I contenuti resteranno online ma perderanno di visibilità
Sotto la guida di Elon Musk, Twitter potrebbe avere una posizione più libertina dei divieti, ma la piattaforma è comunque disposta a segnalare i contenuti che violano le sue regole. Il social network etichetterà i tweet che ritiene stiano violando la politica di condotta odiosa. Con la novità, si noterà un avviso sul “limite” di visibilità del post problematico con l’opportunità di saperne di più. Le etichette copriranno più tipi di violazioni nel corso dei prossimi mesi. Gli utenti possono inizialmente fornire “feedback” su un’etichetta se ritengono che si tratti di un errore, ma dovranno attendere per presentare ricorso formale contro le decisioni. La società sottolinea che le etichette si applicano solo ai singoli tweet, non ad un intero account.
Twitter vede questo come un riflesso della sua filosofia “libertà di parola, non libertà di portata” dell’era Musk, dove più spesso si tendono ad evitare i divieti assoluti a favore della limitazione dell’esposizione ai contenuti. In teoria, ciò impedisce la diffusione di discorsi offensivi senza mettere completamente a tacere gli utenti sulla piattaforma. La mossa promette inoltre una maggiore trasparenza per affrontare le preoccupazioni di “divieti ombra” che limitano la portata all’insaputa di qualcuno. Musk ha revocato i divieti su una serie di account di alto profilo, incluso quello dell’ex presidente Trump. La decisione potrebbe non piacere a qualcuno. Ad esempio, molti gruppi hanno criticato Twitter per non aver fatto abbastanza per proteggere i frequenti tweet di odio, come quelli contro la comunità LGBTQ. Sebbene i trasgressori possano ancora subire divieti se sono “cattivi attori” o violano la legge, è più probabile che rimangano attivi sul servizio. Un motivo secondario (ma nemmeno troppo) potrebbe riguarda la necessità di evitare un fuggi fuggi dalla piattaforma, ora che sembra che la concorrenza si sia leggermente raffreddata, con gli investitori che potrebbero tornare a spendere qualcosa in campagne online sul social. Stringere le maglie senza cacciare nessuno è una scelta giusta dal punto di vista imprenditoriale, meno da quello etico, nei confronti di una piattaforma che, da ottobre scorso, è perennemente alla ricerca di sé stessa.