Un nuovo approccio al dato per abbracciare l’innovazione

Un nuovo approccio al dato per abbracciare l’innovazione

Chiesi Group ha scelto gli analytics in cloud con SAS per accelerare il processo di trasformazione

Se i dati rappresentano l’elemento chiave per l’innovazione di un’azienda, lo sono ancora di più in ambito farmaceutico. Negli ultimi dieci anni, le compagnie internazionali sono passate da una gestione del dato quasi prettamente locale ad una distribuita. I milioni (miliardi?) di informazioni che ogni giorno le organizzazioni ottengono da scenari quali trial medici, studi controllati, real world data, vanno a incrementare il ‘big data’ a cui i produttori di farmaci attingono sia per sviluppare i loro prodotti che per sintetizzarne di nuovi, o anche migliorare quelli esistenti.

In tale ambito, Chiesi Group ha intrapreso un percorso di trasformazione profonda dei suoi flussi, in ottica digital, supportata da SAS. “I dati sono alla base di ogni step della ricerca, a supporto di ogni decisione: se proseguire dalla fase I, alla fase II, se procedere in fase III o sottomettere un dossier ad una agenzia regolatoria” spiega Annamaria Muraro, Head of Statistics and Data Management di Chiesi Group. “Questo lungo percorso viene condiviso con le autorità del settore, che valutano la qualità dei dati e la solidità delle evidenze generate. I dati sono la scintilla che fa scattare qualcosa, che sia una scoperta o una decisione”. Sul piano degli analytics, Chiesi Group ha compiuto un importante percorso di trasformazione e modernizzazione. Il tutto a partire da un’evidenza: la crescita dell’azienda ha portato ad un aumento degli utenti, dei dipartimenti, e dei siti di ricerca in diversi Paesi che utilizzavano la piattaforma SAS. Con il risultato, negli anni, di avere tante versioni diverse installate sui PC, con configurazioni diverse e differenti moduli a seconda del dipartimento e del ruolo degli utenti. “Una situazione che” prosegue Muraro “com’è facile intuire, comportava diverse criticità anche dal punto di vista della governance e di gestione del mantenimento dell’infrastruttura”.

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Il gruppo aveva inoltre diversi fornitori che lavorano con i suoi programmatori interni, che usavano SAS sul loro server, in diverse versioni, con necessità di frequente di scambio dati e programmi. In aggiunta, la configurazione su computer lasciava ampio spazio ad una personalizzazione utente, che nel tempo ha creato disomogeneità anche all’interno degli stessi team, rendendo più difficile la standardizzazione, il riutilizzo e la validazione del codice. “Avevamo bisogno di un ambiente condiviso, che facilitasse l’utente a seguire processi standardizzati. Era quindi giunto il momento di fare un salto e affrontare un cambiamento decisivo e strategico: una soluzione globale, integrata, standardizzata ed efficiente: passare quindi agli analytics in cloud.. Un grande cambiamento che ha riguardato innanzitutto il modo di lavorare delle persone”.

I vantaggi degli analytics in cloud

Nelle parole di Muraro, la comprensione che il passaggio dall’architettura di gestione dei dati PC ad una Cloud ha rappresentato una trasformazione profonda della strategia aziendale. Non solo dal punto di vista tecnologico ma anche nell’approccio quotidiano al lavoro. “È stato un progetto di integrazione che ha coinvolto diverse funzioni aziendali, in diversi Paesi. Si è dimostrato fondamentale utilizzare del tempo iniziale nella condivisione e comprensione dei processi, dei bisogni di ogni funzione e lavorare insieme per identificare degli standard comuni”.

Un approccio più organico, strutturato e integrato all’interno di Chiesi, una ottimizzazione della maintenance del sistema, un miglioramento significativo della performance, i benefici che il Gruppo ha inteso sin dall’adozione di SAS Viya. “Anche dal punto di vista degli audit oggi ci sentiamo molto più “protetti”, siamo certi di poter documentare al meglio il flusso dati, nel pieno rispetto dei requisiti regolatori. Tutto questo lavoro ha posto le basi per poter ulteriormente esplorare le potenzialità del sistema ed individuare altre aree di sviluppo che possano contribuire a rafforzare il nostro approccio data-driven. Pensando alle “lezioni apprese”, mi sento di dire che affrontare questo tipo di cambiamenti richiede una consapevolezza che il cambiamento si fa con le persone. Non bisogna avere paura di spendere più tempo di quello che si vorrebbe nelle fasi iniziali di preparazione, compresa quella di ingaggio delle risorse, per far comprendere a tutti il vero valore del cambiamento, farlo “digerire” in modo che ognuno riesca a vederne i vantaggi superando così, insieme, eventuali resistenze”.

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