oltre un decennio la crescita dell’IT in Italia. Il nuovo percorso industriale dell’azienda sarà distante da quello originario legato alla componente hardware. «Non credo che il vecchio modello di business degli anni 90 e 2000 di Olidata sia in questo momento storico ripetibile» – afferma Rufini. «Sarà un’evoluzione legata al contesto tecnologico, profondamente cambiato negli ultimi venticinque anni. La componente hardware, legata al solo PC per capirci, non sarà più centrale. Nel nuovo percorso di Olidata, ci sarà invece il ritorno a piattaforme e soluzioni Made in Italy». I «puntatori» – come ama definirli Rufini, ovvero le aree tecnologiche su cui fare leva – saranno la cybersecurity con la piattaforma SAFE MIND e le soluzioni dedicate ai settori healthcare ed energy. Aree non così lontane da quelle che all’epoca del primo tentativo di risollevare le sorti dell’azienda (2018) erano state individuate per il rilancio: IoT, cloud e cybersecurity, con PA e PMI come mercati di riferimento.

IL PIANO DI RILANCIO

Nel piano di rilancio di Olidata il Gruppo Sferanet prevede un aumento dell’incidenza dei ricavi legati alle soluzioni a maggiore valore aggiunto – cybersec, Big Data, soluzioni proprietarie – con le quali si punta a superare i 60 milioni di ricavi a fine 2025. «Le piattaforme di cybersecurity, software e hardware saranno centrali nel progetto di rilancio di Olidata» – conferma Rufini. «Da questo punto di vista, ritengo assolutamente baricentrico lavorare su piattaforme proprietarie nazionali (PPN) come TakeCare e SafeMind e sulla resilienza nazionale del dato». Concetto centrale per sintetizzare la capacità di un sistema di rimanere accessibile e utilizzabile anche di fronte ad eventi catastrofici, disastri naturali e attacchi dolosi. «Capacità irrinunciabile – sottolinea Rufini – per qualsiasi organizzazione data-driven, privata o pubblica. Prima la pandemia e poi la guerra in Ucraina dimostrano come i dati siano un dominio fondamentale della vita quotidiana di ognuno». In particolare, il conflitto russo-ucraino ha reso ancora più esplicita l’importanza del cyberspazio, quale “quinta dimensione” del terreno di scontro, in aggiunta a terra, mare, aria e spazio.

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In questo quadro conseguire una reale capacità nazionale di resilienza dei dati diventerà irrinunciabile. «Tornare a lavorare con piattaforme nazionali e avere una propria identità digitale nel dominio cyber sarà fondamentale per lo sviluppo del nostro Paese» – afferma Rufini. Il settore sanitario, con la piattaforma Take Care, soluzione alimentata da un motore di AI e da moduli di intelligenza cognitiva, rappresenta la seconda direttrice di sviluppo della nuova Olidata. «Dopo la pandemia, i concetti di telemedicina evoluta, la vicinanza alle persone mediante l’adozione di tecnologie e il monitoraggio della salute avranno un impatto importantissimo».

L’attenzione qui è rivolta agli sviluppi che nel campo della telemedicina sfruttano le tecnologie di comunicazione per fornire assistenza sanitaria a distanza, education e formazione. Un settore in rapida evoluzione. «La prevenzione e la predizione, attraverso tecnologie di intelligenza artificiale, sono le nuove frontiere della medicina. Un ambito nel quale noi vogliamo cercare di dare il nostro contributo».

La terza direttrice di sviluppo è rappresentata dall’energy, con particolare riferimento all’intersezione sempre più pronunciata tra innovazione tecnologica e soluzioni energetiche sostenibili per lo sviluppo urbano. «Il mondo della tecnologia e quello dell’energia saranno sempre più avvicinati dai concetti di smart city e comunità energetiche» – osserva Rufini. «L’integrazione di soluzioni innovative e sostenibili per affrontare le sfide dell’urbanizzazione e del cambiamento climatico, promuoverà un futuro più intelligente e resiliente dal punto di vista energetico. E questa trasformazione delle tecnologie e dei servizi che investirà la società sarà un ulteriore caposaldo del percorso di evoluzione della nuova Olidata» – precisa Rufini. «Dalla nostra parte, il vantaggio di avere alle spalle anni di studio e di analisi su tali temi, che ci permette di mettere in campo piattaforme già perfettamente integrate nei sistemi dei nostri clienti e in continua evoluzione».

