Netalia: un operatore piccolo ma disruptive

L’Agenzia per la Cybersicurezza (ACN) assegna al Public Cloud Netalia le qualificazioni per trattare i dati strategici del Paese

Compliance, italianità, affidabilità e specializzazione sono i quattro principali elementi distintivi della strategia di questa azienda che programma quest’anno di raddoppiare il fatturato a 11 milioni di euro, con una marginalità a livelli di Ebit prossimo al 10%, ma con mire di aumento in tempi ragionevoli

Per Netalia il public cloud, nella accezione da lei coniata e in corso di implementazione, rappresenta lo strumento più idoneo per la digitalizzazione delle imprese e una larga fetta della PA. “Ormai – sostiene Michele Zunino (quasi 5 anni in Italtel dove ha concepito l’idea della nascitura azienda nel 2010),  Fondatore e Amministratore Delegato – il cloud non è più solo uno strumento per la riduzione dei costi. Assumendo un Total Cost of Ownership congruo, la convenienza economica alla adozione del cloud non arriva al 30%. I reali vantaggi sono altri e sono riconducibili a tendenze emerse di recente, tra cui è prioritario il tema della valorizzazione dei dati e della loro traduzione in informazioni realmente utili alla gestione della organizzazione in cui trova implementazione”.

Da sempre, infatti, prendere buone decisioni dipende sostanzialmente da due fattori: la quantità e la qualità delle informazioni che si hanno a disposizione e la capacità di elaborarle bene e velocemente. Nel terzo millennio, sempre per Zunino, ampiezza d’archivio e potenza di calcolo sono indissolubilmente legate alla tecnologia: chi la presidia vince la gara della competitività e dell’innovazione. Per questo, la sovranità nazionale non è protezionismo formale: è difesa di un intero sistema produttivo, contro qualunque evenienza.

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Qui si inserisce il discorso del Consorzio Italia Cloud, di cui Zunino è Presidente. Non un soggetto industriale ma un ente con scopi divulgativi e quindi pronto a sedere ai tavoli regolatori. Le sette aziende attualmente aderenti (Netalia, Seeweb, Sourcesense, Infordata, BabylonCloud e ConsorzioEH e da poco anche Insiel S.p.A) condividono ovviamente la visione di Netalia: accentuare la focalizzazione sulle applicazioni anziché le infrastrutture.

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Un’altra particolarità della strategia è che Netalia non ha un canale specifico. Si serve della collaborazione di System integrator di valenza global perché più attenti ai processi di cambiamento e non solo di fullfilment.

Target: le medie aziende ma..

Bisogna riconoscere a Netalia, che attualmente ha un organico di 40 persone, anche una strategia chiara sul versante delle scelte operative. Essa mira a una frazione del mercato italiano del cloud, che Zunino colloca sotto il 3% ma con un target mirato: le circa 10mila aziende che nel nostro Paese fatturano tra i 50 e 60 milioni di euro, evidentemente ritenute le più idonee a capitalizzare i vantaggi della offerta di questo operatore, ossia di una piattaforma di aggregazione di soggetti operativi in mercati specifici molto simili. Con servizi di alto livello, non pacchettizzati, che hanno peraltro attirato anche l’attenzione di due grossi gruppi, ormai clienti da più anni, grazie alla capacità dimostrata da Netalia “di interpretare al meglio il bisogno del cliente e di personalizzarlo”, per dirla ancora con le parole del fondatore.

Va da sè che la piattaforma usata è di tipo distribuito, costruita utilizzando risorse già esistenti: i 3 data region, a cui presto se ne aggiungerà un quarto a Roma.

Compliance, italianità, affidabilità  e specializzazione sono i quattro principali elementi  distintivi della strategia di questa azienda che programma quest’anno di raddoppiare il fatturato a 11 milioni di euro, con una marginalità a livelli di Ebit prossima al 10%, ma con mire di aumento in tempi ragionevoli, grazie alle migliori economia di scala. Inoltre, per portare carburante ai programmi di crescita è previsto a breve l’ingresso nel capitale di un fondo mentre più avanti Zunino non esclude il ricorso alla quotazione in Borsa. Tra gli investimenti prossimi c’è anche la creazione di un proprio Noc in Sicilia (attualmente di avvale di un Noc di un soggetto terzo).

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In conclusione, Netalia non si pone come l’ennesimo operatore tecnologico, perché non è più la tecnologia a fare la differenza in termini di produttività. “Sono le logiche e i processi di business, modificandosi, a determinare la direzione. Applicato al cloud – conclude Zunino – questo si traduce in uno spostamento di focus lungo la catena del valore che Netalia ha intercettato in anticipo e sta restituendo a un mercato ancora parzialmente inconsapevole dei propri bisogni. Il nucleo più sostanziale della gestione delle informazioni si sta infatti spostando dalle infrastrutture fisiche e virtuali (IaaS) alle architetture che compongono le piattaforme (PaaS), fino ai servizi virtualizzati (SaaS), ed è a quei livelli superiori che convergono e si elaborano le nuove funzioni e i nuovi processi che permettono alle organizzazioni di crescere e migliorare”.