Cloudera pronta per tutte le sfide

Cloudera Data Platform: l’obiettivo è generare valore per le aziende

L’approccio ibrido è quello vincente per Cloudera che dispone di una piattaforma unica nel suo genere e non solo per la governance. Uno studio indica che i dati non sempre sono utilizzati bene, se non addirittura ignorati. Il fine tuning diventa una necessità

Il 32% delle aziende non utilizza per niente o utilizza in modo non efficace i dati che ha in casa. Il 76% delle stesse concorda sul fatto che la presenza di dati in diversi ambienti cloud e on-premise rende complesso estrarne valore. Tuttavia, più di due terzi (67%) li archivia in un ambiente ibrido, ovvero utilizza sia il cloud on-premise/privato che il cloud pubblico. Inoltre, quasi sette organizzazioni su dieci (68%) hanno adottato un modello multi-cloud e lavorano con due o più hyperscaler.

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Sono indicazioni fornite da una ricerca condotta per Cloudera da Coleman Parkes Research presso 850 aziende europee con più di mille dipendenti, un centinaio quelle italiane (sul fatto del non utilizzo dei dati altre fonti forniscono indicazioni ancora più pessimistiche).

La ricerca rivela che quasi tutti i decisori IT delle organizzazioni interpellate (97%) prevedono di migrare un maggior numero di dati nel cloud nei prossimi tre anni, citando come fattori trainanti una migliore accessibilità (52%), l’ottimizzazione dello storage e del backup (51%) e la riduzione dei costi (36%). Solo l’1% ha rimpatriato i dati in sede negli ultimi 12 mesi ma il 78% prevede di farlo per alcune tipologie nei prossimi 36 mesi. Le preoccupazioni relative ai dati e alla conformità (59%), i timori di cloud lock-in (53%) e le sfide relative alla complessità e all’integrazione dell’IT (50%) sono citate come le principali ragioni per cui le organizzazioni sono restie a spostare altri dati in cloud.

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Dati da sfruttare meglio

“Molte organizzazioni puntano sul cloud per poi ritrovarsi a dover spostare alcuni dati nuovamente on premise per motivi di costi, governance e sovranità. La disposizione dei dati all’interno di un complesso mosaico di ambienti cloud ibridi rende difficile per molte aziende estrarne appieno il valore”, afferma Fabio Pascali, Regional Vice President Italy di Cloudera. “Per ogni organizzazione, sfruttare al meglio i dati che si hanno a disposizione in modo sicuro è un aspetto fondamentale, che non sempre viene ancora affrontato al meglio. La presenza di moderne architetture di dati può aiutare a vincere questa sfida, ottenendo maggiore valore e, contemporaneamente, ottimizzando i costi del cloud”.

Per estrarre più valore dai propri dati, le aziende stanno abbracciando sempre più spesso la data analytics. I reparti IT (60%) hanno la maggiore necessità di questa tipologia di strumenti, seguiti da finance (51%), vendite (50%), marketing (50%), operation (41%) e risorse umane (41%). Tuttavia, il 68% degli intervistati ritiene che la propria organizzazione disponga di un numero eccessivo di strumenti di analisi dei dati ed è preoccupato per la dispersione, mentre solo la metà (52%) è pienamente convinto di sapere quanti strumenti di data analytics sono stati implementati. Coloro che hanno questa certezza, dichiarano di utilizzare cinque strumenti diversi.

La risposta di Cloudera

Sulla base delle indicazioni fornite da questa ricerca, Cloudera ritiene di avere elaborato una strategia in grado di rispondere efficacemente alle sfide e di avere in casa tutti gli strumenti tecnologici per assecondare i nuovi paradigmi. “In primo luogo – sottolinea Pascali – abbiamo un focus sull’ibrido con soluzioni molto innovatine. Poi disponiamo di una piattaforma, la Cloudera Data Platform (CDP), unica nel suo genere, concepita nel rispetto di tre criteri apprezzati dal mercato: l’open source; l’open, inteso come integrazione con altre soluzioni, incluse quelle IA; e poi l’end to end, che è grande ausilio per generare benefici per il cliente e semplificare la vita nelle organizzazioni. La piattaforma ha una importante ossatura sulla flessibilità del dato. La centralità del dato non va a scapito del data mesh. Il dato infatti deve essere sì governato ma con il data mesh si danno ai singoli dipartimenti aziendali i dati che servono, utilizzando anche modelli di automazione evoluti all’occorrenza. Inoltre la complessità di un approccio ibrido viene ridotta grazie a una governance unica di questa piattaforma che, essendo agnostica, risulta svincolata dalle infrastrutture cloud sottostanti”.

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In questo senso Cloudera non ha un competitor importante di riferimento, nonostante la crescente concorrenza sul mercato. A seconda degli ambiti, i concorrenti cambiano, spesso sono gli stessi cloud provider, tipicamente anche partner sul cliente. L’approccio all’insegna della flessibilità è motivo di tranquillità per i clienti. “Non possiamo rilasciare numeri – aggiunge Pascali – ma stiamo crescendo a un ritmo sostenuto, insieme all’ecosistema dei nostri partner, un centinaio di nomi, tra cui system integrator di grande spessore strategico e SI di nicchia ma specializzati. Ritengo che abbiamo in casa tutte le competenze per vincere le diverse sfide”.

Cloudera è ormai presente in tutti i settori economici. Da poco si è affacciata al manufacturing e ora sta pensando al retail. La PA rappresenta un punto di forza. Al suo recente evento Evolve di Roma erano presenti  più di 300 persone. Due esempi: per Inail ha fatto un grosso lavoro e da PNT-Piattaforma Nazionale di Telemedicina è stata scelta per realizzare il piano di telemedicina in Italia.

Cloudera Observability e Generative AI

Intanto la società ha provveduto ad arricchire ancora di più il suo portafoglio prodotti con Cloudera Observability e Generative IA. La prima soluzione aggiunge nuove funzionalità all’open data lakehouse implementato con CDP, fornendo insight pratici su dati, applicazioni e componenti dell’infrastruttura al fine di ottimizzare i costi, risolvere automaticamente i problemi e migliorare le prestazioni. La governance finanziaria e FinOps consentono di gestire il budget sulla piattaforma CDP per evitare sforamenti e consentire proiezioni di capacità a fini di pianificazione. “Con Cloudera Observability, precisa Pascali, i nostri clienti ottengono una visibilità senza precedenti su carichi di lavoro e utilizzo delle risorse per controllare e gestire automaticamente gli sforamenti di budget e migliorare le prestazioni”. Tra l’altro questa applicazione è interoperabile con Apache Iceberg, elemento chiave dell’open data lakehouse di Cloudera fornito tramite CDP. Con il secondo prodotto Cloudera abilita l’intelligenza artificiale su larga scala in maniera affidabile, sicura e responsabile.

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La società dispone di una capacità di gestione di 25 milioni di terabyte per i clienti che la pone  alla pari degli hyperscaler. “Una posizione unica, conclude Pascali, per aiutare le aziende a sbloccare il valore dei loro dati, indipendentemente da dove risiedono. Allo stesso tempo, i dati sono già pronti per essere elaborati con l’AI e le imprese possono trarre vantaggio dai suoi sviluppi attuali e futuri. In Cloudera crediamo che i dati possano rendere possibile ciò che è impossibile oggi, domani”.