Claudia Quadrino, amministratore delegato di Sferanet

MERCATI TARGET

Forti di una offerta e di un know-how sviluppato nel campo della system integration, Sferanet e Olidata si posizionano come orchestratori di soluzioni per il finance, la sanità e l’energy. Settore quest’ultimo ricco di opportunità ma che presenta anche più di un’insidia. «Parliamo di un mercato ibrido e come tale va trattato. Detto questo siamo in grado di lavorare sia con l’energy provider privato, che con la struttura partecipata pubblica. In questo settore – spiega Rufini – oltre l’importanza dell’approccio, conta avere competenze verticali molto sviluppate, indipendentemente dalla natura giuridica dell’end user, partecipata o completamente privatizzata». Diverso il discorso relativo al settore bancario e assicurativo tra i primi a investire in maniera massiccia in sicurezza informatica e soluzioni di AI. L’abitudine a gestire e proteggere grandi quantità di dati sensibili e l’esposizione di entrambi i settori a rigorose normative e regolamenti in materia di sicurezza, hanno indotto le organizzazioni ad adottare misure avanzate per mitigare i rischi e proteggere i sistemi finanziari. «Banche e assicurazioni sono state precursori da questo punto di vista» – continua Rufini. «Parliamo di settori in forte accelerazione perché le nuove tecnologie consentono di evolvere modelli già messi in campo da tempo. E proprio perché più maturo, il livello della sfida competitiva su questo mercato è più elevato». Ma Rufini preferisce guardare alle cose da più prospettive. «Accanto a una presenza già importante di concorrenti, percorsi tecnologici iniziati da più tempo e un mercato magari più saturo, c’è anche il rovescio della medaglia: l’opportunità di confrontarsi con manager più orientati a premiare capacità progettuali e competenze».

PAROLE D’ORDINE

Le acquisizioni concluse da Sferanet negli ultimi 30 mesi, tutte autofinanziate, si iscrivono in una strategia di ampio respiro che prevede il consolidamento della forza finanziaria, l’acquisizione di nuove competenze e la diversificazione. «Le acquisizioni delle società I.Con e prima ancora di Divergento ci consentiranno di sviluppare progetti e soluzioni di system integration anche in ambiti e aree geografiche dove eravamo meno presenti». L’operazione I.Con – come evidenzia Rufini – si inserisce nella strategia di garantire al Paese autonomia tecnologica attraverso la protezione delle infrastrutture digitali. «L’obiettivo è di costituire un polo di eccellenza per il mercato dell’ICT, mettendo a fattor comune ambiti complementari, risorse, esperienze, mercati e geografie per proseguire in un percorso di crescita significativo».

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Diverso il discorso per I.Con Real Estate. «Non ci metteremo a costruire palazzi» – scherza Rufini. «L’azienda immobiliare, costituita nell’ambito delle operazioni di acquisizione intraprese dal Gruppo, ha una sua funzionalità specifica. Una pecca di molte aziende è la scarsa capitalizzazione che per il sistema bancario e di controllo rappresenta a volte un vulnus. Con le due acquisizioni, non solo abbiamo accresciuto le capacità tecnologiche e di delivery dei nostri progetti, ma abbiamo voluto dare un ulteriore segnale di assoluta solidità acquisendo gli uffici di I.Con a Vimercate, nell’ottica di una maggiore capitalizzazione del gruppo e di una maggiore solidità e stabilità economica». Solidità finanziaria che si accompagnerà alla riduzione dei costi operativi e alla diversificazione delle attività, in vista di una maggiore resilienza finanziaria. Diversificazione entro cui si iscrive a pieno titolo anche la partecipazione perfezionata con Biancone Automobili, startup innovativa che opera nel settore della mobilità sostenibile e dell’aftermarket. «L’obiettivo di questa partecipazione è diversificare gli investimenti, focalizzandosi sull’innovazione e sulla sostenibilità ambientale» – spiega Rufini.

«Con promettenti prospettive di sbocco per le soluzioni Olidata, tutto ciò che ha a che fare con le piattaforme di gestione delle flotte auto e la georeferenziazione per l’accesso a servizi evoluti, sono attività che rientrano nel nostro settore. L’approccio alla mobilità sostenibile rappresenta senza dubbio un campo di interesse del nostro core business». L’espansione potrebbe non fermarsi qui. Non è un mistero, infatti, l’intenzione del gruppo di continuare a valutare nuove opportunità di integrazione mediante l’acquisizione di altre società strategiche.

UNA NUOVA SEDE

Grazie alle recenti acquisizioni, Sferanet è cresciuta notevolmente anche dal punto di vista numerico e attualmente conta circa 200 collaboratori e dipendenti. Nella sede storica, si inizia a stare stretti e il trasferimento – preceduto dall’apertura di una sede di rappresentanza nell’iconica via Veneto, previsto tra la fine di quest’anno e i primi mesi del prossimo – rappresenta anche simbolicamente un momento di grande cambiamento. «Il numero di metri quadri della sede triplicherà» – rivela Claudia Quadrino, amministratore delegato di Sferanet. Ma il tragitto dalla sede attuale sarà breve. «Due palazzi accanto, l’edificio gemello. Abbiamo bisogno di spazi importanti sia per organizzare gli eventi in azienda e accogliere i clienti sia per mettere a disposizione dei colleghi nuovi spazi ricreativi con bar, zona relax e palestra, ma anche un’area attrezzata riservata ai bambini dei nostri collaboratori con la presenza di una baby-sitter dedicata. «Trascorriamo tante ore in azienda. Per questo il desiderio è che tutto il personale possa lavorare in un ambiente più accogliente». Si intuisce fin da subito che i colori del logo continueranno ad essere quelli di Sferanet: «Al blu dell’innovazione e al verde del Made in Italy, che caratterizzano da sempre Sferanet, si unirà come elemento distintivo anche lo storico arancione di Olidata, per formare l’iconico triangolo che accompagnerà ogni azienda del gruppo».

