È possibile ridurre il consumo energetico della rete, affidandosi ad agenzie esperte e consapevoli dell’impatto di internet
A livello globale, il settore digitale impatta sul 4% dell’inquinamento mondiale, una cifra che può sembrare bassa ma che, in scala, è invece ‘importante’. A cosa è dovuta tale impronta? Come ci spiega Nicola Bonotto, co-founder di Piano D: «All’utilizzo di hardware e software necessari per il funzionamento della rete, che ad oggi poggiano ancora in gran parte su energie non rinnovabili». In particolare, la parte web del consumo digitale occupa circa la metà del già citato 4%. È possibile migliorare tale scenario, virando verso il cosiddetto ‘green tech’? Secondo Piano D si. La web agency è una B Corp, che realizza siti web a basso impatto energetico e ad alto impatto sociale.
«Intorno al 2005, sono cominciati i primi studi sul capire quanto consuma internet, quali elementi pesano di più sulle infrastrutture di rete, per ripensare le modalità di intervento. Si tratta di un cambio di passo che parte dall’ideazione e progettazione di un sito web». Per calcolare tale peso, sono sorte negli anni varie metodologie di calcolo, in continua evoluzione, che rappresentano strumenti per valutare la sostenibilità energetica di un sito. Piano D ha scelto il metodo “Sustainable Web Design”, per Bonotto quello più comprensibile e trasparente, perché open source e coerente con la struttura odierna del web. Fanno parte della metodologia tre tool fondamentali per la definizione del web a impatto zero (o comunque minimo), si tratta di Website Carbon, Ecograder, Ecoping Earth. «Come azienda, seguiamo diverse best practices, tra cui performance, indicizzazione e manutenzione del sito, in termini di contenuto e di obiettivi da raggiungere. Se un cliente vuole un assestment energetico, ossia capire quanto consuma il suo sito, possiamo usare questi strumenti per comprendere, in maniera concreta, quanta CO2 viene risparmiata tramite la riprogettazione del sito».
Come ci tiene a spiegare Bonotto, nel ripensamento di un progetto web, in ottica ambientale, non vengono meno quei requisiti che sono cari ai clienti, come scopi di marketing, di comunicazione e usabilità. Anzi, ottimizzare i contenuti e le informazioni, porta non solo ad un risparmio dei consumi ma anche ad un’innovazione lato utente finale. «Ad esempio abbandonando i modulo JavaScript a favore dei CSS3, più leggeri e dinamici, capaci di dare un’esperienza migliore e pesare di meno sulla batteria dello smartphone, considerando il consolidamento della navigazione via mobile».
Consapevolezza ambientale dell’IT
Quando Piano D ha cominciato a seguire la logica del green web, poche aziende all’esterno avevano una sensibilità tale da cogliere i messaggi portati avanti dall’agenzia. Per questo, Bonotto e team, partecipano a convegni e manifestazioni per ampliare il know-how e la diffusione nell’uso e creazione consapevole dei servizi e degli strumenti digitali. «Siamo la prima web agency in Italia Certified Partner di “The Green Web Foundation”, fondazione internazionale che si occupa di sensibilizzare il mondo del web su questi argomenti e ha come obiettivo quello di alimentare il web interamente ad energie rinnovabili entro il 2030».
Da maggio del 2022, in Italia è attiva la normativa secondo cui tutti i siti web, dal 2025, dovranno essere accessibili secondo lo standard WCAG 2.1. Cosa vuol dire? «Che i portali dovranno adottare delle modifiche per facilitare la navigazione da parte delle persone con disabilità. Già un mese prima, ad aprile del 2022, abbiamo presentato la filosofia CDR, Corporate Digital Responsibility. Parliamo dell’insieme delle norme che un’azienda, pubblica o privata, si da per progettare servizi digitali che siano rispettosi dell’ambiente e delle persone. Nella pratica vuol dire non solo seguire le disposizioni di legge su argomenti come il GDPR, ma anche all’accessibilità. Da parte di una web agency, la linea da tracciare è quella di proporre lavori che siano compliance con tale normativa, che gira intorno a sostenibilità sociale, ambientale, energetica, economica, privacy e accessibilità». Visto che la direzione dell’Europa è già ben delineata, fare proprie le metriche CDR è un modo per prepararsi a tempo debito al cambiamento, piuttosto che agire di seguito, con il rischio di essere inadempienti.
Piano D è anche parte di un working group del consorzio W3, per stilare le prime linee guida per la costruzione di siti sostenibili. Il fine è sempre quello di limitare il consumo energetico ma anche supportare il lavoro degli organi nazionali ed europei verso la certificazione dei progetti digitali, che un giorno saranno classificati in modo da restituire, con trasparenza, il consumo di un portale.
L’infrastruttura sostenibile
Per supportare tutte le esigenze green di Piano D, la web agency si affida all’infrastruttura del provider Seeweb. «La scelta è ricaduta sui loro data center per il valore che viene dato alla riduzione dell’impatto energetico dell’hosting. Oltre a ciò, Seeweb soddisfa la ISO 14001, la certificazione ambientale, così come detiene un valore molto basso di PUE, che indica l’efficienza energetica di un data center, distinguendo la capacità computazionale con le risorse di gestione. In un mondo ideale, si dovrebbe avere valore pari di energia in ingresso e in uscita mentre, in pochi anni, la media è salita dall’1.6 all’1.8, ossia è aumentato il divario tra consumi e ritorno. In tale scenario, Seeweb ha un PUE di 1.2, dunque minore della media.
Seeweb è Gold Partner di The Green Web Foundation, per seguire una transizione totale verso l’uso delle energie rinnovabili. Tant’è che le sue server farm sono alimentate solo da fonti rinnovabili, oltre a erogare servizi di Colocation e Cloud Computing senza spreco d’acqua. La preziosa fonte di vita viene utilizzata solo al momento del primo caricamento dell’impianto, agendo all’interno di un circuito chiuso. Includendo i sistemi antincendio e le manutenzioni degli impianti, Seeweb usa meno di 5.000 litri di acqua in 10 anni, ovvero poco più di un litro al giorno per migliaia e migliaia di server, che custodiscono ed elaborano i dati dei clienti, come Piano D.