Distributore unico del marchio giapponese in Italia l’azienda si consolida nel settore della PA e punta alla piccola e media impresa
Lo statement aziendalista, così la battezza Danilo Rivalta, Presidente di FINIX Technology Solutions all’indomani dell’acquisizione dell’azienda da parte di Enosi holding, società di investimenti con base a Roma, rimane sempre valido: «Il futuro che immaginiamo per FINIX è di sviluppo e crescita, focalizzato sulla valorizzazione di prodotti e servizi Fujitsu, in particolare nell’area cloud, Artificial Intelligence e SAP». Pur con una importante integrazione. «Finix è nata nel 2019, all’indomani della decisione di Fujitsu di mantenere in alcuni paesi solo una presenza indiretta» ricorda Rivalta. «In quel momento è nata una struttura di 155 dipendenti. Con una legacy, una storia, lunga 38 anni e una customer base, invidiabile». Eredita e consolidata dalla titolarità esclusiva per l’Italia dell’ampio portfolio di soluzioni hardware – client, server e storage – e software – AI, cybersecurity, IoT e Innovative Managed services – del gruppo nipponico. «Nella strategia FINIX le soluzioni Fujitsu sono centrali» ribadisce Rivalta. «Il nostro sforzo in tal senso è indirizzato, a far capire al mercato che Fujitsu non è solo un fornitore di hardware tradizionale, ma che ha al suo interno soluzioni di grande respiro innovativo, una strategia hybrid-cloud completa, un ecosistema di offerta sia nel mondo IT che OT. Insomma una offerta completa». Con SAP per esempio, Fujitsu può vantare una collaborazione che dura da oltre 40 anni. Che come spiega Rivalta «l’ha portata a sviluppare una serie di strumenti – SAP Inspection Tool – basati sull’Intelligenza Artificiale per determinare quale sia per ogni singolo cliente la migliore configurazione tra cloud e on-premise; soluzioni che solo noi possiamo offrire in Italia».
Migliorare il business con i dati e l’IA
I contenuti Fujitsu nel campo delle applicazioni AI spaziano dalla gestione delle reti alla medicina; dalla difesa all’automotive. Le prospettive in quest’area sono grandiose, sottolinea Udo Würtz, Fujitsu Fellow, Chief of Data Officer (CDO) di Fujitsu European Platform Business, a patto però che si tenga conto di almeno due fattori: qualità del dato e cultura della loro protezione. Per sfruttare appieno l’AI, i dati oltre che quantitativamente rilevanti devono essere anche di qualità. «Accurati, aggiornati e rappresentativi del problema che si sta cercando di risolvere» afferma Würtz. «Per esempio nel campo del riconoscimento delle targhe automobilistiche, utile in varie applicazioni, numeri e lettere colorate invece del tradizionale nero su fondo bianco, oppure la presenza di elementi come stemmi, sigle, ecc, tra un blocco e l’altro di numeri possono rallentare il rilascio dei risultati attesi». I dati inoltre dovrebbero essere accessibili in modo rapido, affidabile, attraverso architetture ben strutturate e un’infrastruttura di archiviazione adeguata. Tra le tante soluzioni basate sull’intelligenza artificiale il progetto di riconoscimento dei veicoli elettrici è per il mercato italiano tra i più promettenti. «Anche se l’Italia deve recuperare terreno rispetto ad altri paesi europei, il tema dell’eMobility prenderà sempre più slancio» prevede Würtz. «La loro diffusione continuerà a crescere, grazie alla disponibilità di nuove infrastrutture e all’introduzione di nuovi servizi come la prenotazione nelle stazioni di ricarica anche presso ristoranti, hotel, ecc. In tal senso grazie all’esperienza maturata in altri paese UE, Fujitsu è già ora in grado di supportare al meglio questo processo».
Obiettivi ambiziosi
A fronte di un’offerta così estesa la difficolta maggiore è quella di adattare strumenti e soluzioni alle dimensioni e alle esigenze del mercato italiano. Ma gli obiettivi di Finix nel ruolo di abilitatore della digital transformation sono ambiziosi. «Siamo diventati un’azienda da circa venti milioni di euro di fatturato, sviluppati per poco meno della metà grazie ai prodotti Fujitsu e altri 11 milioni rappresentato invece dai servizi, gestiti e in ambito di consulenza cloud» rivela Rivalta. «Di recente una eccellenza italiana nel campo del packaging ecologico per il food, ci ha chiesto di migrare il loro datacenter in una nuova struttura basata su prodotti Fujitsu, sistemi SAP e Salesforce, collegandolo a quello della casa madre in Giappone diventandone i gestori. Abbiamo potuto farlo perché l’Infrastruttura tecnologica è alla base della nostra expertise». Cloud, AI e cybersecurity soprattutto in ambito OT, grazie all’accordo siglato con Radiflow, sono gli altri pillar della proposizione Finix, volti a rafforzare il posizionamento strategico dell’azienda come consulente di infrastrutture e piattaforme digitali. Oltre alla PA, locale e centrale, Finix punta alle PMI. «Come consigliere direttivo di Assintel, il mio compito è di aiutare le piccole e medie imprese nel percorso di trasformazione digitale» conferma Rivalta. Il target? Aziende con fatturati tra i 20 e 30 milioni. «L’accordo siglato con Confapi PD insieme a Europia va proprio in questa direzione. Così sono nati tanti piccoli progetti. Dai quali tuttavia potrà nascere un seme per continuare a pensare di farne molti altri più grandi».