CIO vs CEO? Percorsi convergenti

Artificial vs Natural, largo al chief AI officer

Dal confronto alla progressiva contaminazione e convergenza dei ruoli. Il CIO sempre più trasversale e business oriented e il CEO più empowered grazie all’IT

Il CIO e l’IT manager non sono più (solo) dei tecnici, anzi sono diventati, grazie alle loro competenze manageriali, dirigenti strategici e di visione in grado di far progredire l’azienda, diffondere la cultura digitale, gestire la complessità e valorizzare il capitale umano, ottimizzando i costi e creando nuovi modelli di business attivati dall’utilizzo del digitale.

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Se da un lato il CIO deve possedere competenza in merito alle tecnologie, dall’altro deve essere un punto di riferimento per il top management dell’azienda. È necessario capire se la strada che si vuole percorrere è fattibile, in termini di budget, competenze e visione tecnologica del mercato.

Eppure in certe realtà, ci si ostina ancora a relegare questa figura a riporto di altri responsabili di funzione come CFO, COO, invece di farla sedere nel board aziendale. Inoltre, la retribuzione spesso assomiglia più a quella di un middle manager che a quella di un dirigente strategico.

Quali sono i motivi di questa marginalizzazione? Si tratta di mancanza di conoscenza o di carenza di comunicazione? A differenza di altre figure apicali, il CIO deve comprendere il linguaggio tecnico, amministrativo, produttivo, legale, compliance, di processo. Solo in questo modo riesce a stabilire un legame empatico con le altre funzioni aziendali, per comprenderne le esigenze e proporre soluzioni adatte a raggiungere gli obiettivi.

Al CIO vengono richieste doti comunicative per coinvolgere, attrarre, sponsorizzare e trascinare l’innovazione, rapportandosi a qualsiasi livello e con qualsiasi interlocutore. La dimensione media delle aziende italiane forse potrebbe spiegare la tendenza avventata a sottovalutare il ruolo del CIO, certamente ne giustificherebbe il livello retributivo.

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Ma quanti CIO, IT manager o responsabili IT conoscono in profondità il business dell’azienda nella quale lavorano? Tantissimi, grazie alla capacità di assimilare e comprendere la propria organizzazione, i relativi processi e le varie peculiarità.

Ancora oggi, troppe volte nelle ricerche di personale si trovano lunghi elenchi di competenze tecniche specifiche a discapito delle competenze trasversali che la figura del manager IT possiede. Il vero valore aggiunto è costituito dal progressivo allineamento del dialogo fra CIO e CEO e dalla crescente contaminazione dei ruoli: il primo sempre più trasversale e business oriented e il secondo più empowered grazie all’IT.

La strada è lunga, tortuosa e come sempre piena di insidie, rallentamenti e accelerazioni improvvise. Ma l’obiettivo è ben chiaro. La figura del CIO, del CTO, dell’IT manager oppure del capo dell’IT porta valore se messa nelle condizioni di esprimere le proprie potenzialità: il suo ruolo fondamentale è quello di tradurre gli obiettivi aziendali in azioni operative strategiche.

La collocazione ideale è quindi accanto al CEO, in modo da comprendere direttamente la strategia e evitare l’effetto pericoloso del “telefono senza fili”: dopo alcuni passaggi, la strategia potrebbe cambiare completamente o diventare incomprensibile. Le organizzazioni più intelligenti sono in grado di trasformare i dati in decisioni di business e migliorare continuamente l’operatività.

Il digitale crea opportunità di cambiamento che devono essere colte: l’adozione di nuove tecnologie non è sufficiente se le organizzazioni non sono capaci di trasformarsi internamente e cambiare il loro modo di essere e di fare.

Il CIO deve essere il braccio operativo del CEO, senza essere relegato in un angolo o essere una figura ombra, ma deve partecipare attivamente ed essere riconosciuto all’interno dei team strategici. Il CIO è l’esempio più concreto di chi può compiere scelte tecnologicamente innovative e focalizzate sugli obiettivi dell’azienda: competitività, evoluzione e trasformazione.

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La convergenza dei ruoli è solo questione di tempo.


Tiziano Andreoli head of IT di NMS Group Spa

Massimo Marabese chief information officer di Cellularline Group