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CERTIFICAZIONI E SCOUTING

L’innovazione e la continua evoluzione delle piattaforme proprietarie hanno assicurato a Sferanet importanti successi sia nel settore pubblico che in quello privato. Tuttavia – sottolinea Claudia Quadrino – la volontà di non snaturare l’identità dell’azienda rimane un punto fermo. «Oggi, abbiamo completato la nostra offerta, ma noi siamo nati come system integrator e come tali ci siamo certificati su tutti i maggiori vendor presenti sul mercato. Questo vuol dire che possiamo dare assistenza e consigliare sempre la soluzione migliore al cliente. Una delle nostre prerogative da sempre».

Non rinunciare mai a investire in nuove soluzioni ha consentito a Sferanet di fatturare anche durante l’emergenza sanitaria. «Quando ci si accoda alla soluzione del momento non si è vincenti» – afferma Quadrino. «L’importante è fare la differenza per i clienti, impugnando sempre l’arma dell’innovazione». Il supporto del settore commerciale è determinante per intercettare le novità sul mercato. «Ancora oggi continuiamo a fare lo stesso lavoro di scouting, alla ricerca della soluzione migliore per ogni tipo di mercato». Sfidando, se necessario, convenzioni e conformismo. «Spesso ci si lascia abbagliare dal nome, tralasciando l’efficacia» – riflette Quadrino. «Posso capire la diffidenza del cliente, perché il vendor importante può dare una garanzia di continuità storica. Ma per noi investire in competenze significa non precludersi opportunità e fette di mercato. Aziende come la nostra se non sono innovative non crescono».

PERSONE, COMPETENZE E MERITO

Per muoversi in maniera agile, c’è bisogno del supporto non solo del personale tecnico, ma di tutti i collaboratori dell’azienda. Supporto che in Sferanet è garantito da una attenzione particolare alla valorizzazione delle competenze e del merito. «La meritocrazia ha diritto di cittadinanza in questa azienda, da sempre» – afferma Claudia Quadrino. «Lo testimonia la mia storia e il mio percorso di crescita. Prima come account manager, tredici anni fa, poi come direttore commerciale e oggi come AD di Sferanet. Un modello di crescita che può essere garantito a tutte le persone e che intendo continuare a portare avanti». Premiare il merito rappresenta un elemento chiave per ridurre il turnover e trattenere i talenti. «Le capacità dei nostri collaboratori vengono riconosciute ed esaltate. La maggior parte delle persone che occupano posti importanti in azienda sono cresciuti con noi» – sottolinea Quadrino. «Alla fine di ogni anno, premiamo le persone più meritevoli per l’impegno, i risultati e la fidelizzazione all’azienda. Quest’ultima è molto importante per noi, perché qualifica il nostro modo di essere e fare impresa con una retention pari al 100%. Un record. Solo instaurando con i clienti buoni rapporti, si riescono a ottenere ottimi risultati a livello di progetto».

ESPANSIONE E PROGETTI

Olidata/Sferanet guarda con interesse ai progetti di ricerca e innovazione finanziati dall’Unione europea per accedere ai finanziamenti disponibili e alle reti internazionali, ampliare la propria presenza sui mercati di riferimento, migliorare la competitività e beneficiare del supporto normativo e politico fornito dall’Ue. «L’anno scorso abbiamo creato un’area dedicata ai progetti di ricerca, facendo importanti investimenti sul mondo della ricerca dedicati all’evoluzione e all’innovazione, attraverso un’unità locale a Bruxelles del gruppo tecnico commerciale che sviluppa progetti finanziati» – conferma Quadrino. «Partecipare a bandi finanziati ci consente di continuare a investire sull’innovazione». Ma lo sguardo di Olidata è rivolto anche allo sviluppo di partnership industriali con system integrator globali, puntando all’espansione a livello internazionale del brand italiano. «Per crescere ed espanderci sul mercato, abbiamo ritenuto necessario andare oltre i confini italiani, aprendo la sede di Dubai». Dubai grazie alla sua posizione strategica e alla disponibilità di infrastrutture moderne rappresenta un polo d’attrazione per le aziende che vogliono crescere in quell’area. «Mercati in continuo fermento, dove l’innovazione riveste un ruolo importante» – continua Quadrino. «Aree nelle quali porteremo principalmente competenze nel mondo big data e dell’AI, proponendo le nostre soluzioni SafeMind e TakeCare. Il Made in Italy è ampiamente apprezzato nei Paesi arabi e rappresenta un indicatore di qualità per le soluzioni. I prodotti sviluppati in Italia si distinguono per un’architettura basata su soluzioni open source, che consente ai clienti di avere piena conoscenza di ciò che contengono. Inoltre, i dati rimangono sempre all’interno delle loro infrastrutture e non vengono affidati a un fornitore che potrebbe trasferirli altrove».

Foto di Gabriele Sandrini