Nessun impatto dallo smart working sulla capacità di innovare delle imprese, con l’87% del campione intervistato che cita la tecnologia e la possibilità di lavorare ovunque come fattori che al contrario la favoriscono
Le aziende italiane sono consapevoli che l’innovazione sia l’unica strada per garantirsi una crescita sostenibile e una competitività nel medio-lungo periodo, anche alla luce delle recenti dinamiche globali che hanno reso sfidante l’attuale congiuntura economica.
Questo quanto emerge dallo studio Dell Technologies Index, che ha analizzato lo stato dell’arte dell’innovazione aziendale in oltre 45 Paesi del mondo.
In questo contesto, il 70% delle aziende in Italia ha creato una divisione dedicata all’innovazione, che ha il compito di declinare e sviluppare un ventaglio concreto di progetti speciali. Un dato che sorprende e che posiziona il Belpaese davanti a Nazioni come, per esempio, la Germania (62%), la Francia (64%), e l’Olanda (67%).
Particolare fiducia emerge sui risvolti di questo approccio, con ben l’82% degli intervistati che cita cambiamenti misurabili e miglioramenti tangibili guidati dagli investimenti in innovazione, e il 54% che parla di integrazione nelle proprie aziende tra gli obiettivi in innovazione, obiettivi dei vari dipartimenti e dei dipendenti, anche se solo il 46% ritiene che il budget stanziato sia consistente.
Dal punto di vista tattico, le aziende italiane si affidano a progetti pilota per dimostrare la validità dell’idea (59%), ospitano hackathon o scrum per incoraggiare l’innovazione e risolvere i problemi in modo collaborativo (40%), o si adoperano per realizzare rapidamente i prototipi dell’idea al centro dei progetti (38%).
Ma quali sono gli incentivi che spingono i collaboratori a partecipare attivamente ai progetti di innovazione? Per il 53% è una questione legata alla carriera, mentre per il 46% la motivazione è correlata ad aspetti di riconoscimento economico. Il 40% dei dipendenti, inoltre, sarebbe pronto a lasciare la propria azienda in assenza del coinvolgimento sperato nei progetti di innovazione.
Emergono, tuttavia, una serie di barriere che ostacolano la capacità di innovazione delle aziende in Italia. Su questo tema, il panel cita la mancanza di competenze o la difficoltà ad attrarre i talenti (26%), un carico di lavoro eccessivo che riduce il tempo materiale da dedicare ai progetti speciali (19%), e processi di approvazione troppo complessi (23%).
Risposte incoraggianti, invece, sugli impatti del lavoro da remoto o ibrido in merito alla capacità dei dipendenti di contribuire attivamente allo sviluppo di progetti innovativi. L’87% del campione, infatti, si divide tra chi ritiene la tecnologia collaborativa – combinata con la libertà di lavorare da qualsiasi luogo – un acceleratore dell’innovazione (38%) e chi sostiene che la tecnologia collaborativa favorisca allo stesso modo coloro che lavorano in smart working e in ufficio, dando loro la possibilità di contribuire fattivamente ai progetti (49%).
“Dalla ricerca emerge una significativa consapevolezza tra le imprese italiane sulla necessità di sviluppare una cultura dell’innovazione sempre più pervasiva, dove tutte le idee sono prese in considerazione e dove sia incoraggiato l’apprendimento dei collaboratori anche attraverso il fallimento di uno specifico progetto”, ha dichiarato Filippo Ligresti, VP e GM di Dell Technologies Italia. “Trovo la situazione italiana particolarmente incoraggiante dal punto di vista della volontà di innovare da parte delle imprese, tra l’altro notevolmente aumentata nel corso degli ultimi anni. L’innovazione è la chiave per una crescita economica sostenibile e duratura perché permette di precorrere i cambiamenti del mercato, mantenendo salda la posizione competitiva conquistata e accrescendo il valore di un’impresa sul mercato”.