Come talento, innovazione, bellezza e saper fare salveranno le imprese italiane davanti alle sfide della competizione e della velocità del cambiamento. NTT DATA Italia, il CEO Ruffinoni: «Per costruire il futuro, dobbiamo investire sulle persone»
«Siamo tornati a scuola, al ristorante, al cinema, allo stadio. Siamo tornati a fare tutto quello che facevamo prima della pandemia, con una sola eccezione: il lavoro». Parola di Walter Ruffinoni, amministratore delegato di NTT DATA Italia, nel giorno dell’uscita del suo ultimo libro dal titolo “L’azienda gentile. Come bellezza, gioia e benessere plasmeranno le imprese del futuro” (Mondadori Electa, 20 giugno 2023).
Lo abbiamo incontrato a Manduria (Ta), in occasione del Forum in Masseria 2023.
Alla ricerca di un nuovo equilibrio
Il cambiamento del lavoro e della sua organizzazione coinvolge tutti i settori industriali e i ruoli chiave anche in aziende high-tech intensive. Quando si parla di lavoro ibrido non c’è in ballo solo l’automazione e l’efficienza dei processi, la riduzione dei costi e la sicurezza delle connessioni, ma anche la sostenibilità, l’inclusione, la crescita personale e professionale. I modelli che ci hanno accompagnato negli ultimi 50 anni non sono più validi. Tecnologia, persone e workspace rappresentano le nuove dimensioni del lavoro.
«Tre fenomeni hanno rotto l’equilibrio» – spiega il CEO di NTT Data Italia e top manager tra i più attenti al cambiamento del Paese. «La pandemia ci ha costretto a rimettere in ordine le priorità. La digitalizzazione ha riformulato la dimensione di tempo e spazio del lavoro. L’ingresso della generazione Z nel mondo del lavoro ha scompaginato i valori della leadership tradizionale. Nel 2025, i nati tra il ‘96 e il 2010 rappresenteranno il 27% della popolazione lavorativa mondiale. Ormai, non è più l’impresa che sceglie chi assumere, ma sono i talenti a scegliere l’impresa più attrattiva» – commenta Ruffinoni.
«Digital mismatch e velocità del cambiamento rappresentano le sfide operative più pressanti per le imprese che in Italia perseguono una strategia di innovazione per competere con successo su scala globale».
Secondo Ruffinoni – la risposta a questi fenomeni epocali è l’azienda gentile. «La bellezza, la gioia di saper fare e di fare bene, il benessere fisico e mentale delle persone salveranno le imprese italiane di fronte a queste sfide: un modello d’impresa che chiede risultati di alto livello, ma che allo stesso tempo è pronta ad accogliere le esigenze delle persone, aperta al cambiamento e soprattutto capace di creare una comunità, non solo un team di lavoro».
Scuola e competenze: la partita dell’innovazione per le imprese italiane
Su scuola e competenze si gioca la partita dell’innovazione e della competitività delle imprese in Italia.
«La formazione è un tema fondamentale. Negli istituti tecnici industriali, l’Italia ha 10mila studenti, la Germania ne ha un milione. È un divario che bisogna colmare il più velocemente possibile» – spiega Ruffinoni. «Dobbiamo raddoppiare in 5 anni il numero degli scritti. Entro il 2026, Il 50% della popolazione lavorativa mondiale dovrà riskillarsi e il tempo medio di ri-formazione sarà di 60 giorni. L’attenzione va posta sull’Indice DESI: l’Italia sta accelerando su infrastrutture e connettività, ma su capitale umano siamo al palo. Per costruire il futuro, dobbiamo investire sulle persone».
La pandemia ha portato molte persone a fare una riflessione profonda sulle loro priorità personali e sulla qualità della vita. L’integrazione efficace di smart working e lavoro in presenza richiede anche l’implementazione di infrastrutture tecnologiche solide per consentire collaborazione fluida e accesso ai dati in sicurezza. Il concetto di “azienda gentile” di cui parla Ruffinoni è un approccio che mira a creare un ambiente di lavoro positivo, inclusivo e sostenibile, mettendo l’accento sul benessere dei dipendenti e una cultura aziendale basata sulla fiducia, la collaborazione e la bellezza. Questo modello può certamente contribuire ad affrontare i fenomeni del “mal di lavoro” e della “Great Resignation”, fornendo un ambiente lavorativo che soddisfi le esigenze dei dipendenti e promuova un senso di appartenenza e di realizzazione.
La creazione di competenze come fattore critico di successo
L’idea di un’impresa gentile, basata su valori di accoglienza, generosità e apertura, può sicuramente essere applicata anche al contesto del Made in Italy. Un’impresa gentile che produce beni “Made in Italy” può incorporare valori come l’eccellenza, la sostenibilità, l’attenzione al dettaglio e la cura per i dipendenti.
Non solo. L’idea di “impresa gentile” può contribuire a valorizzare e preservare il patrimonio culturale e industriale italiano, offrendo prodotti che siano non solo di alta qualità, ma anche sostenibili e in grado di creare un impatto positivo sulla società, recuperando l’eredità rinascimentale di “bottega” come spazio di lavoro e luogo di formazione e di scambio e trasmissione di conoscenze.
«Noi ci sentiamo profondamente Made in Italy» – afferma Ruffinoni. «Quando siamo stati acquisiti nel 2011, eravamo 2.500 persone, oggi siamo 6.000. Fatturavamo 300 milioni di euro, oggi 600. Vogliamo contribuire ad accelerare la digitalizzazione del sistema Paese, con il raggiungimento degli obiettivi del PNRR».
Parlando di Made in Italy, è importante ricordare che nell’ambito dell’ICT, abbiamo delle grandi eccellenze nel campo della robotica e dell’intelligenza artificiale. Come NTT DATA Italia, stiamo dando il nostro contributo sul mondo del design e della cybersecurity, e siamo diventati un’eccellenza all’interno del Gruppo. Abbiamo aperto un Innovation Center a Milano, dove ci occupiamo di metaverso industriale e di quantum computing. Lavoriamo sulla frontiera dell’innovazione per far crescere i talenti italiani. La creazione di competenze è il fattore critico di successo per il futuro».